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Opinioni

Pasquale Mario Bacco: «Basta con l’odio degli oppositori, torniamo a dialogare»

Il dottor Pasquale Mario Bacco presenta al DiariodelWeb.it il libro scritto con il militante dissidente Giuliano Castellino: «L’odio. Dentro il dolore delle emergenze»

Fabrizio Corgnati

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Milano - Milano - Manifestazione No Green Pass - No Vax- No Nato, in piazza Castello (Milano - 2022-11-27, Massimo Alberico)
Manifestazione contro il green pass e i vaccini a Milano (© Fotogramma)

«L’odio». Non è solo il film di Kassovitz, vincitore a Cannes e diventato epocale negli anni ’90: è anche il titolo scelto da Pasquale Mario Bacco e Giuliano Castellino per il loro ultimo libro, edito da Santelli, che ci porta dritti dritti (come recita il sottotitolo) «dentro il dolore delle emergenze». Dentro le crisi che si susseguono ormai senza soluzione di continuità, radicalizzando l’opinione pubblica e gettando benzina sul fuoco dell’insofferenza e dell’intolleranza verso le posizioni diverse dalla nostra.

Come è accaduto in particolare con la pandemia da Covid-19, che ha visto Bacco e Castellino protagonisti su fronti opposti. Medico legale il primo, che i media hanno ribattezzato il «no vax pentito», tanto da attirarsi l’odio (appunto) dei critici del vaccino, come il secondo, militante dissidente, ex leader di Forza Nuova e co-fondatore di Ancora Italia, tra i condannati in primo grado all’assalto alla sede Cgil del 2021. Divisi da (quasi) tutto, loro due, che potrebbero benissimo scambiarsi insulti e minacce sui social network come fanno in molti, invece scelgono la strada più in salita e per questo anche più fertile: quella del dialogo. Da cui è nato questo libro che il dottor Bacco presenta al DiariodelWeb.it.

Dottor Pasquale Mario Bacco, avete scelto un titolo forte.
Perché l’odio è il sentimento che si scatena quando gli esseri umani sono sottoposti a una situazione di emergenza, insieme alla solidarietà, ma anche al dolore e allo spaesamento. Ed è quello che fa i danni maggiori.

Il problema è che le situazioni di emergenza, negli ultimi anni, stanno diventando sempre meno l’eccezione e sempre più la regola. Dunque l’odio rischia di cronicizzarsi?
Il Covid ha aperto una porta. Il lockdown ha alzato l’asticella anche per chi decide: di conseguenza oggi è più facile che nasca l’emergenza. Beninteso, queste discussioni c’erano anche prima, ma erano molto più flebili e bonarie.

In che senso?
Pensiamo al ruolo del medico, che mi riguarda in prima persona: secondo l’Oms, ben sei su dieci sono stati aggrediti negli ultimi due anni. Nel libro parliamo di come siano cadute quelle forme di rispetto, che potevano servire al comportamento civile delle persone. Oggi l’odio è oggettivo: io stesso sono stato vittima di situazioni francamente imbarazzanti.

La sua storia è stata unica: prima si è beccato l’etichetta di no vax, poi si è ritrovato odiato dagli stessi critici del vaccino.
E lo sono tuttora, tanto che sono costretto, mio malgrado, a vivere sotto protezione. Sono stato aggredito io e la mia famiglia. Qualche mese fa è stato diffuso un comunicato stampa, incredibilmente ripreso da giornali nazionali, in cui mi si dava per morto. Tra l’altro con una scelta di tempo precisa, perché proprio in quei giorni ero ricoverato per esami.

Tutto questo solo perché lei si è permesso di cambiare posizione.
Come se fosse un fatto eccezionale. In politica ci sono parlamentari che hanno «rubato» voti cambiando partito e non sono mai stati aggrediti in questo modo. Il problema non è Bacco, è il cambiamento della visione dei rapporti umani. Oggi è molto più difficile il dialogo, il confronto.

Se ogni tema diventa una questione di vita o di morte, si tendono a polarizzare due fazioni opposte, dalle posizioni inconciliabili e che nemmeno si parlano più.
Abbiamo completamente perso la capacità di ascoltarci. Siamo così convinti delle nostre opinioni che andiamo avanti a oltranza. Salvo poi scoprire, magari a distanza di anni, che le cose non stavano esattamente come dicevamo noi.

+Come ha vissuto il suo distacco dal cosiddetto mondo dei no vax?
Personalmente ritengo di essere stato sempre abbastanza corretto, perché non ero mai stato assolutista. E ho sempre detto che è sbagliato giudicare i no vax sempre guardare il loro aspetto umano. A parte quei pochi professionisti in malafede che si sono arricchiti con questa protesta, la stragrande maggioranza crede onestamente che il vaccino faccia male.

Magari sono semplicemente persone che hanno paura, quindi che hanno bisogno di essere rassicurate, non bastonate.
Molti semplicemente non avevano gli strumenti per capire. Io sono stato tanto odiato perché prima ero stato tanto amato: non in quanto Bacco, ma perché ero l’unico medico relativamente giovane a schierarsi a loro favore. Quello era il mio unico merito.

Anche ammesso che i sostenitori del vaccino abbiano ragione su tutta la linea, se si limitano ad accusare la parte avversa di essere ignorante e complottista non fanno del bene alla loro stessa causa, anzi radicalizzano ulteriormente i dissidenti. Anche questo è odio.
L’errore di comunicazione è stato sconcertante, addirittura difficile da comprendere. Però provo anche a mettermi nella testa di chi doveva decidere. Capisco il no vax che aveva paura davvero, ma capisco anche Speranza che veramente pensava che il virus stesse uccidendo il mondo e aveva sulla coscienza la vita o la morte di milioni di persone. Probabilmente per questo ha tenuto una posizione così rigida.

Fino a prova contraria, le persone agiscono in buona fede. Ma l’aspetto più spaventoso è l’assenza di dubbi, la verità assoluta, la certezza granitica. Anche da parte di chi decide.
Anche questa è mancanza di capacità di ascoltare l’altro.

Come si esce da questa spirale? Quali sono gli antidoti all’odio?
Noi due autori del libro, io e Castellino, siamo due persone profondamente diverse. Io sono medico legale, lui un pluricondannato che è stato per un anno e mezzo in carcere a Poggioreale. Ci vediamo pochissimo, ma ci rispettiamo e ci vogliamo bene. È la dimostrazione che, se lo si cerca davvero, c’è sempre un punto d’incontro: se lo troviamo io e lui, lo può trovare chiunque.

E come si fa?
Bisogna mettere un po’ da parte se stessi, abbandonare gli assolutismi e gli estremisti: questo è l’unico modo. Io, per Castellino, rappresento il mondo del mainstream e del pensiero unico. Eppure, pian piano, ci capiamo: lui ammette che su certi punti ho ragione io e viceversa.

Oltretutto questo non è un sacrificio, ma ci conviene, perché interfacciarci con gli altri ci fa sempre imparare, crescere, migliorare, superare i nostri limiti.
L’uomo non è nato per essere solo. Anche in questi periodi di grande sofferenza, abbiamo una volta di più verificato che ciò che fa stare davvero bene le persone sono non tanto le ricchezze materiali, quanto gli affetti, i rapporti umani.

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