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Giorgia Meloni al bivio: come le elezioni francesi influenzeranno le nomine UE

Giorgia Meloni, dopo il successo del G7 di Borgo Egnazia, affronta la sfida delle nomine europee. Tra il possibile bis di Ursula von der Leyen e le elezioni francesi, Meloni adotta un approccio cauto.

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Giorgia Meloni, conferenza stampa di chiusura del G7
Giorgia Meloni, conferenza stampa di chiusura del G7 (© Depositphotos)

Davanti a un podio imponente realizzato con il tronco di un ulivo colpito dalla xylella, la premier Giorgia Meloni ha tirato le somme del G7 appena concluso. L’evento si è svolto a Borgo Egnazia, nella provincia di Brindisi, dove per tre giorni i leader mondiali si sono incontrati per discutere su temi cruciali.

Meloni ha sottolineato la piena sintonia nel sostegno all’Ucraina e ha ricordato l’accordo sul congelamento degli asset russi. Inoltre, ha ribadito il pieno sostegno alla mediazione degli Stati Uniti nel conflitto in Medio Oriente.

La premier ha rimarcato i punti principali su cui la presidenza italiana ha insistito: immigrazione illegale, intelligenza artificiale, global minimum tax e il Piano Mattei. Ha inoltre definito “polemica artefatta” il dibattito sulla mancanza di un riferimento alla parola “aborto” nel comunicato finale, ricordando che le dichiarazioni del G7 di Hiroshima garantivano già l’accesso all’aborto libero e sicuro.

La partita delle nomine europee

Con il G7 alle spalle, Meloni si prepara per la complessa partita delle nomine europee. Il vertice dei Ventisette è previsto per lunedì, mentre il Consiglio europeo del 27 e 28 giugno potrebbe designare il prossimo presidente della Commissione Ue.

La concreta possibilità di un secondo mandato per Ursula von der Leyen è sul tavolo, ma la situazione è complicata dalle imminenti elezioni legislative in Francia. La vittoria di Marine Le Pen il 7 luglio potrebbe influenzare significativamente le decisioni del Parlamento Ue.

Meloni adotta un approccio cauto, suggerendo che potrebbe essere opportuno attendere l’esito delle elezioni francesi prima di procedere con le nomine. Questa posizione potrebbe complicare la rielezione di von der Leyen, ma offre a Meloni una finestra per negoziare un commissario con un portafoglio significativo per l’Italia.

Scenari futuri

La prudenza di Meloni riflette la necessità di evitare di compromettere i rapporti tra Roma e Bruxelles. Se Le Pen dovesse vincere, Meloni potrebbe trovare vantaggioso formare un gruppo comune con il Rassemblement national, rafforzando la posizione dell’Italia nell’Unione Europea.

Il successo del G7 è stato un passo positivo, ma le sfide delle nomine europee richiedono una strategia attentamente calibrata. “L’Europa – afferma la premier – non ignori il messaggio del voto e l’Ue riconosca all’Italia il ruolo che si merita”.

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