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Medio Oriente

Guerra Israele-Hamas, le notizie di oggi | Israele richiama il suo ambasciatore all’ONU. LIVE

Le notizie sul conflitto Israele-Hamas di lunedì 4 marzo 2024, in diretta

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Gaza distrutta dai bombardamenti israeliani
Gaza distrutta dai bombardamenti israeliani (© Depositphotos)
  • È il 148° giorno di guerra: oltre 30 mila le persone uccise a Gaza e 71.533 feriti dal 7 ottobre.
  • A che punto sono i negoziati: lo stallo, gli ostaggi e la durata della tregua.

Unrwa: «Israele ha torturato i nostri dipendenti arrestati»

Oggi, l’Unrwa, l’organismo delle Nazioni Unite dedicato all’assistenza ai rifugiati palestinesi, ha rivelato che alcuni componenti del suo team sono stati sottoposti a tortura da parte delle autorità israeliane nel corso degli interrogatori. L’agenzia ha specificato che “diversi impiegati hanno segnalato di essere stati obbligati ad ammettere mediante l’uso della tortura e altri abusi” mentre erano interrogati riguardo all’assalto di Hamas a Israele avvenuto il 7 ottobre.

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Israele ritira il suo ambasciatore all’ONU

Israele richiama il suo ambasciatore all’Onu in seguito al «silenzio» sulle violenze sessuali attribuite ad Hamas. Lo riferiscono fonti governative israeliane.

Reuters: «Appello della Casa Bianca per il cessate il fuoco»

Biden spera di convincere gli israeliani ad accettare la creazione di uno Stato palestinese

Joe Biden ambisce a raggiungere uno degli accordi più complessi e sfuggenti: persuadere Israele a riconoscere la formazione di uno Stato palestinese in cambio della normalizzazione delle relazioni con l’Arabia Saudita. Questo intento è evidenziato in un approfondito articolo del New Yorker dedicato a Biden, il quale ha illustrato tale accordo come un’opportunità per Israele di contrastare i propri nemici minimizzando le sofferenze non necessarie: «Potremmo stabilire condizioni che permettano di agire contro i leader di Hamas – come abbiamo fatto con bin Laden – evitando di considerare ogni palestinese un sostenitore di Hamas», ha dichiarato Biden.

«Quando Biden suggerì cautela, il governo israeliano gli ricordò le bombe USA sulla Germania»

Durante una discussione in cui Joe Biden esortava alla prudenza il gabinetto di guerra israeliano nella loro offensiva contro Hamas, i funzionari israeliani gli fecero notare che «gli Stati Uniti avevano condotto bombardamenti massicci contro la Germania nella Seconda Guerra Mondiale». A questa osservazione, il presidente degli Stati Uniti rispose evidenziando che proprio quell’esperienza storica aveva portato alla creazione delle Nazioni Unite e all’istituzione di regole internazionali per evitare la ripetizione di tali azioni. Questo scambio è stato riportato in un dettagliato articolo del New Yorker su Joe Biden e sulla sua “ultima campagna”.

Erdogan: «Necessario che il mondo musulmano si unisca»

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che il destino di qualsiasi nazione o popolo che appoggia le azioni di appropriazione sistematica avvenute nei Territori palestinesi dal periodo della Seconda guerra mondiale in poi non può essere considerato sicuro, come riportato dall’agenzia Anadolu.

Erdogan ha sottolineato l’impegno della Turchia a sostegno di Gaza e della Palestina, affermando che il paese proseguirà nei suoi sforzi di assistenza. Ha inoltre evidenziato l’importanza di un’unità all’interno del mondo islamico come elemento cruciale per affrontare e potenzialmente risolvere la crisi nella Striscia di Gaza.

