Europa
L’Europa sull’orlo del baratro?
L’Europa è a rischio implosione tra crisi interne e geopolitiche. Giulio Sapelli critica l’UE per la sua mancanza di leadership e visione strategica, evidenziando i problemi economici e sociali crescenti.
La scena politica europea si presenta oggi come un castello di carte che rischia di crollare al primo soffio di vento. Il recente intervento del noto economista Giulio Sapelli, pubblicato su Il Sussidiario, mette in luce con impietosa lucidità una realtà che molti leader sembrano ignorare o, peggio, fingono di non vedere. “I problemi accumulati dall’UE sono pronti a esplodere”, avverte Sapelli, e non è difficile credergli, guardando il panorama attuale.
Una guerra non solo sul campo, ma anche economica e sociale
La guerra in Ucraina ha mostrato tutte le fragilità di un’Europa incapace di prendere decisioni strategiche autonome. L’allineamento quasi meccanico agli interessi degli Stati Uniti ha prodotto, secondo Sapelli, una catena di errori che stanno avendo effetti devastanti sulle economie del Vecchio Continente. “L’Europa rischia di implodere sotto il peso della sua incapacità di rispondere alle crisi”, afferma l’economista, sottolineando come la dipendenza energetica e la mancanza di una politica industriale comune abbiano lasciato spazio a tensioni interne sempre più evidenti.
Crisi interne: la polveriera degli Stati membri
Le guerre, però, non sono solo quelle combattute con i cannoni. Ogni Stato membro dell’UE vive la propria battaglia interna: dall’Italia, con un debito pubblico che sembra una spada di Damocle, alla Francia, dove le proteste sociali non accennano a placarsi. In Germania, locomotiva d’Europa, il rallentamento economico sta facendo vacillare certezze che sembravano incrollabili. Sapelli parla di “una somma di crisi che si alimentano l’una con l’altra”, come tasselli di un mosaico che non riesce più a stare insieme.
Una leadership assente e un futuro incerto
Il cuore del problema, come sottolineato da Sapelli, è la mancanza di una leadership europea capace di pensare in grande. “I leader europei sembrano più amministratori di condominio che statisti”, scrive con la sua consueta verve critica. E come dargli torto? La gestione frammentaria delle emergenze – dalla pandemia al caro energia – dimostra una mancanza di visione strategica che condanna l’Unione a un eterno navigare a vista.
L’eredità di un passato glorioso, il peso di un presente fragile
Il paragone con il passato è inevitabile: l’Europa che fu il centro del mondo – la culla della cultura, della politica e della civiltà – oggi arranca, soffocata da problemi irrisolti e da divisioni interne. “Serve un cambio di rotta radicale, o rischiamo di scomparire dalla scena globale”, ammonisce Sapelli. Non è solo un monito, ma un appello accorato a riscoprire il senso profondo dell’essere europei.
Conclusione: un bivio storico
Ci troviamo a un bivio storico: continuare sulla strada dell’inerzia, rischiando di trasformare l’UE in un guscio vuoto, o riscoprire quella capacità di visione e azione che ha fatto grande il continente. Sapelli lancia l’allarme, e forse l’unica speranza sta nel prendere sul serio le sue parole. Perché, come insegnava la storia, “le crisi non sono mai un destino, ma una scelta”. Resta da vedere quale strada l’Europa deciderà di percorrere.
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