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La crisi d’identità del Movimento Cinque Stelle

Il Movimento Cinque Stelle affronta una crisi profonda dopo le elezioni. Beppe Grillo critica Giuseppe Conte per la sconfitta, mentre si discute della leadership e delle possibili alternative come Di Battista.

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Giuseppe Conte
Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte (© Agenzia Fotogramma)

Beppe Grillo, fondatore del Movimento Cinque Stelle, non ha esitato a definire la situazione attuale del Movimento come una vera e propria disfatta. Dopo i deludenti risultati elettorali, Grillo ha dichiarato che il Movimento “si è vaporizzato”. Ha attribuito la responsabilità della sconfitta a Giuseppe Conte, sottolineando come “ha preso più voti Berlusconi da morto che Conte da vivo”. Questo sottolinea la crisi profonda in cui versa il Movimento, che per pochi decimali non è stato superato da Forza Italia nelle elezioni dell’8 e 9 giugno.

Le critiche di Davide Casaleggio

Anche Davide Casaleggio ha espresso forti critiche verso la leadership di Giuseppe Conte. In un’intervista al Corriere della Sera, ha evidenziato la perdita di otto milioni di voti tra le politiche e le europee. Casaleggio ha attribuito il tracollo del Movimento alla sostituzione della partecipazione con decisioni imposte dall’alto e alla centralizzazione del potere nel leader piuttosto che nel programma. Ha anche criticato l’alleanza con il Partito Democratico, sostenendo che ha snaturato l’identità del Movimento, che una volta attirava gli astensionisti.

Le “conseguenze” delle alleanze

Anche Grillo ritiene che l’alleanza con i Dem sia stata un errore. I dati confermano questa visione: durante il governo Conte 1, i voti del Movimento si sono spostati verso la Lega di Matteo Salvini, che nel 2019 ha tolto la metà dei voti ai grillini. Questa dinamica mostra come il Movimento Cinque Stelle resti essenzialmente un partito di protesta, che perde consensi non appena entra nel governo. I sussidi elettorali come il reddito di cittadinanza e il superbonus 110% hanno solo temporaneamente frenato questa emorragia, contribuendo però a indebolire l’economia del Paese.

La sfida interna di Giuseppe Conte

La posizione di Giuseppe Conte è ora fortemente in discussione. Dopo le elezioni europee, Conte ha accennato a una possibile disponibilità a farsi da parte, mossa tattica per sondare il terreno. Tuttavia, ha tentato di scaricare le colpe sull’appoggio al governo Draghi, un’argomentazione poco convincente visto il tempo trascorso dalla caduta di quell’esecutivo.

Possibili successori e il limite dei due mandati

Due figure emergono come possibili successori di Conte: Virginia Raggi e Chiara Appendino. Tuttavia, entrambe si trovano di fronte al limite dei due mandati, rendendole teoricamente non eleggibili per ulteriori incarichi. La Appendino, inoltre, deve affrontare un nuovo processo d’appello per i fatti di Piazza San Carlo a Torino, situazione che crea imbarazzo per un movimento che ha fatto del giustizialismo uno dei suoi cavalli di battaglia.

L’opzione Alessandro Di Battista

Un’alternativa meno convenzionale ma non del tutto irrealistica potrebbe essere Alessandro Di Battista. Allontanatosi dal Movimento negli ultimi anni, Di Battista potrebbe essere richiamato per tentare di rivitalizzare la base delusa del Movimento. Avendo fatto un solo mandato da deputato, per lui non scatterebbe il limite dell’incandidabilità.

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