«Revocare il blocco dei fondi per l’Unrwa»

Le agenzie umanitarie internazionali lanciano un allarme grave: senza un immediato cessate il fuoco, la mancanza di risorse essenziali come cibo, acqua e medicinali potrebbe portare a un vero e proprio sterminio, con stime che prevedono fino a 85.000 morti in poco tempo. Il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano, Antonio Tajani, ha evidenziato l’impegno dell’Italia nel sostenere queste agenzie fin dall’inizio della crisi, attraverso iniziative come l’operazione Vulcano e l’offerta di cure mediche nelle strutture ospedaliere italiane.

Una delle azioni prioritare per il governo italiano, secondo Alfio Nicotra, rappresentante dell’Aoi nella carovana solidale diretta a Rafah insieme ad Arci e Assopace Palestina, dovrebbe essere la revoca del blocco dei fondi destinati all’Unrwa, l’agenzia che si occupa dei rifugiati palestinesi e che dispone di una rete capillare essenziale per distribuire gli aiuti necessari. Inoltre, Silvia Stilli, presidente dell’Aoi, ha richiesto che le organizzazioni non governative italiane vengano coinvolte nel tavolo istituzionale che si occuperà di coordinare gli aiuti urgenti per la popolazione civile di Gaza.

Oms: «Gravi livelli di malnutrizione nei bambini di Gaza»

Durante una recente visita negli ospedali di al-Awda e Kamal Adwan a nord di Gaza, Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha constatato condizioni disastrose, tra cui estrema malnutrizione, bambini deceduti per fame, una grave penuria di carburante, alimenti e materiali sanitari, oltre alla distruzione di strutture ospedaliere.

Sul suo account X, il direttore dell’OMS ha descritto la situazione all’ospedale Al-Awda come particolarmente drammatica, a seguito della distruzione di uno degli edifici. Ha inoltre evidenziato che l’ospedale Kamal Adwan, l’unico ospedale pediatrico nella zona nord di Gaza, è stato sopraffatto dall’afflusso di pazienti. La mancanza di cibo ha portato alla morte di 10 bambini, mentre l’assenza di elettricità minaccia gravemente la cura dei pazienti, specialmente nelle unità critiche come la terapia intensiva e la neonatologia.

Ghebreyesus ha annunciato che l’OMS è riuscita a distribuire 9.500 litri di carburante a ciascun ospedale e a consegnare alcune forniture mediche essenziali. Ha fatto appello a Israele per assicurare che gli aiuti umanitari possano essere consegnati in modo sicuro e sistematico, sottolineando la necessità immediata di maggiore assistenza per i civili, in particolare i bambini, e il personale medico. Concludendo il suo messaggio, ha ribadito che la medicina più urgente di cui hanno bisogno i pazienti è la pace, invocando un cessate il fuoco.

La strategia USA su Israele: il ruolo di Benny Gantz

Secondo quanto riportato da Canale 7, emittente dei coloni, il ministro delle finanze Bezalel Smotrich ha offerto un’analisi critica alla Knesset sull’approccio dell’amministrazione americana verso Israele e il conflitto palestinese. Smotrich sostiene che gli Stati Uniti, di fronte a un governo israeliano di destra coeso e determinato, stiano cercando di sfruttare eventuali vulnerabilità, puntando su Benny Gantz, membro del gabinetto di guerra, per promuovere i loro obiettivi.

In particolare, durante un recente incontro tra Gantz e la vicepresidente Kamala Harris, l’amministrazione Biden avrebbe cercato di avanzare la propria agenda per il riconoscimento di uno Stato palestinese, vedendo in Gantz un “anello debole” suscettibile alle proprie influenze. Smotrich, leader del partito di estrema destra “Sionismo Religioso”, ha criticato la visita di Gantz negli USA, avvenuta nonostante il disaccordo del primo ministro Netanyahu, esortando Gantz a mantenere una posizione in linea con quella del governo israeliano e a opporsi ai piani americani per uno Stato palestinese.

