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Generale Tricarico: «Serve una grande Politica per fermare la guerra in Ucraina»

Il Generale Leonardo Tricarico, in un’intervista al Riformista, critica l’assenza di una strategia politica internazionale per porre fine alla guerra in Ucraina, evidenziando le eccellenze militari italiane e la necessità di un’azione più incisiva.

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Militare italiano
Militare italiano (© Depositphotos)

Il Generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica e oggi presidente della Fondazione ICSA, ha espresso preoccupazione per la mancanza di una strategia politica internazionale efficace per fermare il conflitto in Ucraina. In un’intervista al Riformista, il Generale ha sottolineato come l’escalation del conflitto sia in corso dal primo giorno dell’invasione russa, e ha criticato l’assenza di iniziative concrete da parte delle potenze mondiali per trovare una soluzione diplomatica.

L’urgenza di un Summit globale

Tricarico ha suggerito la necessità di un summit globale tra i grandi del mondo, come il G7 e i Brics, per stabilire le condizioni di pace. Secondo il Generale, il conflitto peggiore è quello combattuto senza sapere perché e fino a quando. L’attuale mancanza di una risposta politica multilaterale adeguata è, a suo avviso, uno dei principali ostacoli alla risoluzione del conflitto.

Le eccellenze militari italiane ignorate

Tricarico ha anche evidenziato le eccellenze militari italiane, che ritiene sottovalutate sia a livello nazionale che internazionale. “Abbiamo delle eccellenze nello strumento militare, sia nel conflitto in Ucraina che in quello israelo-palestinese”, ha affermato, sottolineando come l’Italia potrebbe offrire un contributo significativo, specialmente nella difesa aerea. Tuttavia, lamenta che l’Italia non riesca a giocare un ruolo rilevante nella scena internazionale, rimanendo ai margini delle decisioni strategiche.

L’Italia e la difesa di Israele

Il Generale ha espresso la sua frustrazione per la mancanza di azioni concrete a sostegno di Israele nella sua difesa contro le minacce esterne. Secondo Tricarico, l’Italia dispone di mezzi straordinari che potrebbero aiutare a difendere la democrazia israeliana, ma manca la volontà politica di intervenire attivamente. Ha ricordato la sua esperienza personale durante la Guerra dei Sei Giorni del 1967, quando si offrì volontario per difendere Israele, un segno di una passione e di un coraggio che oggi sembrano assenti.

La debolezza dell’esercito russo

Tricarico ha anche commentato la debolezza dell’esercito russo, definendolo uno strumento militare “scadentissimo”. Ha sottolineato come la Russia abbia dovuto ricorrere a forniture di armi dalla Corea del Nord e dall’Iran, un segnale chiaro della mancanza di risorse e di capacità tecnologica. Questa dipendenza da paesi di “serie B” dimostra, secondo il Generale, lo stato di degrado delle forze armate russe.

La necessità di un’azione decisiva

In conclusione, Tricarico ha criticato la superficialità con cui i conflitti attuali vengono trattati, sia dai media che dai governi. Ha sottolineato l’urgenza di un intervento deciso e consapevole, soprattutto da parte dell’Italia, che, secondo lui, dovrebbe sfruttare le proprie capacità militari per giocare un ruolo più significativo nella difesa della democrazia a livello globale.

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