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Missili a lungo raggio contro la Russia: Starmer e Biden esitano, Meloni coinvolta nella decisione?

Il dibattito sull’uso dei missili occidentali contro la Russia divide gli alleati di Kiev. Starmer e Biden esitano, mentre Germania e Italia si oppongono per evitare un’escalation del conflitto con Mosca.

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Volodymyr Zelenskyy, President of Ukraine; Jens Stoltenberg, Secretary General of the North Atlantic Treaty Organization (NATO); and Kier Starmer, Prime Minister of the United Kingdom
Volodymyr Zelenskyy, President of Ukraine; Jens Stoltenberg, Secretary General of the North Atlantic Treaty Organization (NATO); and Kier Starmer, Prime Minister of the United Kingdom (© Agenzia Fotogramma)

Il dibattito sull’uso dei missili occidentali forniti all’Ucraina contro obiettivi in territorio russo continua a suscitare preoccupazioni e incertezze. Nonostante le aspettative di un via libera da parte di Londra e Washington, il primo ministro britannico Keir Starmer e il presidente USA Joe Biden hanno nuovamente rinviato la decisione il 13 settembre. La questione sarà ripresa durante l’Assemblea dell’ONU, ma il tema rimane fortemente divisivo tra i principali alleati dell’Ucraina.

Perché il ritardo? Il ruolo di USA, Regno Unito e Francia

Secondo il Financial Times, ci sono segnali che Biden potrebbe permettere al Regno Unito e alla Francia di autorizzare l’Ucraina a usare i missili Storm Shadow contro la Russia. Tuttavia, questo solleva interrogativi sul perché sia necessaria l’autorizzazione della Casa Bianca per l’uso di armi fornite da nazioni sovrane come Gran Bretagna e Francia, quando la NATO e l’UE hanno sempre dichiarato che ogni Paese può decidere liberamente le regole d’ingaggio per le armi fornite a Kiev. Questo alimenta il sospetto che gli Stati Uniti stiano spingendo l’Europa verso una posizione di “punto di non ritorno” nei rapporti con la Russia.

L’opposizione di Germania e Italia: evitare un’escalation

Mentre le nazioni baltiche, la Polonia, la Svezia e la Finlandia hanno autorizzato l’uso delle loro armi contro la Russia, la Germania e l’Italia continuano a opporsi. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ribadito il suo rifiuto di fornire missili Taurus all’Ucraina o di permetterne l’uso contro obiettivi russi. Berlino teme di essere coinvolta in un conflitto militare diretto con la Russia, preoccupazione rafforzata dalle recenti dichiarazioni di Putin e dall’avvertimento di Dmitry Medvedev riguardo all’uso di armi nucleari.

L’Italia, che ha sempre mantenuto una posizione contraria all’uso delle proprie armi in territorio russo, potrebbe trovarsi coinvolta in una discussione simile. Secondo Bloomberg, durante l’incontro tra Giorgia Meloni e Keir Starmer, il premier britannico potrebbe sollevare la questione dell’uso dei missili Storm Shadow contro la Russia, un tema delicato che ha già suscitato dibattiti tra gli alleati occidentali.

Il mistero delle forniture: cosa nasconde la Germania?

Un altro elemento di incertezza riguarda le dichiarazioni di Scholz. Nonostante il cancelliere abbia affermato che la Germania non ha fornito armi a lungo raggio all’Ucraina, è emerso un dubbio su quali armi si riferisse Scholz nel negare il loro uso contro la Russia. Berlino potrebbe aver ceduto in segreto alcuni missili Taurus, una possibilità che aumenterebbe ulteriormente le tensioni interne e con Mosca. L’opposizione agli aiuti militari all’Ucraina è infatti molto forte tra i cittadini tedeschi.

Le divisioni tra USA e NATO: rischi di escalation

Negli Stati Uniti, la discussione interna continua a essere complessa. Il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha respinto l’idea che l’abolizione delle restrizioni sulle armi cambierebbe le sorti della guerra, evidenziando che la Russia ha già adattato le sue difese. D’altra parte, il segretario di Stato Anthony Blinken, di origini ucraine, sembra spingere per un’escalation contro Mosca, creando frizioni all’interno dell’amministrazione Biden.

Conclusione: il futuro delle relazioni tra Occidente e Russia

Il dibattito sull’uso dei missili occidentali contro la Russia evidenzia le profonde divisioni tra i principali alleati dell’Ucraina. Mentre alcuni Paesi sono disposti a spingersi oltre per sostenere Kiev, altri, come Germania e Italia, preferiscono evitare un’escalation che potrebbe coinvolgerli direttamente in un conflitto con la Russia. Le prossime settimane saranno cruciali per definire la strategia dell’Occidente e il suo impatto sulle relazioni con Mosca.

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