Politica
«Lobby nera», la Procura di Milano chiede l’archiviazione
Ci è voluto più di un anno, ma alla fine si è capito che la famigerata lobby nera della quale fantasticarono i giornalisti di Fanpage non esiste. Lo ha stabilito la Procura di Milano che ha chiesto l’archiviazione per il deputato di FdI Fidanza.
La Procura di Milano ha chiuso l’indagine su una presunta lobby nera di finanziamento illecito e riciclaggio, descritta in un’inchiesta giornalistica del giornale Fanpage (qui trovare la reazione del giornale). L’inchiesta aveva messo sotto accusa otto indagati, tra cui l’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza. Il pubblico ministero ha stabilito che non ci sono prove a sostegno delle accuse, e che le indagini non hanno prodotto alcun esito.
La vicenda è iniziata con un’inchiesta di Fanpage, in cui un giornalista si era infiltrato negli ambienti della destra milanese e in particolare di Fratelli d’Italia, fingendosi un imprenditore interessato a finanziare un partito politico per ricevere in cambio vantaggi e favori per la sua impresa. L’obiettivo sarebbe stato quello di scovare un presunto finanziamento illecito ed operazioni di riciclaggio, che andavano a coinvolgere non solo l’eurodeputato di FdI, ma anche altri indagati.
Lobby nera e fango mediatico
Tuttavia, la Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’indagine, in quanto non ci sono prove per sostenere le accuse. Inoltre, alcune trasmissioni televisive come Piazzapulita di Corrado Formigli, hanno sparso fango mediatico, contravvenendo agli obblighi deontologici connessi all’esercizio della professione giornalistica, in particolare la verifica delle fonti, l’approfondimento dei particolari della notizia attraverso l’applicazione della elementare regola del contraddittorio e il rispetto dei diritti della personalità dei protagonisti dei fatti.
La chiusura dell’indagine rappresenta una vittoria per l’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza, che è stato costantemente difeso dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che ha sospeso il giudizio sulla vicenda e non ha assunto decisioni affrettate, preferendo aspettare la conclusione delle indagini.
In questo caso, la giustizia si è comportata correttamente, tuttavia, bisogna riflettere sul ruolo dei media e sull’impatto devastante che inchieste come quella di Fanpage possono avere sulla vita delle persone innocenti.
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