Hamas: «Colloqui? Nessun progresso. Israele non ci dà risposte chiare»

Un dirigente di Hamas ha riferito al canale Al Mayadeen, con sede in Libano, che i negoziati per la liberazione degli ostaggi non stanno registrando progressi concreti, attribuendo a Israele la mancanza di “risposte chiare” in merito alle condizioni poste da Hamas. Queste condizioni includono specificamente un cessate il fuoco, il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza e il rimpatrio degli sfollati. Il funzionario ha enfatizzato l’importanza di queste richieste per Hamas, sottolineando che la decisione dell’organizzazione riguardo agli ostaggi israeliani dipenderà dalla risposta a queste richieste. Ha inoltre osservato che, nonostante gli sforzi dei mediatori egiziani e del Qatar, i negoziati incontrano notevoli ostacoli.

Borrell: «Mi unisco a Kamala Harris, serve subito una tregua»

L’alto rappresentante dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha espresso il suo sostegno all’appello per un immediato cessate il fuoco a Gaza, lanciato dalla vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris. Attraverso una dichiarazione su X, Borrell ha enfatizzato che non dovrebbero esistere impedimenti per l’adozione di una risoluzione in questo senso dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ha riconosciuto le parole di Harris, che ha evidenziato il tragico bilancio delle vittime e ha sollecitato Israele a garantire un accesso umanitario incondizionato. Borrell ha concluso affermando che è giunto il momento per il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di intervenire.

USA: «Israele ed Hezbollah? Una guerra non sarebbe contenibile»

L’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, Amos Hochstein, ha espresso a Beirut, davanti ai giornalisti, la convinzione degli Stati Uniti che solo una soluzione diplomatica possa risolvere in modo definitivo le ostilità in corso al confine tra Hezbollah e Israele. Hochstein ha sottolineato che un mero cessate il fuoco temporaneo non sarebbe adeguato per affrontare le radici del conflitto.

Hamas: «Consegnati i criteri per i prigionieri palestinesi»

Un alto funzionario di Hamas ha comunicato all’«Arab World Press», secondo quanto riportato dal «Times of Israel», che ora tocca a Israele muovere la prossima mossa nei negoziati sugli ostaggi, in seguito alla presentazione da parte di Hamas dei criteri relativi ai detenuti palestinesi che desidera siano rilasciati, inclusi almeno 20 individui condannati all’ergastolo. La fonte ha inoltre precisato che Hamas non sta richiedendo un rientro immediato degli abitanti di Gaza nella parte nord della Striscia, a causa dei rischi di sovraffollamento, ma auspica un rientro organizzato e progressivo di oltre 500 famiglie al giorno durante il cessate il fuoco, con il supporto della Croce Rossa e dell’UNRWA.

Gaza, delegazione parlamentari italiani: «Senza cessate il fuoco rischio altri 85 mila morti»

Durante la seconda mattinata di incontri a Rafah, una delegazione di parlamentari italiani ha evidenziato l’importanza cruciale dell’Unrwa (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente) nell’assistenza sanitaria nella Striscia di Gaza, criticando la sospensione dei fondi come una decisione miope.

Richard Brennan dell’OMS ha sottolineato la grave situazione nutrizionale, con il 15,6% dei bambini sotto il livello minimo di nutrizione, un drastico aumento rispetto all’1% precedente, e ha avvertito che senza un cessate il fuoco potrebbero verificarsi ulteriori 85.000 morti in sei mesi a causa di infezioni o malattie.

È stato segnalato che 1.500 camion di aiuti umanitari sono bloccati al valico a causa di estesi controlli che possono durare fino a 30 giorni. Se anche un solo articolo viene rifiutato dalle forze israeliane, l’intero carico viene respinto. Sahar Al-Jobury, capo dell’Unrwa in Egitto, ha rilevato che la sospensione dei fondi e le restrizioni di movimento stanno ostacolando gravemente l’operato dell’agenzia.

La delegazione ha espresso la necessità di confermare i fondi per l’Unrwa, aprire tutti i valichi, porre fine all’assedio della Striscia e cessare il fuoco, sottolineando che la stabilità della regione dipende dalla pace a Gaza. Amani Salah di Ocha ha enfatizzato l’urgenza di fermare il massacro e prevenire l’ascesa dell’estremismo attraverso la costruzione della pace.

