Seguici su

Opinioni

Mark Bernardini: «Putin ha sbagliato, Prigozhin andava punito. È un folle esaltato»

Al DiariodelWeb.it l’italo-russo Mark Bernardini, traduttore e scrittore, racconta la rivolta della milizia Wagner vista da Mosca

Fabrizio Corgnati

Pubblicato

il

Il presidente della Russia, Vladimir Putin (© Fotogramma)

Se in Occidente la tentata rivolta armata della milizia Wagner è stata vissuta con stupore, con la speranza di alcuni in una caduta di Putin e con il timore di sviluppi imprevedibili, come hanno reagito invece i cittadini russi? Il DiariodelWeb.it ha raccolto la testimonianza di Mark Bernardini, traduttore e scrittore italo-russo che vive proprio a Mosca.

Mark Bernardini, come ha vissuto la rivolta della Wagner la popolazione di Mosca?
Contrariamente a quanto racconta la stampa occidentale, qui a Mosca di carri armati non se ne è visto manco uno, né dell’esercito regolare né di Wagner. Però a Rostov c’erano.

E lì come è andata?
Il sindaco ha dato il consiglio ai suoi cittadini di restare in casa, in attesa che si tranquillizzasse la situazione. Ma la gente non gli ha dato retta: è scesa in piazza spontaneamente, ha organizzato cortei improvvisati, saltava addosso a chiunque indossasse una mimetica, urlavano «Traditori». Si è rischiata la giustizia sommaria, che per fortuna è stata evitata.

Come è andata a finire?
Quando la Wagner è uscita dalla città, qualche ora dopo, i cittadini hanno applaudito. In Occidente il fatto è stato presentato come un applauso alle truppe dei rivoltosi, quando invece era un applauso per la loro ritirata. Esattamente il contrario di quello che è successo.

Quindi i cittadini russi non si sono schierati con Prigozhin?
Fino a qualche tempo fa c’era chi nutriva simpatia per lui, che veniva visto come un uomo forte, che dice le cose come stanno. Invece, dopo gli ultimi fatti, ho sentito una fortissima irritazione da parte della gente comune. Infatti le cose sono andate come sono andate anche per questo.

In che senso?
Prigozhin aveva l’immagine di se stesso come liberatore dei russi impauriti che stanno tappati in casa. Invece è successo esattamente il contrario. Persino i partiti di opposizione hanno messo da parte i loro disaccordi per dare priorità a impedire il colpo di Stato.

Probabilmente Prigozhin si aspettava anche un’adesione da parte dell’apparato, dei soldati regolari, dei servizi segreti, della politica. Anche in questo caso si sbagliava.
Sì, ha totalmente sbagliato i conti e infatti si è ritrovato isolato. Questo dimostra che, al contrario di come vorrebbe apparire, non è un politico. È un esaltato, fuori di testa, che trascende nel turpiloquio.

Mi sta dicendo che tutta questa storia è stata frutto di un gesto di pazzia? Stiamo pur sempre parlando di un personaggio che, per quanto sempre più critico, era stato molto vicino a Putin.
Ci sono tanti dubbi e tante versioni. C’è chi sospetta che sia stato il colpo di testa di uno squilibrato e chi sospetta che sia stato pagato dall’Occidente. Quale delle due sia più realistica, questo non possiamo saperlo.

Fatto sta che Putin ha rischiato di essere destituito, ma ora invece si ritrova più forte di prima.
Infatti. Già bisogna tenere conto di tutti i sondaggi che gli accreditavano un consenso del 70%, una cifra che non raggiunge nessun leader occidentale. Adesso magari avrà il 90%.

Ma Prigozhin aveva ragione a criticare il ministro della Difesa e il capo di Stato maggiore di inefficacia, inefficienza, incapacità?
Io non ritengo che sia così. In questi mesi ci sono state alcune rotazioni, per cercare di posizionare in ogni ruolo il più adatto, ma nessuna destituzione. Prima di tutto vorrei ricordare chi è il personaggio Shoigu.

Prego.
Al momento della dissoluzione dell’Unione sovietica, lui creò il ministero della Protezione civile. In quel ruolo rimase per vent’anni e fu straordinario, raggiunse obiettivi mirabili. Questo gli veniva riconosciuto da tutti, anche dai detrattori. Proprio per questo, periodicamente, gli proponevano un salto di carriera: ma lui ha sempre deciso di rimanere nel ministero che aveva costruito. Finché, dieci anni fa, gli dissero che lo Stato aveva bisogno di lui e alla fine accettò di passare alla Difesa. Forse è meno geniale e intuitivo di quanto sia stato alla Protezione civile, ma secondo me è un ottimo ministro.

Quanto alle accuse di corruzione?
Non le prendo nemmeno in considerazione, non è il personaggio. Soprattutto, aggiungo, è amico intimo di Putin da tempi non sospetti. Che il presidente potesse accettare di sacrificare Shoigu per il quieto vivere di Prigozhin, non ce lo vedo.

Dunque non ci sarà nessuna conseguenza?
Potrebbe essere sostituito qualche generale di seconda fila, ma comunque non nei prossimi giorni, perché sarebbe troppo evidente il legame con questi episodi.

Non cambierà nulla nemmeno al fronte?
Gli ucraini ci hanno anche provato, a intensificare l’attacco, ma per l’ennesima volta le hanno prese.

Il fatto di non poter più contare sulla Wagner avrà qualche riflesso sulla strategia militare russa?
Dubito anche di questo. Prima di tutto, perché i russi imparano presto e anche da questo episodio trarranno lezioni. E poi, checché ne dica Prigozhin, a me risulta che la percentuale dei suoi che ha firmato l’accordo con il ministro della Difesa russo non è dell’1-2%, ma molto più elevata. Anche per questo ha mollato il colpo ed è tornato indietro. Avere reparti esperti, fedeli al Paese, che si sono schierati con l’autorità costituita nel momento del bisogno di sicuro fa molto comodo all’esercito regolare. Ma c’è anche un’altra ragione.

Quale?
Che i russi hanno una potenza di fuoco, di truppe e di armamenti, che non è paragonabile né al gruppo Wagner né a quelli occidentali. E mi limito a considerare le armi convenzionali. Forse anche per questo le cose stanno andando come stanno andando.

Il compromesso finale, con l’esilio di Prigozhin in Bielorussia, è soddisfacente?
Io non sono affatto soddisfatto, e non perché abbia tendenze forcaiole. Per una ragione umana: se è vero, come ha confermato Putin, che sono morti quindici piloti di elicotteri dell’esercito russo, chi glielo va a spiegare alle famiglie che per il quieto vivere la Wagner non sarà punita? Oltretutto Prigozhin potrebbe riformare le sue truppe in territorio adiacente alla Russia e magari riprovare a rompere le uova nel paniere.

Dunque Putin ha sbagliato?
Non è un errore solo di Putin, ma anche di Lukashenko, che pure afferma di conoscere Prigozhin da vent’anni. Ma le persone cambiano. La versione romanzata è che, in questo modo, le truppe della Wagner sono a pochi chilometri da Kiev e a ridosso con il confine della Polonia. Però stiamo parlando di un fuori di testa: il giorno in cui dovesse sostenere che non lo soddisfa il regime bielorusso e marciare contro Minsk? Non è fantapolitica, è uno scenario da considerare. Temo che Lukashenko si stia allevando una serpe in seno.

Continua a leggere le notizie di DiariodelWeb.it e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *