Economia & Lavoro
Tassa sugli extraprofitti delle Banche: la BCE scrive al Governo
La Bce, con a capo Christine Lagarde, critica la nuova tassa sugli extraprofitti delle banche proposta dal governo Meloni. In risposta, Lucio Malan, capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia, ribadisce l’autonomia dei governi democraticamente eletti.
Il governo Meloni ha recentemente introdotto una tassa sugli extraprofitti delle banche, scatenando intense polemiche e non solo a livello nazionale. Questa misura ha catturato l’attenzione della Banca Centrale Europea (BCE), che ha mostrato preoccupazione tanto per il contenuto quanto per il metodo utilizzato.
Pronta la lettera della BCE
Christine Lagarde, la governatrice della BCE, ha manifestato la sua intenzione di scrivere al governo italiano, chiedendo chiarimenti sul provvedimento in questione. Questo passo, ricorda vagamente l’episodio del 2011, quando Jean Claude Trichet e Mario Draghi inviarono una lettera a Berlusconi chiedendo un risanamento dei conti italiani. Sebbene le circostanze attuali siano differenti da allora, la BCE intende ancora esprimere le proprie preoccupazioni.
La reazione del Governo
Il governo italiano ha risposto alle critiche sottolineando la propria autonomia e il mandato democratico che lo sostiene. Lucio Malan, capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia, ha difeso la decisione del governo sottolineando che le decisioni della BCE, come l’aumento dei tassi di interesse, sono state prese indipendentemente dai governi nazionali. Inoltre, ha ribadito l’importanza della sovranità nazionale e la necessità di tutelare cittadini, lavoratori e imprese.
Le controffensive delle Banche
Le banche, dal canto loro, non sono rimaste in silenzio. Molti istituti di credito ritengono che la tassa sia stata introdotta con eccessiva fretta e senza un’analisi approfondita. Sostengono che la tassa, nella sua forma attuale, sia in conflitto con vari principi, tra cui quelli di eguaglianza e ragionevolezza, oltre a potenzialmente violare sia la Costituzione italiana che le norme dell’Unione Europea. In particolare, la tassa potrebbe essere in conflitto con la libertà di stabilimento e la libertà di circolazione dei capitali all’interno dell’UE.
Le banche sollevano inoltre preoccupazioni riguardo alla potenziale incompatibilità della tassa con la normativa UE sugli aiuti di Stato. Sottolineano come la misura escluda alcune entità, come Banco Posta, che dovrebbero essere soggette alla tassa secondo i criteri stabiliti.
Riflessioni e prospettive future
Sebbene la logica dietro l’introduzione della tassa sia chiara, ovvero ottenere risorse aggiuntive per il bilancio dello Stato, l’attuazione della stessa potrebbe risultare problematica. L’Abi, guidata da Antonio Patuelli, sta cercando di mediare la situazione, tenendo conto delle varie anomalie segnalate. L’obiettivo è evitare uno scontro frontale, ma è chiaro che la strada verso una soluzione condivisa sarà lunga e tortuosa.
Conclusione
La tassa sugli extraprofitti delle banche rappresenta un nuovo capitolo nelle tensioni tra la BCE e i governi nazionali, e tra le banche e i loro regolatori. La questione evidenzia la complessità delle interazioni tra istituzioni finanziarie, regolamentazione e sovranità nazionale. Sarà essenziale per tutte le parti coinvolte lavorare insieme per trovare un equilibrio tra la necessità di generare entrate e la protezione della stabilità economica e finanziaria.
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Stefano Ranieri
18 Agosto 2023 at 22:35
la UE è una dittatura guidata da 11 non eletti, e da una BCE idem. la meloni in questo ha fatto una delle pochissime cose positive fatte finora: ha vanificato la paralisi economica progettata dalla BCE attraverso l’impoverimento dei cittadini.