Opinioni
Roberto Martina: «Mattarella contro la commissione Covid, intervento abnorme»
L’avvocato Roberto Martina critica al DiariodelWeb.it la bocciatura del presidente della Repubblica alla commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione del Covid
«Iniziative di inchieste con cui si intende sovrapporre l’attività del parlamento ai giudizi della magistratura si collocano al di fuori del recinto della Costituzione e non possono essere praticate. Non esiste un contropotere giudiziario del parlamento, usato parallelamente o, peggio, in conflitto con l’azione della magistratura». Parola del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, in occasione della recente cerimonia del Ventaglio al Quirinale, ha pesantemente bocciato (pur senza nominarla direttamente) l’iniziativa di varare una commissione parlamentare d’inchiesta sugli atti di governo durante la pandemia da Covid-19.
Commissione che è già stata approvata dalla Camera e che, dopo l’estate, passerà al Senato. Un monito che ha fatto rumore, quello del capo dello Stato, a cui l’onorevole Galeazzo Bignami di Fratelli d’Italia ha assicurato che verrà dato ascolto, ma che viceversa molti osservatori e addetti ai lavori non hanno accolto favorevolmente. Uno di essi, ascoltato dal DiariodelWeb.it, è l’avvocato Roberto Martina, segretario di Avvocati liberi.
Avvocato Roberto Martina, che effetto le ha fatto leggere le parole del presidente Mattarella?
Sono rimasto sbigottito. Non perché da lui non mi aspettassi questo tipo di ingerenze, che ha già posto in essere molto spesso in passato. Ma perché stavolta l’osservazione è davvero abnorme rispetto al semplicissimo dettato costituzionale.
A cosa si riferisce?
All’articolo 82, che in maniera pacifica, senza possibilità di diverse interpretazioni, attribuisce al parlamento la prerogativa di istituire commissioni d’inchiesta.
Ne abbiamo viste tante nel corso della storia della Repubblica, anche condotte parallelamente a quelle della magistratura, con buona pace del presidente.
La storia d’Italia dal 1948 in poi è costellata di commissioni parlamentari, basti pensare a tutte quelle sulla mafia. Questo semplice dato di fatto contraddice le parole di Mattarella.
Che ha parlato apertamente di incostituzionalità.
In effetti nel 2023 la Corte costituzionale ha risolto circa sedici questioni di legittimità sulle misure anti Covid, sollevate dai giudici di merito. Si badi che sedici sono tantissime, riguardando una sola norma e un lasso di tempo così breve: è la prima volta che accade.
E che risposta ha dato la Consulta?
Ha convalidato l’operato del governo e del parlamento, giudicandolo non sproporzionato e non irragionevole. Su altri aspetti, come ad esempio il telelavoro, la Corte ha invece sorvolato, dichiarando inammissibili le questioni incidentali, e non è neanche entrata nel merito: ha deciso di non decidere.
Dunque Mattarella ha ragione a dichiarare i quesiti della commissione d’inchiesta incostituzionali?
Assolutamente no. Ci sono stati quei giudizi costituzionali, è vero, ma dobbiamo ricordare che la Corte è espressione del parlamento, del Csm e della stessa presidenza della Repubblica. Non è votata dai cittadini, a differenza delle Camere che sono espressione della scelta popolare.
Della famosa sovranità che appartiene al popolo.
Esattamente. Dunque il parlamento ha le più ampie prerogative possibili e può ritornare sulle decisioni della magistratura ordinaria, del governo, della Corte costituzionale stessa e persino della presidenza della Repubblica. La quale, a sua volta, non è diretta emanazione della volontà del cittadino.
In questo senso, con le sue parole, Mattarella ha fatto scudo all’operato del ministro Speranza, ma anche al proprio, visto che la presidenza della Repubblica ha avallato tutte le decisioni governative.
