Europa
Macron e la proposta di riforma costituzionale: tentativo di distrazione in un clima di crescente tensione?
Nel contesto di crescente instabilità sociale in Francia, il presidente Emmanuel Macron ha presentato una proposta di riforma costituzionale focalizzata sull’aborto e l’eutanasia. Il timing e la natura della proposta sollevano domande sulla sua effettiva rilevanza rispetto alle sfide urgenti che il paese sta affrontando.
La Francia sta attraversando un periodo di tensione sociale e politica. Le proteste si stanno moltiplicando e la violenza urbana è in aumento. Allo stesso tempo, sono in atto tensioni legate alla religione e all’etnia, in particolare contro la comunità ebraica.
La proposta di riforma costituzionale di Macron
Il presidente Emmanuel Macron ha recentemente annunciato una proposta di riforma costituzionale. Questa prevede di rendere “irreversibile” il diritto all’aborto e di legalizzare l’eutanasia. Secondo il presidente, il testo sarà inviato al Consiglio di Stato entro la fine dell’anno. La proposta segue un impegno preso da Macron l’8 marzo scorso, in cui prometteva di rendere irreversibile il diritto all’aborto.
Gli esperti sono divisi sulle implicazioni della riforma. Alcuni ritengono che la proposta non avrà un impatto significativo, mentre altri, come il giurista Gregor Puppinck, avvertono che la modifica costituzionale potrebbe avere “gravi conseguenze”, tra cui la limitazione della libertà di coscienza del personale medico.
Il timing “sospetto” della proposta
La tempistica della proposta è stata oggetto di dibattito. È stata annunciata in un momento in cui il paese sta affrontando numerosi problemi sociali e politici, tra cui violenza urbana e tensioni etnico-religiose. Ciò ha portato molti a chiedersi se la mossa sia un tentativo di distogliere l’attenzione da queste questioni più urgenti.
Un recente sondaggio di Le Figaro mostra che il 58,9% dei francesi è contrario alla “costituzionalizzazione dell’aborto”. Allo stesso modo, la proposta di legalizzazione della eutanasia è in fase di discussione, con posizioni contrastanti da parte del pubblico e degli esperti.
Emmanuel Macron contro la scrittura inclusiva nella lingua francese
Lunedì scorso, in occasione dell’inaugurazione del centro culturale Cité internationale de la langue française a Villers-Cotterêts, il presidente francese Emmanuel Macron ha sollevato la questione della salvaguardia della lingua francese. Nel suo discorso, Macron ha enfatizzato l’importanza di mantenere “le basi, i fondamenti della sua grammatica e la forza della sua sintassi”, apparentemente in contrapposizione all’uso crescente della scrittura inclusiva in Francia.
La scrittura inclusiva è diventata un argomento dibattuto in Francia negli ultimi anni, con l’introduzione di nuovi termini e simboli pensati per rendere la lingua meno sessista. Ad esempio, il pronome neutro “iel”, una combinazione dei pronomi maschili e femminili “il” e “elle”, è stato oggetto di intense discussioni. Nel 2021, il famoso dizionario Le Robert ha aggiunto questo termine alla sua edizione online, scatenando un dibattito pubblico e politico.
Posizioni governative e leggi
Nonostante il movimento verso un linguaggio più inclusivo, vari politici francesi, compreso Macron, hanno espresso il loro disaccordo sull’uso della scrittura inclusiva in documenti ufficiali. Già nel 2017, il primo ministro Edouard Philippe aveva inviato una circolare che scoraggiava l’uso della scrittura inclusiva nella Gazzetta ufficiale. Più di recente, una proposta di legge che vieta certi elementi della scrittura inclusiva in documenti ufficiali è stata approvata dal Senato francese.
Le critiche all’uso della scrittura inclusiva vanno oltre il semplice conservatorismo linguistico. Alcuni sostengono che queste modifiche rendano la lingua più difficile da comprendere per persone con disabilità, dislessia o analfabetismo. Tuttavia, l’opposizione ha contrattaccato, affermando che queste ragioni sono solo una scusa per mantenere una tendenza sessista e conservatrice.
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