Politica
Pressioni internazionali su Berlusconi per Draghi: Salvini rivela gli interventi di Macron e Merkel
Matteo Salvini rivela nel suoo libro come Macron e Merkel abbiano tentato invano di mantenere Mario Draghi al potere in Italia. Questi sforzi internazionali, inclusi tentativi di persuadere Berlusconi, si sono conclusi con le dimissioni dell’ex Presidente del Consiglio e una vittoria per il centrodestra
Nell’ultimo capitolo del teatro politico italiano, emerge un aneddoto che sembra preso direttamente da un romanzo di spionaggio, ma che trova fondamento nelle pagine del nuovo libro di Matteo Salvini, Controvento. A luglio del 2022, due giganti europei, la Francia e la Germania, avrebbero fatto di tutto per evitare il crollo del governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi, temendo un’instabilità potenzialmente disastrosa per l’intera Eurozona.
Mario Draghi, l’ex presidente della Banca Centrale Europea, conosciuto per il suo celebre “whatever it takes”, sembra non aver avuto lo stesso successo nell’assicurarsi la fiducia piena del suo stesso governo. E così, mentre Draghi tentava di navigare tra le acque turbolente della politica interna, figure non meno influenti come Emmanuel Macron e Angela Merkel cercavano di tenere in sella il capitano della nave italiana.
Il racconto di Salvini, dettagliato e intriso di una vena polemica, evidenzia come Macron abbia contattato personalmente Silvio Berlusconi per convincerlo a mantenere il sostegno a Draghi. Ma l’intervento non si limitò a una mera cortesia diplomatica. L’Eliseo, a detta del leader della Lega, avrebbe tentato per ben due volte di influenzare direttamente la politica italiana, un gesto che potrebbe essere interpretato come un’intromissione piuttosto audace in affari sovrani.
Non meno attiva fu la Merkel, la quale, sebbene in una fase già post-cancellierato, avrebbe cercato di esercitare la sua notevole influenza per lo stesso fine. Il Cavaliere, tuttavia, resistette stoicamente, rifiutando di cedere al canto delle sirene europee.
L’ostinazione di Berlusconi e la determinazione di Salvini, uniti alla caduta dei 5 Stelle da partner di coalizione affidabili, hanno portato a una serie di “trattative febbrili” che infine non hanno impedito le dimissioni di Draghi il 21 luglio. La scena descritta da Salvini è quella di una vittoria agrodolce, ottenuta non senza sacrifici e strategie di corridoio che, per il leader della Lega, hanno dimostrato la forza e la compattezza del centrodestra.
Questo episodio offre un affresco vivido e forse poco lusinghiero di come la politica europea non esiti a calare le proprie carte quando si tratta di mantenere l’ordine desiderato. Nonostante l’intento dichiarato di preservare la stabilità, l’azione di Francia e Germania potrebbe essere vista come un tentativo di mantenere l’Italia sotto una specie di tutela non richiesta, sottolineando così una dinamica di potere che trascende i confini nazionali.
Il libro di Salvini promette di gettare nuova luce su questi eventi e di riacutizzare un dibattito che è tutt’altro che sopito. La politica italiana, spesso teatro di manovre sottili e meno sottili, si conferma ancora una volta un crocevia di interessi internazionali, dove le decisioni prese non risuonano solo nei corridoi di Roma, ma echeggiano attraverso tutto il continente.
In definitiva, il tentativo di Francia e Germania di influenzare la politica italiana attraverso figure di spicco come Draghi solleva interrogativi sull’autonomia delle decisioni nazionali e sulla reale indipendenza delle nazioni nell’arena europea. Una partita di scacchi continentale in cui il re sembrava più un pedone, e gli scacchisti non erano solo italiani.
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