Politica
Nova: la “nuova vecchia alba” del Movimento 5 Stelle
La Costituente “Nova” dei 5 Stelle segna un tentativo di rilancio, tra nostalgie per Beppe Grillo e sfide per il futuro. Giuseppe Conte punta a un nuovo corso, ma il Movimento rischia di perdere identità e incisività.
Il Movimento 5 Stelle è tornato in scena con la sua Assemblea Costituente, ribattezzata “Nova”. Un nome che sa di rinascita, ma che per qualcuno è solo un nuovo abito di un vecchio guardaroba. A Roma, al Palazzo dei Congressi dell’Eur, Giuseppe Conte e compagni si sono dati appuntamento per “ridisegnare” il futuro. Peccato che nel disegno ci siano ancora tratti confusi, come quei bambini che provano a colorare dentro i margini ma inevitabilmente sbordano.
Il ritorno del leader, ma senza bacchetta magica
Giuseppe Conte, sempre impeccabile nel suo stile sobrio, è stato accolto da un bagno di folla. C’è da dire che i bagni di folla, nel 2024, sono più simili a docce tiepide: entusiasmi contenuti, qualche slogan, ma il tutto molto ordinato, quasi come un evento aziendale. La sua promessa? “Un Movimento che si rinnova, ma che non perde la propria anima”.
Tuttavia, mentre lui parlava di futuro, nella sala qualcuno si chiedeva se il Movimento avesse ancora un’anima. “Siamo qui per ripartire”, ha detto Conte. Ma ripartire per dove? La strada non è chiara, anche perché il navigatore dei 5 Stelle sembra essere rimasto aggiornato al 2013, quando Grillo urlava nelle piazze e il V-Day faceva tremare i palazzi del potere.
I nostalgici di Grillo e Casaleggio
Parlando di nostalgie, fuori dal Palazzo dei Congressi un piccolo gruppo di manifestanti indossava magliette con i volti di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Una scena che sembrava uscita da un album di figurine anni ‘10. “Non siamo contro Conte, ma ci manca lo spirito originario”, hanno detto i più. Traduzione: il Movimento, nato per essere una forza anti-sistema, sembra sempre più sistemico. E non tutti sono pronti a digerirlo.
In effetti, l’assenza di Grillo pesa come una pietra. Il fondatore, da tempo in disparte, non ha partecipato all’evento, e questo ha fatto sorgere più di qualche domanda. Che sia un’assenza strategica o il segnale di un divorzio silenzioso, resta il fatto che senza la sua verve comica e provocatoria, il Movimento appare più serio, ma anche meno vivo.
Democrazia diretta o reality show?
Uno dei temi centrali della Costituente è stato il rilancio della “democrazia partecipativa”. Il Movimento punta ancora sul coinvolgimento diretto degli iscritti, ma con una novità: il tutto sarà supervisionato da un Comitato di Garanzia. Insomma, un’ulteriore stratificazione burocratica per un Movimento che era nato per semplificare.
Le votazioni online, un tempo simbolo di trasparenza, sono state percepite negli ultimi anni come poco rappresentative. In molti si chiedono se il coinvolgimento degli iscritti non sia diventato una sorta di reality show: votazioni lampo, scelte calate dall’alto e pochi veri dibattiti. E poi c’è sempre il solito problema: chi decide davvero?
Un movimento in cerca di autore
Un altro nodo cruciale è quello dell’identità politica. Se i 5 Stelle di Grillo erano contro tutto e tutti – partiti, giornali, banche, lobby – i 5 Stelle di Conte sono più simili a un partito tradizionale. Hanno perso il “vaffa” e guadagnato qualche cravatta in più. Ma il rischio, per molti osservatori, è quello di diventare indistinguibili dagli altri. E in politica, essere indistinguibili è un problema.
L’elettorato, che un tempo li aveva premiati come alternativa radicale, ora li guarda con diffidenza. Troppo “responsabili” per gli anti-sistema, ancora troppo “populisti” per i moderati. Il risultato? Un limbo politico difficile da gestire.
E ora?
La due giorni della Costituente si chiuderà con una roadmap per il futuro. Ma il rischio è che si tratti di una mappa con indicazioni poco chiare, o peggio, con destinazioni incompatibili tra loro. Il Movimento vuole tornare a essere protagonista, ma il tempo stringe. La politica italiana è veloce, e chi non tiene il passo rischia di restare ai margini.
In ogni caso, Nova è un tentativo coraggioso. Che piaccia o meno, il Movimento 5 Stelle sta cercando di reinventarsi. La domanda è: il Paese ha ancora bisogno di loro? E loro hanno ancora la forza di sorprendere? Forse lo scopriremo nei prossimi mesi. O forse no. Perché, come diceva Grillo, “non è tanto importante dove andiamo, ma che ci andiamo insieme”. Il problema, però, è che al momento sembra non sapere più dove si stia andando.
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