Direi di sì, è un’autoassoluzione. Nella promulgazione di ogni atto normativo c’è la sottoscrizione della presidenza della Repubblica, che non si limita a dargli un bollo di correttezza formale, ma un vero e proprio placet politico. Tanto è vero che, quando non è d’accordo, può non firmare la norma e rispedirla alle Camere.
Insomma, l’ingerenza politica è stata forte.
Sì, è stata un’ingerenza anche politica. Sarebbe scorretto farne una questione partitica, ma va rilevato come la commissione parlamentare d’inchiesta fosse contenuta nel programma elettorale di Fratelli d’Italia, che ha vinto le elezioni. Sovviene il dubbio che ci sia una manovra ordita dall’opposizione, che ha alle spalle forze non sempre palesi, ma che conosciamo bene, per evitare verifiche sulle decisioni «emergenziali» degli ultimi tre anni.
Un colpo di spugna.
Che sarebbe pericolosissimo. Perché, in caso di future pandemie, dovremmo imparare dagli errori commessi per non ripeterli.
Molti costituzionalisti hanno espresso un parere discordante da quello del capo dello Stato, arrivando a chiederne le dimissioni.
Quello sarebbe un esercizio di stile. Semmai altri hanno chiesto direttamente l’impeachment, che troverei uno strumento più adeguato. Sarebbe una soluzione formalmente e sostanzialmente più corretta, ma che nessuno attiverà. Peraltro, accanto a Mattarella si sono schierati altri costituzionalisti che rivendicano l’autonomia e l’indipendenza della magistratura: compresa quella costituzionale, che pure non appartiene al potere giurisdizionale in senso stretto.
Che reazione si aspetta ora dalla maggioranza?
La prima reazione in Fdi è stata quella dell’onorevole Bignami, politico degno, che ha ringraziato Mattarella per il consiglio e dichiarato che la maggioranza farà tesoro delle sue indicazioni. Queste parole hanno deluso, perché l’intervento del presidente è stato non solo abnorme e illegittimo, ma anche privo di un minimo garbo istituzionale.
Allora che effetto avranno le parole di Mattarella sull’iter già in corso per l’approvazione della commissione?
La maggioranza potrebbe portare al Senato lo stesso testo già approvato dalla Camera, senza tenere in conto l’intervento di Mattarella, oppure modificare o addirittura espungere alcuni dei quesiti già approvati. Questa seconda eventualità comporterebbe un ulteriore passaggio di approvazione definitiva alla Camera.
Quali quesiti, in particolare, sono a rischio?
A mio avviso i più interessanti per la cittadinanza, ma anche i più pericolosi per i governi Conte bis e Draghi, sono quelli che chiedono di verificare l’adeguatezza e la proporzionalità delle misure: i contagi, i coprifuoco, ma anche la vaccinazione obbligatoria con preparati farmacologici tuttora sperimentali. Si vorrebbe indagare la capacità immunizzante e sterilizzante dei sieri, ma anche la sua innocuità.
C’è la possibilità addirittura di un dietrofront totale sulla commissione d’inchiesta?
L’ipotesi disgraziata è che la maggioranza si pieghi ai desideri della presidenza della Repubblica e rinunci. Questa non la ritengo verosimile, anche per motivi di consenso politico. Ma peggio ancora sarebbe che il disegno di legge venisse sterilizzato, eliminando i quesiti più rilevanti.
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requis
14 Agosto 2023 at 9:12
Anche da noi, come negli USA, il presidente e la sinistra gettano alle ortiche la costituzione ed ignorano il rispetto dovuto al popolo, che dovrebbe essere sovrano. Curioso di vedere come andrà a finire.
Luci
14 Agosto 2023 at 15:35
adesso governa la dx, vediamo cosa fa, se quello che ha detto e per cui è stata votata. oppure come in altri ambiti il contrario
Ernesto Cremonesi
18 Agosto 2023 at 21:57
Questo signore ha grossi problemi e scheletri negli armadi ???………poi mi chiedo: non è che sia un secessionista?????