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Europa

La Germania vuole affondare per sempre il Nord Stream: ecco perché (e a chi conviene)

La Germania promette di impedire per sempre la rinascita del gasdotto Nord Stream. Una scelta strategica che rafforza la dipendenza dall’America e indebolisce l’Europa industriale.

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Mappa dettagliata del gasdotto Nord Stream 2 che collega la Russia alla Germania attraversando il Mar Baltico
Mappa del gasdotto Nord Stream 2 dalla Russia alla Germania (© Gazprom)

La Germania ha dichiarato ufficialmente di voler impedire in ogni modo qualsiasi tentativo di riportare in vita il gasdotto Nord Stream, simbolo (e strumento) del legame energetico tra Russia ed Europa prima del conflitto in Ucraina.

Una presa di posizione netta, rilasciata da fonti del governo tedesco e riportata da diversi media internazionali, tra cui ZeroHedge, che conferma il cambio di rotta strategico di Berlino: non solo la Germania ha interrotto le forniture di gas russo, ma intende anche bloccare per sempre la possibilità che quel flusso possa riprendere.

Il colpo di grazia al legame energetico con Mosca

L’attacco al Nord Stream avvenuto nel 2022 – un sabotaggio ancora senza colpevoli ufficiali – aveva già segnato una frattura profonda. Ma ora, a distanza di anni, la politica tedesca sembra voler mettere una pietra tombale su quel progetto, anche in caso di un futuro scenario di pace con la Russia.

Un cambiamento epocale per un Paese che, per decenni, ha costruito la propria potenza industriale sulla base del gas russo a basso costo. Ora, invece, l’obiettivo è diversificare le fonti, puntare sul GNL americano e su fornitori “alleati”, pur a un prezzo più elevato.

A chi giova il tramonto del Nord Stream?

Dietro le scelte ufficiali si nasconde una questione geopolitica più ampia. La fine definitiva del Nord Stream rappresenta un colpo durissimo alla sovranità energetica europea e un regalo strategico agli Stati Uniti, che da tempo spingono l’UE ad abbandonare la dipendenza da Mosca.

Washington ha colto l’occasione per diventare il principale fornitore di gas naturale liquefatto (GNL) al Vecchio Continente, con contratti decennali a prezzi molto più alti rispetto al gas russo via tubo.

Il vero paradosso? In nome della “libertà energetica”, l’Europa sta pagando di più, consumando di meno e indebolendo la sua industria.

Il peso delle scelte tedesche su tutta l’Europa

Le decisioni del governo tedesco non riguardano solo Berlino. La Germania è la locomotiva industriale dell’Unione Europea, e le sue scelte si riflettono su tutto il continente. Con il Nord Stream definitivamente chiuso, l’Italia, la Francia e altri Paesi membri devono ripensare completamente la propria strategia energetica.

Il rischio? Un’Europa sempre più debole, dipendente da fornitori esterni e in conflitto con i propri interessi economici.

Il futuro dell’energia tra ideologia e realpolitik

La guerra in Ucraina ha innescato una trasformazione profonda nelle politiche energetiche europee. Ma l’ideologia rischia di prevalere sulla realpolitik. Bloccare il Nord Stream oggi significa rinunciare per sempre a una leva strategica fondamentale.

E se domani il mondo cambiasse ancora una volta? L’Europa avrà la flessibilità – e il coraggio – di rivedere le proprie scelte?

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