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Genova

Tunnel della Val Fontanabuona: la disperazione delle famiglie espropriate

Così il progetto del tunnel della Val Fontanabuona sconvolge vite e legami, lasciando famiglie nell’angoscia dell’esproprio e nell’incertezza del futuro

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Rapallo ( © Depositphotos)

Il progetto di costruzione del tunnel della val Fontanabuona, che dovrebbe sbucare a Rapallo nella zona di Santa Maria, ha destato preoccupazione e disperazione tra le famiglie coinvolte, le cui vite sono sconvolte dall’imminente esproprio delle loro abitazioni e terreni. Il tunnel che dovrebbe

Famiglie abbandonate a se stesse

Dalla pubblicazione dei nomi il 25 marzo, le famiglie coinvolte hanno avuto solamente trenta giorni per presentare le loro osservazioni ad Autostrade. Tuttavia, il supporto istituzionale sembra latitare, con il Comune che non ha ancora istituito un ufficio dedicato a fornire informazioni e assistenza alle 135 persone coinvolte.

Il legame con la casa

Una delle famiglie destinate a lasciare la propria casa è legata ad essa da diverse generazioni. L’abitazione, una bifamiliare, custodisce i ricordi preziosi di nonni, bisnonni e zii. Eleonora, una degli abitanti, condivide l’emozione di un legame profondo: “Sono entrata in questa casa che avevo un anno e mezzo”. L’idea di dover abbandonare la loro dimora è un duro colpo per Eleonora e sua figlia. La bambina, cresciuta in quella casa, sente di appartenere a quel luogo. Eleonora racconta: “Mia figlia è dal giorno del suo terzo compleanno che ripete che lei vivrà qui per sempre”.

Un’oasi minacciata

La casa rappresenta un porto sicuro per Eleonora e sua figlia, un luogo di gioia e serenità, soprattutto durante i momenti difficili come il lockdown. Eleonora descrive il giardino e l’orto come luoghi di crescita e divertimento per sua figlia, ma ora anche questi spazi sono minacciati.

Il peso della incertezza

L’incertezza legata al progetto del tunnel ha avuto gravi conseguenze sulla salute e il benessere della famiglia. Eleonora rivela: “Da anni le voci a proposito di questo tunnel non ci fanno dormire tranquilli, negli ultimi mesi non ci fanno proprio dormire e ne risente anche la salute”. La mancanza di comunicazione e supporto da parte delle autorità locali ha accentuato il disagio delle famiglie coinvolte. Eleonora esprime amarezza per il modo in cui sono stati trattati: “I nostri nomi sono stati sbattuti sul giornale, senza nessuna comunicazione, con appena 30 giorni per fare le nostre osservazioni ad Autostrade“.

Un appello per il sostegno e la solidarietà

La storia delle famiglie espropriate dal tunnel della val Fontanabuona è un monito sulle conseguenze devastanti dei grandi progetti infrastrutturali sulle vite delle persone. È fondamentale che le istituzioni locali forniscano un sostegno adeguato e un’assistenza compassionevole a coloro che sono colpiti da tali iniziative, garantendo il rispetto dei loro diritti e della loro dignità.

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