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Parigi fa storia: l’aborto protetto nella costituzione francese

La Francia compie un passo epocale per la tutela dei diritti delle donne, aprendo la strada all’iscrizione dell’aborto nella Costituzione e segnando un momento storico nel suo percorso legislativo

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Donne manifestano per le strade di Parigi per il diritto all'aborto
Donne manifestano a Parigi per il diritto all'aborto (© Agenzia Fotogramma)

Un passo epocale nel panorama legislativo francese ha preso forma al Castello di Versailles, dove il Parlamento ha espresso un voto storico favorevole all’iscrizione nella Costituzione della “libertà garantita” delle donne nel ricorso all’aborto. La Francia si appresta a diventare il primo Paese al mondo a inserire espressamente l’interruzione volontaria della gravidanza nella sua Legge Fondamentale.

L’avanguardia francese nel progresso

In un contesto globale in cui i diritti delle donne sono spesso messi alla prova, il primo ministro francese, Gabriel Attal, ha sottolineato l’importanza di questo passo avanti. “In un momento in cui i diritti della donna sono minacciati in tutto il mondo”, ha dichiarato Attal, “la Francia si alza e si pone all’avanguardia del progresso“. Questa iniziativa rappresenta un impegno preso da Macron oltre un anno fa, in risposta alle preoccupazioni scaturite dall’annullamento della sentenza che garantiva il diritto all’aborto negli Stati Uniti.

Una cerimonia solenne sull’orizzonte

Un segno tangibile dell’importanza di questo momento sarà la cerimonia prevista per l’8 marzo a Parigi. Il Castello di Versailles, da scrigno della monarchia a sede del potere parlamentare, ospiterà un evento senza precedenti, sottolineando l’eccezionalità della situazione.

Voto al congresso: numeri e resistenze

Il progetto di legge costituzionale ha già ottenuto il via libera dall’Assemblea nazionale e dal Senato. Reunite in Congresso, le due camere del Parlamento, senza distinzioni politiche ma in ordine alfabetico, hanno dimostrato il forte impatto politico della riforma. Per essere approvato definitivamente, il testo richiede il sostegno di almeno tre quinti dei parlamentari, 555 consensi che sembrano raggiungibili data la solidità delle maggioranze nelle camere.

Il Vaticano e la conferenza episcopale francese

Mentre il progetto riscuote consensi, la Pontificia Accademia per la Vita, attraverso una nota dal Vaticano, ribadisce la sua posizione contro l’aborto. Sostenendo la Conferenza Episcopale francese, l’Accademia afferma che “non può esserci un diritto a sopprimere una vita umana”. Questo posizionamento mette in luce il dibattito etico e religioso che circonda questa riforma.

La formula definitiva e le implicazioni

Una volta ottenuto l’avallo legislativo, la revisione sarà iscritta in via definitiva nella Costituzione. La formula precisa stabilirà che “la legge determina le condizioni nelle quali si esercita la libertà della donna di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza“. Questa modifica renderebbe ogni tentativo di limitare l’accesso all’aborto suscettibile di censura da parte del Consiglio Costituzionale.

Il giudizio pubblico e il futuro politico

Il popolo francese sembra favorevole all’innovazione legislativa, con due su tre in favore dell’iscrizione dell’aborto nella Costituzione. Gli analisti politici vedono questo voto come un primo test per il presidente Macron e l’esecutivo Attal, che intendono continuare a modificare la Legge Fondamentale entro la fine del quinquennio. L’ultima modifica costituzionale in Francia risale a 16 anni fa, sotto la presidenza di Nicolas Sarkozy.

Contesto internazionale e prospettive future

Mentre gli Stati Uniti affrontano sfide simili, con diversi stati che limitano o vietano l’aborto, e in Europa il diritto all’aborto è minacciato in alcuni paesi, la Francia emerge come pioniere in questa battaglia per i diritti delle donne. La torre Eiffel, simbolo della nazione, ha celebrato questo momento unico illuminandosi e scintillando con il messaggio inequivocabile: “Mon corps, mon choix” – “mio il corpo, mia la scelta”. La Francia si appresta a scrivere un nuovo capitolo nella sua storia legislativa, ponendosi all’avanguardia nella tutela dei diritti delle donne.

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