I parlamentari italiani, tra cui Stefania Ascari, Carmela Auriemma, Angelo Bonelli, e altri, hanno programmato di visitare Al Arish prima di raggiungere il valico di Rafah, continuando la loro missione di solidarietà e di indagine sulla situazione umanitaria e politica a Gaza.

Hamas: “Non sappiamo quanti sono gli ostaggi ancora vivi”

In un’intervista concessa alla BBC, Basim Naim, un funzionario politico di Hamas, ha spiegato che l’organizzazione non è in grado di fornire a Israele un elenco degli ostaggi ancora in vita, in quanto ignora il loro numero esatto e la loro ubicazione. Naim ha evidenziato l’impossibilità tecnica e pratica di determinare chi tra gli ostaggi sia ancora vivo, chi sia morto a causa dei raid israeliani o per fame dovuta al blocco israeliano, sottolineando che gli ostaggi si trovano in diverse zone e sono detenuti da gruppi differenti. Ha anche menzionato che Hamas ha chiesto una tregua per poter raccogliere informazioni.

Durante il Ramadan, Hamas ha esortato i palestinesi in Cisgiordania e in Israele a ribellarsi contro lo Stato ebraico, con il portavoce di Hamas in Libano, Osama Hamdan, che ha incoraggiato a trasformare ogni momento del Ramadan in un confronto. Nonostante non abbia fornito dettagli sui negoziati per il cessate il fuoco, Hamdan ha lanciato un avvertimento a Israele e agli Stati Uniti, affermando che ciò che non è stato conseguito sul campo di battaglia non potrà essere ottenuto con manovre politiche.

Ostaggi in vita: per Israele basta il numero, non il nome

Fonti israeliane hanno chiarito che Israele non sta richiedendo a Hamas un elenco nominativo degli ostaggi ancora vivi, ma piuttosto il loro numero totale e la quantità di prigionieri palestinesi che Hamas desidera in cambio per il rilascio di ogni ostaggio, allo scopo di agevolare il processo di liberazione.

“Secondo le stime di Israele, ci sarebbero circa 40 ostaggi vivi suscettibili di essere liberati in un ‘accordo umanitario’, sebbene il conteggio preciso resti sconosciuto. È essenziale che Hamas fornisca questo dato per procedere”, hanno dichiarato le fonti citate dal giornale Yedioth Ahronoth. In assenza della lista richiesta da Hamas, Israele ha optato per non mandare una delegazione al Cairo per i negoziati mediati da Stati Uniti, Qatar ed Egitto.

CNN: danni a cavi del Mar Rosso, colpito il 25% del traffico di Internet

La CNN ha riferito che guasti ai cavi sottomarini nel Mar Rosso stanno causando significative interruzioni alle reti di telecomunicazioni mondiali, obbligando i provider di servizi Internet a deviare circa il 25% del traffico di dati tra Asia, Europa e Medio Oriente. HGC Global Communications, un’azienda di telecomunicazioni con sede a Hong Kong, ha indicato che un quarto del traffico dati tra queste regioni è stato influenzato. In una dichiarazione, l’azienda ha comunicato di essere impegnata nel reindirizzare il traffico per minimizzare gli inconvenienti per i suoi clienti e di offrire supporto alle imprese colpite dall’interruzione.

L’esercito israeliano smentisce le dimissioni dei portavoce

Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno fermamente smentito come “assolutamente inesatte” le affermazioni circolate questa mattina attraverso il canale televisivo Channel 14, riguardanti le presunte dimissioni del portavoce Daniel Hagari e dei suoi collaboratori più vicini.

Gaza, la vicepresidente USA Kamala Harris: «Cessate il fuoco adesso»

Kamala Harris, videpresidente USA

Kamala Harris, videpresidente USA

La vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, ha espresso la necessità di un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Questa dichiarazione, considerata dagli osservatori internazionali come l’intervento più incisivo da parte dell’alleato americano verso Israele, mira a porre fine agli attuali conflitti nella regione.

