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Disturbi psicologici nei giovani, il 42% delle famiglie non cerca aiuto medico

Indagine sui disagi giovanili: quasi metà delle famiglie rinuncia a cure specialistiche per i figli, spesso per motivi economici

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Ragazzo durante la seduta con lo psicologo
Ragazzo durante la seduta con lo psicologo ( © Depositphotos)

Isolamento, apatia, attacchi di panico e difficoltà relazionali: sono solo alcune delle problematiche psicologiche che colpiscono oltre 2,7 milioni di giovani italiani tra i 10 e i 20 anni. È quanto emerge dall’ultima indagine di Facile.it, condotta da mUp Research e Bilendi, che evidenzia un quadro preoccupante della salute mentale delle nuove generazioni. Tra i principali ostacoli all’accesso a cure adeguate, il costo elevato di terapie e la convinzione, diffusa in quasi una famiglia su due, di poter risolvere i problemi senza supporto professionale.

I disturbi più diffusi tra i giovani

Secondo l’indagine, tra i problemi psicologici più frequenti si riscontrano isolamento nella propria stanza (20,3%), difficoltà a relazionarsi con i coetanei (17,1%) e varie forme di apatia (11,7%). Gli attacchi di panico, che colpiscono circa 588.000 ragazzi, sono particolarmente diffusi tra i giovani dai 18 ai 20 anni, dove la percentuale sfiora l’11%. Anche i disturbi alimentari, un fenomeno presente in 530.000 adolescenti, rappresentano un grave segnale d’allarme, specie nella fascia 13-17 anni.

Inoltre, la depressione coinvolge circa 335.000 ragazzi, con una prevalenza del 7% tra i 18-20enni. Non meno allarmanti i dati sull’abuso di alcol e sostanze stupefacenti, che iniziano a manifestarsi già a partire dai 10-12 anni e riguardano circa 94.000 giovani. Una realtà, questa, che sottolinea come il disagio psicologico possa assumere forme diverse e profondamente dannose per la crescita e la stabilità emotiva dei ragazzi.

Il bullismo inizia presto

Un dato particolarmente sconvolgente riguarda il fenomeno del bullismo tra i giovanissimi: si stima che circa 40.000 bambini abbiano mostrato comportamenti violenti già prima dei 12 anni. Questo aspetto evidenzia come molti problemi di natura psicologica possano avere radici precoci e suggerisce l’urgenza di interventi preventivi nelle scuole e nelle comunità per limitare la diffusione di comportamenti aggressivi.

Famiglie in difficoltà: costi e stigma limitano l’accesso alle cure

Nonostante la gravità della situazione, quasi una famiglia su due (42%) sceglie di non rivolgersi a specialisti per i problemi psicologici dei propri figli. La motivazione principale, indicata dal 70% degli intervistati, è la convinzione di poter affrontare il problema senza aiuti esterni, mentre il 12,5% dichiara di non potersi permettere economicamente il supporto psicologico. Ciò significa che circa 133.000 ragazzi non ricevono cure adeguate a causa delle difficoltà economiche delle famiglie.

In alcuni casi, la scelta di non chiedere aiuto è legata allo stigma: l’1,7% delle famiglie preferisce mantenere il disagio “tra le mura domestiche” per evitare di esporre la situazione agli altri. Questi dati sottolineano la necessità di un cambiamento culturale, oltre che economico, che renda l’accesso alla salute mentale un diritto, senza discriminazioni sociali o economiche.

Il peso economico delle cure: un ostacolo insormontabile?

L’indagine evidenzia inoltre che le famiglie che scelgono di avvalersi della sanità privata sostengono spese elevate, con una media di 1.826 euro per i trattamenti. Per far fronte a queste spese, l’80% delle famiglie usa i propri risparmi, mentre il 7,7% ricorre a prestiti. Solo il 4,4% degli intervistati ha accesso a polizze assicurative per coprire le spese di psicoterapia. Gli esperti di Facile.it spiegano che le polizze sanitarie coprono raramente i trattamenti psicologici, limitandosi a rimborsi per terapie seguenti a gravi infortuni o invalidità. Questo lascia molte famiglie senza alcun supporto economico per affrontare i costi delle cure.

Interventi necessari per un futuro migliore

Di fronte a una situazione così preoccupante, è fondamentale che istituzioni e società prendano misure concrete per sostenere le famiglie e rendere l’accesso alla salute mentale un diritto universale. Potenziare i servizi pubblici, fornire maggiori incentivi economici per l’accesso alla terapia e promuovere una cultura di supporto e sensibilizzazione sono passi essenziali per prevenire una crisi psicologica di massa tra le nuove generazioni.

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