Politica
Quando le Stelle cadono: duello epistolare nel firmamento M5S
Giuseppe Conte scrive a Beppe Grillo, sottolineando la necessità di democrazia interna nel M5S e criticando la gestione autoritaria del fondatore. Accenna a possibili azioni legali mentre le tensioni interne crescono.
Nel vasto cielo politico italiano, le stelle del Movimento 5 Stelle sembrano più propense a cadere che a brillare ultimamente. L’ultima scintilla nel cosmo pentastellato è la lettera di Giuseppe Conte a Beppe Grillo che, con l’eleganza di un avvocato in tribunale, ricorda al fondatore del Movimento che la democrazia interna non è un optional da barattare al mercato delle vanità.
Conte, con penna affilata e codice civile alla mano, sottolinea come “il principio democratico su cui si fonda ogni esercizio di attività associativa politica” sia un dettaglio non trascurabile. Chi l’avrebbe mai detto? Un movimento nato dal popolo che deve rileggere le istruzioni per l’uso della democrazia interna.
La lettera sembra un corso accelerato di diritto associativo per comici genovesi smemorati. Conte ricorda a Grillo che “nessuna norma statutaria è sottratta a possibili modifiche” e che il potere di veto non è incluso nel pacchetto “Garante Premium”. Insomma, nel Movimento non ci sono monarchi assoluti, anche se qualcuno sembra aver smarrito la corona tra uno spettacolo e l’altro.
Ma la vera chicca è quando Conte fa notare che le “reiterate esternazioni pubbliche” di Grillo stanno dando l’idea che il Movimento sia una sorta di proprietà privata, un cortile di casa dove si fa e si disfa a piacimento. Una concezione “dominicale” che stride con la vocazione partecipativa tanto sbandierata ai quattro venti.
E come se non bastasse, arriva la sottile minaccia legale: potrebbero essere sospese le “prestazioni a carico del Movimento derivanti dalla malleveria” e potrebbe scattare il “recesso dai contratti di pubblicità e comunicazione”. Tradotto per i non addetti ai lavori: caro Beppe, potremmo smettere di pagarti.
In questa danza cosmica di ego e regolamenti, gli iscritti al Movimento osservano attoniti. La base, quella stessa base che dovrebbe essere il cuore pulsante della democrazia diretta, viene usata come pedina in un gioco di potere tra titani politici.
Viene da chiedersi se il Movimento non abbia bisogno di una bussola più che di una piattaforma online. O forse di un nuovo manuale di istruzioni per ricordare a tutti che le stelle brillano di più quando lavorano insieme, invece di scontrarsi l’una con l’altra causando spettacolari ma inutili esplosioni.
Nel frattempo, gli elettori assistono a questo spettacolo con una miscela di ironia e rassegnazione. Forse, più che duelli epistolari e interpretazioni autentiche di statuti, preferirebbero vedere azioni concrete per il paese. Ma si sa, nel firmamento della politica italiana, le stelle cadenti sono all’ordine del giorno.
Conclusione? Forse è il momento che il Movimento 5 Stelle guardi meno al cielo e più alla terra, dove i cittadini aspettano risposte reali e meno giochi di prestigio legali. Dopotutto, la vera magia sta nel mantenere le promesse, non nel tirare fuori conigli dal cilindro dello statuto.
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