Durante la sua recente visita all’Edmund Pettus Bridge a Selma, Alabama, luogo noto per la tragica uccisione di attivisti 59 anni fa, Harris ha sottolineato che Israele deve fare di più per evitare una catastrofe umanitaria a Gaza. Queste osservazioni arrivano in seguito all’operazione militare avviata da Tel Aviv il 7 ottobre come risposta agli assalti di Hamas, che hanno portato alla morte di 1200 persone.

La vicepresidente ha anche esortato Hamas a liberare tutti gli ostaggi catturati il 7 ottobre e ha incoraggiato entrambe le parti a concordare i termini di un negoziato attualmente in discussione. La mediazione vede il coinvolgimento degli Stati Uniti, dell’Egitto, della Turchia, della Francia e del Qatar, e mira a stabilire una tregua di sei settimane in coincidenza con il mese di Ramadan.

Hezbollah: «Soldati israeliani tentano infiltrazione in Libano»

Hezbollah ha recentemente dichiarato che, per la prima volta da quando è iniziato il conflitto con Israele sei mesi fa, ci sono stati tentativi da parte di soldati israeliani di infiltrarsi in Libano. Il gruppo armato libanese, alleato dell’Iran e di Hamas, ha segnalato due tentativi infruttuosi di incursione da parte di truppe israeliane sul suolo libanese. In base a quanto riportato da Hezbollah attraverso due distinti comunicati, i loro combattenti sono riusciti a respingere il primo tentativo di infiltrazione vicino alla linea di demarcazione tra i due paesi, specificatamente presso Rmeish.

Wsj: persi da una settimana i contatti con Sinwar

Il Wall Street Journal ha riferito che Yahya Sinwar, il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, è irraggiungibile da circa una settimana per i vertici dell’organizzazione, attualmente impegnati in trattative per una tregua a Gaza. Secondo quanto riportato dal giornale, che cita fonti egiziane e del Qatar, ci sarebbero segnali di progressi graduali tra Hamas e Israele verso un accordo che potrebbe essere finalizzato prima dell’inizio del Ramadan.

Un esponente di spicco di Hamas ha suggerito che la prima settimana del Ramadan rappresenti un traguardo più realistico per la conclusione dell’accordo. Tuttavia, l’assenza di comunicazioni con Sinwar, figura chiave per l’approvazione dell’accordo, genera preoccupazione. L’ultima comunicazione di Sinwar alla leadership politica di Hamas in Qatar sottolineava la necessità di non affrettare un accordo relativo agli ostaggi.

Vi è inoltre la preoccupazione, da parte di Israele, che Sinwar possa auspicare un’escalation delle tensioni durante il Ramadan, in particolare temendo una possibile incursione israeliana nella città di Rafah, nel sud di Gaza, che potrebbe incitare alla rivolta i palestinesi residenti in Israele e in Cisgiordania. Un funzionario israeliano ha indicato al Wall Street Journal che vi è la percezione che Sinwar prediliga un’intensificazione delle tensioni piuttosto che un’interruzione dei combattimenti durante il mese sacro.

Biden rifiuta colloquio con Netanyahu dopo la “strage della farina”

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha deciso di non accettare una chiamata dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in seguito all’intervento delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) su civili palestinesi in attesa di ricevere aiuti umanitari nel nord di Gaza, come riportato da Sky News Arabiya basandosi su fonti proprie. Questo episodio ha contribuito ad aumentare le tensioni tra i due leader, con Biden che esprime preoccupazioni riguardo al mancato rispetto, da parte di Netanyahu, degli accordi relativi alla fornitura di aiuti alla popolazione palestinese.

