Seguici su

Italia

Sette anni fa la sparizione di Giulio Regeni. Tajani: «Lavoriamo per la verità»

Il ministro degli Esteri da Trieste: «Ho chiesto all’Egitto di contribuire all’individuazione dei responsabili»

Alessandro Cesare

Pubblicato

il

Paola Deffendi e Claudio Regeni, genitori di Giulio
Paola Deffendi e Claudio Regeni, genitori di Giulio (© Agenzia Fotogramma)

TRIESTE – Era il 25 gennaio del 2016 quando si persero le notizie di Giulio Regeni, il ricercatore friulano che in quel momento si trovava a Il Cairo, in Egitto. Il suo corpo fu ritrovato qualche giorno dopo, il 3 febbraio, ai bordi dell’autostrada con evidenti segni di tortura. Da quel momento la famiglia Regeni cerca e pretende verità e giustizia. Verità e giustizia che tardano ad arrivare, vista anche la mancata collaborazione del governo di Al Sisi.

Sul caso è tornato anche il governo, con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, arrivato a Trieste per una conferenza sui Balcani, assicurando che non ci sarà «alcun tentennamento» per fare luce sulla vicenda. «Continuiamo a lavorare per raggiungere la verità, perché i colpevoli dell’omicidio vengano condannati» – ha detto Tajani.

Tajani: «Fare piena luce sui colpevoli»

«Continueremo a insistere con l’Egitto perché si possa fare piena luce e i colpevoli possano essere perseguiti. Ho chiesto al presidente egiziano e al ministro degli Esteri di contribuire finalmente a trovare una soluzione che permetta di colpire i colpevoli al termine di un processo. Ma dobbiamo parlare con l’Egitto su altri temi perché noi abbiamo il dovere di garantire la stabilità del Nord dell’Africa e della Libia».

Il ministro risponderà a un question time in Parlamento sul caso Regeni, relazionando anche sulla sua visita in Egitto lo scorso fine settimana. «Risponderò, dirò quello che penso e quello che è accaduto. Sono sempre stato in prima fila quando si è trattato di affrontare la questione Regeni anche in Parlamento Europeo», ha spiegato.

Il ministro ha anche voluto lanciare un messaggio rassicurante alla famiglia di Giulio, che nei giorni scorsi aveva espresso qualche perplessità sui rapporti tra l’Italia e l’Egitto: «Noi facciamo una politica estera per garantire la sicurezza nell’area del Mediterraneo. L’obiettivo della visita era quello di affrontare l’emergenza immigrazione, l’emergenza terrorismo, perché c’è una presenza crescente di terrorismo nell’area subsahariana, e risolvere la questione libica, per noi è fondamentale. Ma questo non significa che non continuiamo a insistere per far luce su tutto ciò che è accaduto e che ha portato all’omicidio di un ragazzo italiano che studiava in Egitto. Non c’è alcun dubbio. Non è cambiata la nostra posizione», ha concluso Tajani.

Continua a leggere le notizie di DiariodelWeb.it e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *