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Decesso in ospedale dopo complicazioni chirurgiche, la Procura apre un’inchiesta

Un uomo di 64 anni muore all’Ospedale Maggiore di Bologna dopo quattro interventi chirurgici. La famiglia denuncia presunta malasanità, la Procura apre un’inchiesta per omicidio colposo e lesioni.

Redazione Bologna

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Medici in sala operatoria
Medici in sala operatoria (© Depositphotos)

L’8 agosto scorso un uomo di 64 anni è deceduto all’Ospedale Maggiore di Bologna, dopo due mesi di ricovero e quattro interventi chirurgici. La vicenda ha suscitato un’ondata di sconcerto e ha aperto una serie di interrogativi sulla gestione del caso da parte dell’ospedale. La moglie e la figlia dell’uomo, assistite dall’avvocata Chiara Rinaldi, hanno presentato un esposto, portando all’apertura di un fascicolo per omicidio colposo e lesioni colpose.

Il ricovero e l’evoluzione del caso

Il 4 giugno, l’uomo era stato ricoverato presso l’Ospedale Maggiore a causa di forti dolori allo stomaco e alla schiena, riconducibili a piccoli calcoli. Tuttavia, il quadro clinico si è complicato rapidamente. Già il 18 giugno, il paziente ha subito il primo intervento chirurgico. Secondo le ipotesi avanzate dai familiari, durante questo intervento, un tratto del duodeno sarebbe stato accidentalmente perforato, provocando una serie di complicazioni che hanno reso necessario un ulteriore intervento di emergenza il 12 luglio.

Quattro interventi chirurgici e la fine in rianimazione

Il secondo intervento, considerato critico, ha comportato l’asportazione di diversi organi. Nonostante gli sforzi del team medico, il paziente è stato trasferito nel reparto di Rianimazione, dove è rimasto fino al giorno del decesso, avvenuto l’8 agosto. La dinamica degli eventi e l’escalation delle complicazioni hanno portato i familiari a sospettare gravi negligenze nel trattamento medico ricevuto.

Indagini e azioni legali

In seguito alla presentazione dell’esposto, la Procura di Bologna ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e lesioni colpose, affidando il caso al pubblico ministero Marco Imperato. Contestualmente, è stata disposta l’autopsia sul corpo della vittima per chiarire le cause esatte del decesso. Le indagini sono state affidate ai carabinieri del NAS, che hanno già provveduto al sequestro della documentazione clinica per esaminare le procedure adottate durante il ricovero e gli interventi chirurgici.

Le parti coinvolte e le difese

I medici coinvolti nella vicenda sono difesi dagli avvocati Ciriaco Rossi e Francesco Cardile, i quali hanno nominato come consulenti di parte i dottori Andrea Casolino e Laura Mastrangelo. La loro difesa si concentrerà sulla verifica della correttezza delle operazioni svolte e sul tentativo di escludere la presenza di negligenze mediche.

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