Media egiziani: «Tangibili progressi nei negoziati su Gaza»

Notizie da fonti egiziane indicano che i mediatori di Egitto, Qatar e Stati Uniti, insieme agli inviati di Hamas, hanno compiuto “progressi tangibili” nei negoziati per una tregua a Gaza. Questo avanzamento è stato riferito da vari organi di informazione egiziani, inclusa l’emittente statale Al Qahera. I dialoghi, che si sono tenuti al Cairo per il secondo giorno consecutivo, vedono l’assenza dei rappresentanti israeliani. Al centro delle discussioni ci sono una proposta di cessate il fuoco della durata di sei settimane e il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza.

Israele: si dimette Daniel Hagari, portavoce dell’Idf

Un’improvvisa ondata di dimissioni ha colpito l’unità di comunicazione delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), segnando un momento significativo all’interno dell’organizzazione. Daniel Hagari, vicecapo dell’unità, ha presentato le sue dimissioni, evento seguito da quelle di figure chiave quali il colonnello Butbul, il colonnello Moran Katz e il tenente Richard Hecht, portavoce per i media internazionali. Il canale Channel 14, che ha riportato la notizia, indica come cause delle dimissioni ragioni “operativi e personali”.

Israele: la guerra finirà solo quando avremo eliminato Hamas

Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha affermato che le operazioni militari di Israele nella Striscia di Gaza continueranno fino alla completa eliminazione dei militanti di Hamas. Gallant ha sottolineato l’assenza di supporto esterno ai terroristi, evidenziando una strategia mirata alla risoluzione di priorità specifiche. “Questa guerra non terminerà senza aver eliminato Hamas”, ha dichiarato Gallant durante un recente incontro con i membri delle Forze di Difesa Israeliane (IDF).

Raid in Gaza: ucciso alto membro di Hamas

L’esercito di Israele ha annunciato l’uccisione di un prominente membro di Hamas durante un’operazione nei “campi centrali” della Striscia di Gaza, come riportato dai media locali. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno precisato che l’azione è stata condotta in collaborazione con il servizio di sicurezza interna Shin Bet, mirando a un attacco aereo che ha colpito il veicolo di Mahmoud Muhammad Abed Haz.

Un video dell’attacco è stato diffuso dalle IDF, che affermano che il militante palestinese era impegnato nella raccolta di fondi per le operazioni militari di Hamas e nel reclutamento di nuovi combattenti per il battaglione del quartiere Zeitoun di Gaza.

Dimissioni in serie tra i rappresentanti delle Forze di Difesa di Israele

Il vice capo dell’unità di comunicazione delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), il tenente colonnello Daniel Hagari, insieme a numerosi alti ufficiali del settore informativo dell’IDF, ha presentato le proprie dimissioni, secondo quanto riferito dall’emittente israeliana Channel 14.

Le fonti del canale televisivo indicano che le ragioni delle dimissioni risiedono in questioni di natura “professionale e personale”. L’emittente sottolinea l’eccezionalità di tali dimissioni di massa all’interno dell’esercito in un momento di conflitto attivo. Tra gli altri dimissionari vi sarebbe anche un altro tenente colonnello, Richard Hecht, portavoce dell’IDF per i media internazionali, oltre agli ufficiali Merav Granot e Tzupia Moshkovich, come menzionato da Channel 14.

Blinken: «USA impegnati a incrementare gli aiuti umanitari attraverso ogni via possibile»

Il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, ha dichiarato l’impegno dell’America a intensificare gli aiuti umanitari destinati alla Striscia di Gaza, utilizzando “ogni canale disponibile”. Blinken ha sottolineato l’urgenza di ampliare la portata degli aiuti per mitigare la grave crisi umanitaria che affligge l’enclave palestinese. Attraverso un messaggio notturno sul suo account X, ha evidenziato la necessità critica di fornire più cibo, acqua e sostegno alla popolazione. “Per questo motivo, gli Stati Uniti sono attivamente al lavoro per canalizzare più aiuti umanitari attraverso ogni mezzo a disposizione, inclusi i trasporti aerei”, ha precisato Blinken.

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