Europa
Ucraina, bilancio contradditorio per il summit sulla Pace
Il Summit sulla Pace a Burgenstock ha visto 92 Paesi discutere sulla crisi ucraina, ma 12 nazioni cruciali non hanno firmato il comunicato finale. Zelensky punta a coinvolgere Russia e Cina nel prossimo vertice.
Nel suggestivo scenario del resort di Burgenstock, affacciato sul Lago dei Quattro Cantoni in Svizzera, si è svolto il tanto atteso Summit sulla Pace. Questo incontro, organizzato dal governo federale elvetico in collaborazione con il leader ucraino Volodymyr Zelensky, ha visto la partecipazione di rappresentanti di 92 Paesi. Il summit aveva l’obiettivo di consolidare il supporto internazionale per una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina, iniziato con l’invasione russa nel 2022.
Nonostante due giorni di intense discussioni e pressioni diplomatiche, ben 12 Paesi non hanno firmato il comunicato finale. Tra questi, figurano nazioni di peso come India, Arabia Saudita e Sudafrica. Altri Paesi non firmatari includono Armenia, Bahrein, Colombia, Indonesia, Giordania, Libia, Messico, Thailandia ed Emirati Arabi Uniti. Anche il Brasile e il Vaticano, pur partecipando come osservatori, non hanno sottoscritto il documento.
Le dichiarazioni di Zelensky
Inizialmente, Zelensky aveva affermato che tutti i Paesi avevano condiviso il principio dell’integrità territoriale. Tuttavia, rispondendo successivamente alle domande dei giornalisti, ha riconosciuto che alcuni governi hanno fatto scelte diverse a causa dei loro rapporti storici con la Russia. “In futuro, penso che arriverà anche il loro consenso”, ha aggiunto Zelensky, esprimendo ottimismo riguardo alla possibilità di un maggiore supporto internazionale.
I temi chiave del vertice
Il documento finale, firmato da 80 Paesi, ribadisce che la Carta delle Nazioni Unite, inclusi i principi di rispetto dell’integrità territoriale e della sovranità di tutti gli Stati, deve essere la base per raggiungere una pace giusta e duratura in Ucraina. I temi centrali del vertice svizzero erano:
- Questioni umanitarie: lo scambio di prigionieri e la restituzione dei bambini ucraini deportati.
- Sicurezza nucleare: messa in sicurezza della centrale di Zaporizhzhia.
- Garanzie alimentari: assicurare il flusso delle esportazioni alimentari ucraine.
Ucraina, prospettive future
Nonostante l’assenza di unanimità, il summit ha rappresentato un passo importante verso la pace. Viola Amherd, presidente della Confederazione elvetica, ha definito il vertice un successo, sottolineando che il consenso ottenuto indica il potenziale del lavoro diplomatico. In particolare, il ministro degli Esteri saudita, Faisal bin Farhan Al Saud, ha proposto il suo Paese come possibile sede per la prossima conferenza, evidenziando un interesse attivo nella mediazione.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha criticato duramente la proposta di pace di Vladimir Putin, definendola “non seria”. Anche il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha respinto la proposta di Putin, affermando che nessun Paese responsabile la considererebbe una base ragionevole per la pace. Queste dichiarazioni riflettono una forte presa di posizione occidentale contro le condizioni proposte dalla Russia.
Zelensky ha concluso il vertice esprimendo gratitudine verso i partecipanti e annunciando la preparazione di un secondo incontro. “Il successo più grande per noi è la fine della guerra”, ha dichiarato il presidente ucraino, definendo il summit svizzero come “il primo passo verso quell’obiettivo”. Tuttavia, ha aggiunto che “la Russia non è pronta a una pace giusta”, suggerendo che il cammino verso una risoluzione pacifica del conflitto sarà lungo e complesso.
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