Motori
I nuovi brand orientali conquistano l’Italia, il 44% li considera per la prossima auto
Sempre più italiani considerano un’auto di un nuovo marchio orientale. Prezzo competitivo, tecnologia e sostenibilità guidano la crescita, ma fiducia e notorietà restano le sfide da vincere nel mercato auto italiano

Il mercato dell’auto in Italia sta attraversando una trasformazione epocale. Tra il 2021 e il 2025 sono arrivati 21 nuovi marchi, per il 90% di origine cinese, e il numero potrebbe superare i 30 entro il 2028. La loro quota di mercato è salita dallo 0,4% del 2021 al 6,6% nell’agosto 2025, segno di una crescita impetuosa e inarrestabile.
Secondo la ricerca “Brand emergenti e nuovi orientamenti di dealer e consumatori nel settore automotive”, realizzata da AutoScout24 e Quintegia con la collaborazione di MY PR, l’Italia si trova oggi di fronte a un nuovo equilibrio tra marchi tradizionali e brand emergenti.
Coabitazione strategica e non competizione
Come spiega Gioia Manetti, CEO di AutoScout24 Italia e AutoProff Italy, non si tratta di una lotta ma di una “coabitazione strategica” tra case automobilistiche: «Ogni player può conquistare segmenti specifici del mercato, valorizzando il proprio DNA e rispondendo ai nuovi bisogni dei consumatori».
I giovani e chi sceglie l’elettrico mostrano una maggiore apertura verso i nuovi marchi orientali, attratti da tecnologia e prezzi competitivi, ma la vera sfida resta la fiducia nel brand.
Consumatori sempre più curiosi
Il 44% degli automobilisti italiani considera oggi un marchio orientale per il prossimo acquisto, con un aumento del 3% rispetto all’anno precedente.
Tra i brand più riconosciuti emergono BYD, EVO, MG, Omoda & Jaecoo e Sportequipe.
Le motivazioni principali sono il rapporto qualità/prezzo (91%), innovazione tecnologica (43%) e design e sostenibilità.
Tuttavia, i consumatori restano cauti: il 69% dichiara di non conoscere o non fidarsi dei nuovi marchi, mentre il 39% solleva dubbi sulla qualità e affidabilità e il 38% lamenta una rete di assistenza ancora limitata.
Il punto di vista dei concessionari
Dal punto di vista dei concessionari, otto su dieci rappresentano ancora brand storici, ma quasi la metà (46%) ha già inserito un marchio orientale nel proprio portafoglio.
I motivi principali?
- Rapporto qualità/prezzo (80%)
- Potenziale di crescita (58%)
- Investimento iniziale ridotto (52%)
Il cliente tipo dei nuovi brand è un privato tra 45 e 59 anni, con reddito medio tra 1.200 e 3.500 euro, a conferma che si tratta di una fascia intermedia e consapevole del mercato.
Prezzi competitivi e posizionamento mirato
I nuovi brand orientali puntano sui SUV elettrici e ibridi plug-in, con prezzi compresi tra 30.000 e 60.000 euro, inferiori del 20-30% rispetto ai concorrenti europei nei segmenti C e D.
Questa strategia permette loro di penetrare nel mercato offrendo valore e innovazione a costi accessibili, anche se la notorietà del marchio resta un punto debole.
Marketplace e comunicazione, leve decisive
Il 74% dei dealer riconosce che i marketplace digitali, come AutoScout24, sono fondamentali per aumentare la visibilità dei brand emergenti.
Tuttavia, il marketing e la comunicazione restano una debolezza strutturale: solo il 10% dei dealer li considera un punto di forza, contro il 32% dei brand storici.
Come osserva Giorgio Cattaneo, presidente di MY PR, «la sfida non si gioca solo sul prodotto, ma sulla capacità di costruire una brand identity riconoscibile, capace di parlare alle generazioni e ai mercati locali».
La sfida del futuro
Il futuro del mercato automobilistico italiano sarà determinato dalla capacità dei nuovi brand orientali di costruire fiducia e riconoscibilità.
Chi saprà interpretare le peculiarità del mercato italiano e investire in marketing, assistenza e comunicazione locale potrà diventare protagonista di una nuova stagione automobilistica.
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