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Breve storia del tabellone e campionato di Serie A

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Stadio di calcio
Stadio di calcio (© Depositphotos)

C’è qualcosa di poetico nel modo in cui noi italiani seguiamo la rincorsa al titolo di Serie A, ci hai mai pensato? Non si tratta di un semplice elenco di squadre che si sfidano due volte l’anno per fare punti in casa o in trasferta. Questo è un vero rito, fatto di competizione, grandi atmosfere e tanta scaramanzia.

Ogni settimana infatti abbiamo un appuntamento fisso, fatto di alti e bassi, ma anche di gioie e dolori che si esprimono con pronostici e statistiche. E così un fitto calendario di eventi e match tutti da seguire non fa altro che diventare motivo di grande interesse per tifosi e “allenatori da bar”.

Per comprendere come viviamo e soprattutto come si viveva il calcio in Italia è interessante fare una breve panoramica. Sarà come guardarsi allo specchio per scoprire chi eravamo e chi siamo diventati quando si parla di calcio!

Quando il campionato era solo un progetto amatoriale

Non tutti sanno che dietro a questa forte passione, esiste un mondo e una storia lunga un secolo, fatta di radio, scudetti cuciti a mano e di un’Italia che sembra lontana anni luce. Ma in realtà la passione è sempre rimasta invariata fin dall’anno della fondazione del massimo campionato.

Era il 1898 quando prendeva il via la prima edizione del torneo con la popolare formula a girone unico. E come puoi immaginare, le cose erano piuttosto diverse, ma non a livello strutturale, perché ancora oggi abbiamo gli incontri di andata e ritorno. Erano gli strumenti per vivere il calcio a raccontare una narrazione diversa, e in qualche modo era lo stesso coinvolgimento dei tifosi a sembrare diverso.

In quei primi due decenni del campionato italiano, ogni organizzazione era abbastanza semplice, amatoriale, e l’interesse del pubblico era piuttosto basso. Incredibile ma vero!

Gli anni Quaranta, il cambio rotta e il Grande Torino

In questo scenario erano due squadre a dominare le scene: il Genoa e la Pro Vercelli. Ma questo dualismo non era destinato a durare a lungo, soprattutto con l’incalzante forza dell’asse Milano–Torino. Prima ancora di arrivare in quella fase ci sono stati attimi di gioia per il Bologna nei primi anni Quaranta, insieme a Fiorentina, Lazio e Roma. In quel periodo faceva molto ridere pensare che queste squadre del centro Italia fossero pronte a rompere l’egemonia “nordista” che regnava sul campionato di calcio. Un discorso un po’ assoluto e al limite dell’assurdo, ma diverte scoprire ciò che si pensava in quel tempo.

Ma non possiamo parlare di quel periodo storico senza citare il ruolo del Grande Torino1, una formazione talmente forte da non avere rivali per un lungo periodo.

Il suo periodo storico è indimenticabile, e viene raccontato e tramandato da padre a figlio, proprio per ricordare quel club leggendario, simbolo degli anni Quaranta. Per non parlare poi del suo tragico epilogo, con la sciagura aerea in cui persero la vita tutti i giocatori. Era il 4 maggio 1949 e quella giornata passò alla storia come la tragedia di Superga.

Poi arrivò il turno del Milan di Rocco, della Grande Inter e della cosiddetta Juventus operaia.

Dal passato al presente tecnologico

Guardare alla storia del calcio italiano significa anche considerare gli strumenti che hanno reso grande questo campionato. Chi è cresciuto tra gli anni ’70 e ’90 saprà bene che le lavagne della Domenica Sportiva erano un appuntamento fisso per gli appassionati. Si trattava di tabelloni fisici, aggiornati (più o meno) in tempo reale con scritte manuali e calamite, perché quella era la “modernità”.

Poi arrivò “Tutto il calcio minuto per minuto” e il tabellone diventò sonoro, prima di abbracciare la stravagante domenica tra risate e intrattenimento, segnata da “Quelli che il calcio”. Niente di tutto ciò ha qualcosa in comune con il tipo di informazione che viviamo oggi: Sky, DAZN2, app su smartphone e notizie che si rincorrono davvero in tempo reale, grazie alla digitalizzazione di ogni settore.

Ma il progresso ci ha forse tolto qualcosa? In realtà sì, e lo sanno bene i più nostalgici: il calcio di un tempo era più sentito, un simbolo di aggregazione e condivisione. Oggi è un motivo per competere e sfogare rabbia, delusioni e gioie contro gli avversari.

Le grandi dinastie sportive

La classifica per lo scudetto è sempre stata uno specchio fedele di chi siamo, stagione dopo stagione. Lo era negli anni del Grande Torino, visto e descritto come il simbolo di un Paese che cercava di rinascere una volta conclusa la guerra. Ma lo era anche negli anni ’80, periodo della cosiddetta Milano da bere, con Inter e Milan a conquistare i riflettori come squadre simbolo. E dopo il dominio del Nord, è arrivato il riscatto del Sud, grazie al Napoli che ha segnato un ritorno alla competizione vera.

