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Francesco Giubilei: «Ursula bocciata dagli elettori, fuori i socialisti dalla maggioranza»

Francesco Giubilei, editore e scrittore, commenta al DiariodelWeb.it come cambia la politica italiana ed europea dopo le elezioni della scorsa settimana, che hanno sancito la vittoria delle destre

Fabrizio Corgnati

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Il presidente del consiglio italiano, Giorgia Meloni, con la presidente uscente della commissione europea, Ursula von der Leyen al G7 di Borgo Egnazia (© Fotogramma)

A una settimana dalle elezioni europee, che hanno sancito l’avanzata della destra non solo in Italia ma in tutte le principali nazioni dell’Unione, fervono le trattative per le nomine della prossima commissione. E in particolare ci si interroga se basterà spostare l’asse e limitarsi ad allargare l’accordo per rieleggere Ursula von der Leyen, oppure se avverrà una vera rivoluzione negli equilibri del parlamento e si formerà una maggioranza completamente diversa. Il DiariodelWeb.it ha interpellato Francesco Giubilei, editore, scrittore, presidente della Fondazione Tatarella e di Nazione Futura, per commentare le tendenze in atto nella politica italiana e continentale.

Francesco Giubilei, come legge l’esito delle ultime elezioni europee?
Delle tre principali nazioni europee, quello italiano è l’unico governo che esce rafforzato. In Francia Macron è palesemente indebolito, doppiato in termini di consenso dal Rn, al punto da dover indire elezioni anticipate. In Germania Scholz ottiene il peggior risultato nella storia dei socialisti, anche lui più che doppiato da Cdu/Csu e addirittura superato dall’Afd.

E in Italia?
Non solo il principale partito di maggioranza, Fdi, cresce rispetto alle politiche del 2022, fatto tutt’altro che scontato perché di solito governare fa perdere consenso, ma crescono tutte e tre le forze politiche di centrodestra. Alla luce del calo dei leader di Francia e Germania, Giorgia Meloni si trova in una posizione di forza, anche in vista del Consiglio europeo. Il bilancio italiano non può che essere positivo.

Nel fronte di opposizione, invece, cosa è successo?
Il M5s è crollato, ma dopo essersi trasformato rispetto al Movimento post-ideologico delle origini, che intercettava un elettorato da entrambe le parti, come accadde nel 2018 quando prese il 33%. Progressivamente è diventato a tutti gli effetti un partito di sinistra, ha scelto il campo progressista, che è più accettato dagli elettori del Pd che dei Cinque stelle.

Per questo motivo si è rafforzato il Partito democratico?
Una parte dei voti ex M5s sono andati proprio al Pd e un’altra parte ad Avs. Quindi la sinistra, in generale, non è cresciuta, c’è stato semplicemente uno spostamento di flussi al loro interno.

Dunque Giorgia Meloni può pensare di arrivare serenamente a fine legislatura?
Il voto europeo testimonia la stabilità del governo. La Meloni ha ottenuto una maggiore legittimità come premier, ma hanno tenuto anche Forza Italia, ottenendo un ottimo risultato a dispetto di chi pensava che sarebbe sparita dopo la morte di Berlusconi, e la Lega, forse anche grazie a Vannacci. Quindi anche il ruolo degli alleati è stabilizzato.

In Francia Macron ha pagato anche la sua posizione interventista sulla guerra in Ucraina?
Il tema della guerra è indubbiamente importante, ma la stragrande maggioranza degli elettori vota su altre questioni. Anche in Francia come da noi, la campagna elettorale è stata prevalentemente incentrata sulla politica interna, sull’economia, sull’immigrazione, sulla sicurezza. Secondo me Macron ha perso prevalentemente perché il suo Paese ha crescenti problemi sotto questi aspetti, che il governo non è riuscito a risolvere.

In Germania, invece, colpisce che un partito messo ai margini anche dallo stesso centrodestra, cioè Afd, sia stato premiato così nettamente dagli elettori.
Anche Scholz viene punito da un voto di malcontento. Una parte dei cittadini tedeschi non è soddisfatta del suo governo e in generale della sinistra. Il dato dell’Afd va visto con attenzione, in particolare nella Germania dell’est, dove è prima nella maggior parte dei collegi. Quella è un’area del Paese tuttora più povera, che subisce la crisi dell’industria e della classe operaia.

Cosa succederà ora al parlamento e nella commissione europea? Si allargherà semplicemente la maggioranza Ursula comprendendo anche la destra oppure cambieranno davvero gli assetti?
Si potrebbe anche far finta che non sia successo niente, i numeri lo consentono, ma non tenere in considerazione il voto europeo sarebbe un errore. Gran parte degli elettori hanno bocciato le politiche, in particolare ambientali ma non solo, portate avanti negli ultimi anni. Ripetere un accordo Ursula 2.0 sarebbe il miglior modo affinché, nella legislatura successiva, il centrodestra europeo ottenga la maggioranza assoluta.

Il modello dev’essere quello del centrodestra italiano?
Un’alleanza tra Ppe, Ecr e Id, da sola, non basterebbe a raggiungere la maggioranza. Però si potrebbero aggiungere i liberal di Renew, magari con l’appoggio esterno di Id, ma escludendo i socialisti.

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1 Commento

1 Commento

  1. Avatar

    Biga Massimo

    17 Giugno 2024 at 22:40

    Dove vedete un rafforzamento di Fratelli d’Italia? La Meloni ha perso 600.000 voti…Forza Italia e Lega hanno perso anche loro migliaia di voti…il PD ha perso voti i 5 stelle sono crollati…gli unici che hanno vinto sono gli elettori che si sono astenuti perché hanno superato il 50 x 100..e x essere veramente trasparenti pubblicate i voti e non le percentuali….

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