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Economia & Lavoro

Salari OCSE, Italia al 21° posto: Nord e Sud sempre più lontani, inflazione erode gli aumenti

Il report OCSE rivela che l’Italia ha un salario medio annuo di 44.893 euro, al 21° posto tra i Paesi OCSE. Forti disparità Nord-Sud e tra generi, con salari reali ancora sotto i livelli pre-Covid.

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Banconote da 50 Euro
Banconote da 50 Euro (© Depositphotos)

Il recente JP Salary Outlook dell’OCSE ha rivelato che il salario annuo medio in Italia è pari a 44.893 euro, registrando un aumento dell’1.8% rispetto al 2022. Tuttavia, questa cifra colloca il Paese solo al 21° posto su 34 Paesi OCSE analizzati, ben lontano dai leader come l’Islanda (79.473 euro), il Lussemburgo (78.310 euro) e gli Stati Uniti (77.463 euro).

Nonostante l’incremento del 7,5% negli ultimi otto anni, la crescita dei salari italiani è stata in gran parte erosa dall’inflazione, lasciando i salari reali ancora inferiori di circa il 7% rispetto ai livelli pre-Covid. Questo dato rende l’Italia uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia all’interno dell’Unione Europea, con gravi conseguenze sul potere d’acquisto dei lavoratori.

Disparità tra Nord e Sud e differenze di genere

Persistono significative differenze salariali tra le regioni italiane e tra i generi. Al Nord, regioni come il Trentino Alto Adige, la Lombardia, e il Piemonte vantano stipendi più elevati, mentre al Sud la Basilicata rimane fanalino di coda. Le differenze salariali tra Nord e Sud possono raggiungere i 3.700 euro annui, spingendo molti lavoratori a emigrare internamente. Inoltre, le donne continuano a guadagnare meno degli uomini, con un divario del 7.3% che si riduce al 5.5% nei ruoli dirigenziali.

Prospettive future: salari e occupazione

Guardando al futuro, le previsioni non sono incoraggianti. Con un’inflazione prevista dell’1.1% nel 2024 e del 2% nel 2025, e un aumento dei salari stimato solo al 2.7% e 2.5% rispettivamente, il recupero del potere d’acquisto sarà minimo. Il tasso di disoccupazione in Italia, al 4.9%, supera la media OCSE, mentre il tasso di occupazione, fermo al 62.1%, rimane al di sotto della media OCSE del 70.2%. Particolarmente preoccupante è la stagnazione dei salari reali, che in Italia sono cresciuti solo dell’1% dal 1991 al 2023, contro un aumento medio del 32.5% nei Paesi OCSE.

Un settore in crescita: i servizi finanziari

Unica eccezione in questo quadro è il settore dei servizi finanziari, che ha registrato un aumento significativo degli stipendi negli ultimi otto anni, il più alto del periodo. Questo settore sembra essere l’unico in salute in un contesto economico altrimenti stagnante.

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