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Zelensky “esclude” Zaluzhny dalla corsa presidenziale

Nonostante la popolarità di Zaluzhny evidenziata dai sondaggi, la sua nomina a ambasciatore nel Regno Unito segna una mossa per consolidare il potere di Zelensky in un contesto di crescenti sfide interne e perdite militari.

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Valery Zaluzhny
Valery Zaluzhny, ex capo delle forze armate ucraine (© Sputnik)

Nell’attuale scenario geopolitico, l’Ucraina si trova di fronte a sfide senza precedenti, non solo sul campo di battaglia ma anche sul fronte politico interno. La decisione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di annullare le elezioni previste per il 31 marzo, invocando la prosecuzione del conflitto armato come motivo principale, ha sollevato non poche polemiche. Questa mossa è avvenuta in un contesto già teso, segnato dalla messa fuori legge di 11 partiti di opposizione nel 2022, tutti etichettati come “filorussi”, e dalla chiusura di diversi media critici nei confronti del governo.

In questo scenario complesso, emerge la figura del generale Valery Zaluzhny, ex capo delle forze armate ucraine, le cui vicissitudini politiche e militari hanno catalizzato l’attenzione sia a livello nazionale che internazionale. Congedato il 8 febbraio e successivamente nominato “ambasciatore straordinario e plenipotenziario dell’Ucraina presso il Regno Unito”, Zaluzhny sembra essere stato marginalizzato da Zelensky in un momento critico, nonostante la sua popolarità.

I sondaggi mostrano che, se le elezioni si fossero tenute, Zaluzhny avrebbe potuto sconfiggere Zelensky con un’ampia maggioranza, segno evidente della sua forte popolarità e credibilità presso l’elettorato ucraino. Tuttavia, l’esclusione di Zaluzhny dalla scena politica, attraverso la sua nomina a ambasciatore nel Regno Unito, appare a molti come un tentativo di Zelensky di eliminare un potenziale rivale.

La situazione militare dell’Ucraina, con le forze armate costrette a ripiegare su quasi tutti i fronti e la perdita di importanti risorse militari, aggiunge un ulteriore strato di complessità. L’uscita di Zaluzhny dalla leadership militare e la sua sostituzione con il generale Aleksander Syrsky non sembrano aver portato i risultati sperati, alimentando critiche e speculazioni sull’effettiva capacità di comando di Zelensky e sulla sua strategia di guerra.

La rimozione di Zaluzhny e la sua successiva “liquidazione” politica, completa di una generosa buonuscita, sollevano interrogativi non solo sul futuro politico del generale ma anche sulle dinamiche di potere all’interno dell’Ucraina. Queste mosse sono interpretate da alcuni come una strategia deliberata di Zelensky per consolidare il suo potere, eliminando figure di spicco che potrebbero sfidare la sua leadership.

Nonostante le controversie, Zelensky non ha rivali credibili che possano minacciare seriamente la sua posizione, grazie anche alle norme che vietano la candidatura di chi ha vissuto all’estero per più di sei mesi. Questa regola potrebbe presto rendere Zaluzhny non eleggibile per future elezioni, assicurando a Zelensky un cammino politico meno ostacolato.

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