Opinioni
Adele Lamonica: «La lezione di Aldo Moro per la pace: con gli avversari si dialoga»
Adele Lamonica, responsabile scientifico di Vita, presenta al DiariodelWeb.it il convegno al Capranichetta di Roma nel 45° anniversario della morte di Moro
«La sovranità rapita e le sovranità immaginate». Questo è il titolo dell’evento organizzato domani a partire dalle 9 al Capranichetta di Piazza Montecitorio a Roma, di fronte al Parlamento, dal partito Vita. Una data non casuale, quella del 9 maggio, quarantacinquesimo anniversario della morte di Aldo Moro, figura simbolica di questa battaglia innanzitutto per la sovranità nazionale. Lo spiega in quest’intervista al DiariodelWeb.it Adele Lamonica, psicopedagogista, counselor, biosimbologa, formatrice, scrittrice e responsabile scientifico di Vita.
Dottoressa Adele Lamonica, di sovranità in questi anni si parla molto, fin troppo, spesso a sproposito. Voi che cosa intendete con questo concetto?
Le parole hanno un peso enorme nella costruzione della realtà, non solo individuale e interiore, ma anche sociale. Si fa un grande parlare di sovranismo, di chiusura dei propri territori nei confronti dell’esterno, che però è molto diverso dalla sovranità. C’è la stessa differenza che passa tra autorità e autorevolezza.
In che senso?
La sovranità che noi portiamo avanti è la creazione di nuovi spazi di libertà sociale e politica, in cui l’individuo possa veramente esprimere la propria responsabilità e le proprie scelte. Negli ultimi anni questa è stata calpestata, e lo è ancora oggi. E l’evento scatenante del declino di questa sovranità è stato proprio il 9 maggio di 45 anni fa, quando Aldo Moro fu sottratto al suo progetto politico originario.
Come mai avete scelto la figura di Moro come simbolo?
Perché è stato il primo vero uomo del dialogo. Il suo era un progetto politico di totale indipendenza rispetto alle dinamiche storiche che si andavano disegnando in quel periodo. E la sua pacata ribellione rispetto alle logiche di sistema del tempo la pagò molto cara. Questo determinò una svolta epocale tra ciò che avrebbe potuto essere e ciò che effettivamente è stato.
Nella sua visita agli Stati Uniti del 1974, Moro ebbe il coraggio di smarcare la politica estera italiana dall’eccessivo controllo di Washington. Oggi questo non accade più.
Esattamente. Moro fu uno statista che aveva creato spazi di libertà e sovranità reale. Che li progettava con un cambio di direzione che passava dal dialogo, anche con quelli che in quel momento erano gli avversari. Successivamente non c’è più stato uno slancio di dignità e d’indipendenza come il suo.
Dialogo con gli avversari che oggi sarebbe imprescindibile per immaginare una pace tra Ucraina e Russia.
Il progetto di fondo di Vita non è quello di soffermarsi sul problema, come ha fatto la politica italiana in questi ultimi anni a partire dalla spettacolare kermesse della pandemia, bensì di costruire una soluzione. Per questo per noi l’idea di pace non significa concentrarsi sempre sulla guerra, ma al contrario parlare di disarmo, di demilitarizzazione del territorio occupato, di nuovo dialogo tra culture, religioni e popolazioni.
Tornare ai fondamentali, insomma.
Sembrano discorsi banali, ma non lo sono, perché poi non vengono mai realizzati. Ci si riempie la bocca di termini come il dialogo, che però non trovano mai una propria concretizzazione. Non c’è la volontà di costruire un linguaggio che vada verso la soluzione invece di rimanere sul terreno del problema. Per dirla in poche parole, siamo intrisi di morte, una cultura che ci sta perseguitando da parecchio tempo.
Vi sorprende che a portare avanti una politica contraria a quella che avete descritto sia un governo che si definisce sovranista?
Come dicevo prima, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Si può affermare ciò che si vuole per ottenere il consenso, ma poi dobbiamo misurare ciò che viene operato in pratica. Mi sembra che una vera politica di sovranità presupporrebbe un totale cambio di rotta. Non si può dire di essere contro la guerra e poi foraggiarla con i missili. Un governo di pace dovrebbe dialogare per la pace.
Voi vi rivolgete prima di tutto ai giovani, non a caso i ragazzi delle scuole superiori sono stati apertamente invitati al vostro convegno.
Sì. Siamo vittime di un linguaggio che ci ha costretti in strutture cognitive chiuse, prigioniere, sacrificando la propria libertà di scelta. E questa stortura ha insistito molto soprattutto sui canali della sanità e dell’educazione. Pensi che sui libri di testo dei bambini si legge che se vedono un compagno senza mascherina lo devono dire alla maestra: si insegna la delazione. E questa è solo la punta dell’iceberg. La costruzione di una mentalità nuova non può che passare dalle giovani generazioni. Altrimenti non si può sradicare modelli molto resistenti, basati sulla paura.
Il lavoro da fare è molto e infatti questo non sarà l’unico evento che avete in programma.
Ci saranno altre iniziative culturali sui territori, ma non soltanto. Abbiamo anche progettato quella che chiamiamo l’Accademia della nuova politica, che partirà a settembre e proseguirà per tutto il corso del prossimo anno. Insegneranno varie figure, concentrandosi soprattutto proprio sulla costruzione di questi nuovi linguaggi e di questo nuovo sapere politico, sociale e antropologico.
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Gaetano
8 Maggio 2023 at 23:41
Sovranità Integrale … la So vranita integrale è lì stato di consapevolezza in cui l’entità e tutte le sue varie forme di espressione e percezione sono integrate come una totalità cosciente . È lo stato di coscienza verso il quale stanno evolvendo tutte le entità e ciascuna di loro raggiungerà a un certo punto lo stato di trasformazione che permetterà all’entitaed ai suoi strumenti di espressione ( per esempio lo strumento umano ) di divenire un espressione integrata callineata ed in armonia con la Sorgente Intelligenza .e entità Sovrane comprendono che sono solo loro a creare la loro realtà ed ad essere responsabili delle loro esperienze di vita . Comprendono anche che tutte le altre vite sono Sovrane e che anche loro creano la loro unica realtà . la Sovranità permette che la fonte di informazione liberatrice è contenuta all’interno del Sé e che tutto ciò che è necessario per creare nuove realtà è contenuta all’interno del Sé . È il punto di forza e connessione al tutto attraverso la frequenza dell’ amore. Gaetano
ERNESTO PESCE
9 Maggio 2023 at 22:49
per favore mi puo passare copia della lettera di condogliansa della FSAI (Federazione degli Studenti Africani in Italia).
Grazie anticipatanente