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Europa

Zelenskyy e l’offerta a Mosca: una pace dal prezzo elevato?

Zelenskyy propone di terminare la fase calda della guerra in cambio dell’ingresso dell’Ucraina nella NATO, sfidando Occidente e Russia. Una mossa audace che solleva rischi e interrogativi geopolitici.

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Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky
Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky (© Depositphotos)

Volodymyr Zelenskyy, il carismatico e controverso presidente ucraino, non smette di sorprendere. Questa volta, il suo nome torna alla ribalta per un’offerta che sa di compromesso storico: mettere fine alla “fase calda” della guerra in cambio della membership della NATO per l’Ucraina. Un’idea ambiziosa, o forse disperata, che solleva più domande che certezze. Ma qual è il prezzo reale di questa proposta?

La NATO tra ambizione e rischio

La proposta di Zelenskyy appare tanto audace quanto calcolata. Per mesi, l’Ucraina ha chiesto a gran voce supporto militare e diplomatico, ricevendo in cambio miliardi di dollari in aiuti e armi. Ora, il leader ucraino sembra cambiare registro: “Dateci la NATO, e noi vi daremo la fine del conflitto”. Una dichiarazione che ha il sapore di una sfida lanciata direttamente ai vertici di Bruxelles e di Washington.

Ma il sogno di entrare nella NATO potrebbe trasformarsi in un incubo geopolitico. Mosca, con il suo atteggiamento sempre più ostile, ha già dichiarato che considererebbe tale passo come un’ulteriore provocazione, se non una dichiarazione di guerra. E qui sorge il dilemma: fino a che punto l’Alleanza Atlantica è disposta a mettere a rischio la sicurezza globale per accogliere un membro così ingombrante?

Il ruolo di Washington e il calcolo di Mosca

Dietro le quinte, Joe Biden e il suo staff osservano con attenzione. Per la Casa Bianca, la questione ucraina è diventata una spina nel fianco: da un lato, c’è il desiderio di sostenere un alleato democratico contro l’aggressione russa; dall’altro, il timore di un’escalation fuori controllo. A complicare il quadro, ci sono le elezioni presidenziali americane all’orizzonte, dove Donald Trump e altri candidati repubblicani criticano apertamente il supporto incondizionato a Kiev.

Intanto, Vladimir Putin non rimane a guardare. Il Cremlino ha mostrato una certa resilienza nonostante le sanzioni e continua a utilizzare il conflitto come leva per rafforzare la sua narrativa interna e minare l’unità occidentale. L’offerta di Zelenskyy potrebbe costringere Mosca a rispondere con un’escalation, oppure a tentare un nuovo approccio diplomatico per mantenere il controllo della situazione.

Il gioco delle apparenze

Al di là dei proclami ufficiali, resta un fatto incontrovertibile: l’idea di una pace “condizionata” da un ingresso nella NATO potrebbe non essere accettabile per molti membri dell’Alleanza, specie per quelli dell’Europa occidentale. Parigi e Berlino, ad esempio, sono notoriamente più caute rispetto a Varsavia e agli Stati baltici, che vedono la Russia come una minaccia esistenziale.

Ma per Zelenskyy, questa proposta potrebbe rappresentare una mossa geniale. In un colpo solo, costringe i partner occidentali a prendere una posizione chiara e al tempo stesso offre all’Ucraina una possibilità di negoziare da una posizione di forza, anche solo apparente. “Il mondo deve scegliere: pace o ambiguità”, ha dichiarato di recente il presidente ucraino, con il suo stile diretto e teatrale.

Un nodo geopolitico irresolubile

Quella di Volodymyr Zelenskyy non è solo un’offerta politica, ma un ultimatum diplomatico che mette a nudo le contraddizioni dell’Occidente. Accettare la sua proposta significherebbe aprire una nuova fase di tensioni globali; rifiutarla, invece, potrebbe equivalere ad abbandonare Kiev al suo destino. Nel frattempo, la guerra continua, e con essa il dolore di milioni di persone che attendono risposte che tardano ad arrivare.

In fondo, come scrisse qualcuno, “la pace non si compra al mercato, ma si paga col prezzo più alto: il coraggio”. E di coraggio, qui, ne servirà parecchio.

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