Negli anni ’30 dominava la Juventus, poi arrivò il Grande Torino, simbolo romantico e purtroppo dal finale tragico. Poi siamo passati agli anni ’50 con il Milan dello svedese Nordahl, all’Inter di Herrera e quindi di nuovo alla Juve operaia per gli anni Settanta. Ogni decennio della serie A ha avuto la sua squadra, e noi abbiamo potuto assistere a una serie di cicli più o meno continui.

Pensiamo, per esempio, al Napoli di Maradona, pronto a dominare la serie A con un anticipo di 30 anni dall’ultimo trionfo. Oppure possiamo considerare l’Inter, che dopo anni di montagne russe e dispiaceri, ora sembra aver ritrovato stabilità (tocchiamo ferro, perché i tifosi sono anche molto scaramantici). E ora invece la Juve resta in agguato3, anche se vive un periodo di ricostruzione.

Del resto il calcio non è solo il qui e ora, ma l’emozione del prossimo colpo di scena.

La “nuova” Serie A tra calcoli e digitale

La matematica è il valore aggiunto della Serie A: ogni domenica infatti ci trasformiamo improvvisamente in esperti di statistica quando si tratta di calcolare il distacco in classifica in punti, la differenza reti e molto altro ancora. Ma la verità è che nessuna formula matematica può misurare la tensione che viviamo prima, durante e dopo un match decisivo, quando in palio ci sono punti importanti.

Oggi però è cambiato anche il modo in cui viviamo le partite: una volta erano la radio e la TV a scandire le forti emozioni di un match combattuto. Ci si incontrava in casa con amici e parenti, al bar o nelle piazze per fare gruppo di ascolto.

Oggi lo sport passa ovunque grazie al digitale: dai social media allo streaming4 fino alla TV. Praticamente se ti trovi a seguire una partita in streaming, non cerchi più informazioni e divertimento, ma un contenuto da ammirare come e quando vuoi. Ovviamente solo se paghi con un cospicuo abbonamento, sia chiaro!

E in questo clima così digital anche le squadre non giocano più solo per la vittoria, ma per la narrativa finale e per primeggiare tra reel, tendenze e social. Praticamente la Serie A è diventata una serie televisiva con cadenza settimanale, ma del resto il calcio è un grande racconto collettivo, che muta di epoca in epoca.

E cosa vedremo in futuro?

La domanda resta aperta, perché siamo tutti curiosi di capire una sola cosa: come sarà il futuro del calcio? Indiscutibilmente sarà sempre più interattivo, al limite dell’olografico tanto per intenderci, e sempre più personalizzabile. Forse potremo navigare sempre di più, sfruttando anche le innovazioni come la realtà aumentata5 e l’intelligenza artificiale per trasformare il calcio in un videogioco.

Ma ciò che sotto sotto resterà è il modo in cui ci appassioniamo, sogniamo e litighiamo dopo ogni partita, pronti a difendere la nostra squadra del cuore. Il finale sarà sempre tutto da scrivere: e chissà se quest’anno saranno Napoli, Roma, Inter e Milan ad avere un ruolo da protagoniste, oppure se arriveranno altri outsider.

Considerazioni finali

Ci sono momenti storici indelebili nelle menti di un vero appassionato di calcio e ci sono ancora tante pagine da scrivere. La corsa allo scudetto non è mai stata così viva ed entusiasmante, ma soprattutto coinvolgente come ora. Grazie a funzionalità, servizi in streaming e TV da portare dove e quando vuoi, ogni momento di una partita può diventare convivialità, condivisione e uno spunto di puro divertimento.

E noi saremo sempre lì a chiederci: chissà chi la spunterà quest’anno! Napoli, Roma e Inter sono davanti, la Juve è in agguato e il Milan è pronto a lasciare il segno su quel benedetto tabellone del campionato di Serie A.

  1. Il Grande Torino vive ancora a Superga: l’omaggio di tutta la città e del presidente Cairo, Scritto da Simone Battaggia e Mario Pagliara, Pubblicato dalla Gazzetta dello Sport
  2. La richiesta di Dazn: Caro pirata paga e scusati, scritto da Jacopo Aliprandi, pubblicato da Il Corriere dello sport
  3. Griglia scudetto: Napoli e Inter davanti, Juve in agguato, Scritto da Xavier Jacobelli, Pubblicato da Scommesse.io
  4. DAZN fa chiudere il sito illegale di calcio in streaming più famoso d’Italia “per proteggere i tifosi”, Scritto da Fabrizio Rinelli, Pubblicato da Fanpage Quotidiano
  5. Napoli, al Pascale il primo esperimento di realtà aumentata in Campania e nel sud Italia, Scritto da Redazione, Pubblicato da Il Mattino

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