Calcio
Il mondo del calcio piange Sinisa Mihajlovic
Dopo aver inizialmente superato la malattia, lo scorso mese di marzo lo stesso Mihajlovic aveva annunciato la necessità di un nuovo ciclo di cure. La notizia della leucemia di Mihajlovic sconvolge il mondo del calcio e non solo.
“La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic”. Poche righe da parte della famiglia per annunciare la morte di Sinisa Mihajlovic. 53 anni, l’ex calciatore e allenatore serbo era stato colpito da una leucemia nel 2019.
Dopo aver inizialmente superato la malattia, lo scorso mese di marzo lo stesso Mihajlovic aveva annunciato la necessità di un nuovo ciclo di cure. La notizia della leucemia di Mihajlovic sconvolge il mondo del calcio e non solo. Per il serbo sono immediate ed unanimi le dimostrazioni di solidarietà: società, calciatori, allenatori e tifosi fanno sentire la propria vicinanza al serbo.
L’arrivo in Italia nel 1992
Sinisa Mihajlovic era nato il 20 febbraio del 1969 a Vukovar, una città croata al confine con la Serbia quando ancora esisteva la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Gli esordi nel mondo del calcio sono con il Vojvodina dove si fa notare dalla Stella Rossa che lo acquista nel 1990 e con la quale vince la Coppa dei Campioni nella stagione 1990-1991. Nella stagione successiva, Mihajlovic approda in Italia: è il 1992 quando lo acquista la Roma proprio dalla Stella Rossa per la cifra di 8.5 miliardi di lire. In giallorosso rimane due stagioni, fino al 1994. Fu proprio Mihajlovic a suggerire a Boskov di “far entrare il ragazzino”, in un Brescia-Roma del 1993: quel ragazzino era Francesco Totti.
Dopo due anni a Roma sponda giallorossa, Mihajlovic passa alla Sampdoria per oltre 20 miliardi di lire. Fu Sven Goran Eriksson a volerlo al centro della sua In biancoceleste Mihajlovic rimane per sei anni: sono i più importanti della sua carriera. Con la Lazio vince lo storico Scudetto nel 2000, due Supercoppe Italiane (1998 e 2000), una Supercoppa UEFA (1999), una Coppa delle Coppe (1999) e due Coppe Italia (2000 e 2004) Nel 2004 Mihajlovic passa all’Inter allenata dal suo amico Roberto Mancini. In nerazzurro vince anche 2 Coppe Italia: nella prima delle due finali, nel match di ritorno contro la Roma è sua la rete su punizione del definitivo 1-0.
Numerose le presenze anche con la maglia della sua nazionale. Con la Jugoslavia partecipa ai Mondiali del 1998 e agli Europei del 2000. Il suo mancino da fermo è considerato uno dei migliori della storia del calcio. Suo il record di gol realizzati in Serie A su calcio di punizione dal 1987 in poi: 28.
Gli esordi da allenatore come vice di Mancini
Ritiratosi nel 2006 con la maglia dell’Inter, Mihajlovic rimane a Milano dove diventa il vice di Roberto Mancini. Insieme vincono due scudetti consecutivi e una Supercoppa Italia. In quell’Inter c’era colui che da “nemico” ai tempi della Juventus diventerà poi uno dei più grandi amici di Mihajlovic: Zlatan Ibrahimovic. Con l’arrivo di José Mourinho all’Inter, Mihajlovic lascia la carriera da “vice” e subentra all’esonerato Daniele Arrigoni a Bologna nel novembre del 2008. Nel dicembre del 2009, Mihajlovic sostituisce Atzori sulla panchina del Catania. Un Catania che Mihajlovic prende al terzultimo posto e porta ad una salvezza tranquilla centrando anche l’allora record di punti (45). Dopo aver rassegnato le dimissioni a Catania, Mihajlovic firma con la Fiorentina dove sostituisce Cesare Prandelli. Il 21 maggio 2012, Sinisa Mihajlovic viene annunciato come nuovo commissario tecnico della Nazionale serba con un contratto fino agli Europei 2016. Tuttavia, non riesce ad ottenere la qualificazione ai Mondiali 2014.
Il 20 novembre 2013, Mihajlovic diventa il nuovo allenatore della Sampdoria. Il 16 giugno 2015, il Milan annuncia di aver ingaggiato Sinisa Mihajlovic come nuovo allenatore. Ed è proprio lui, il 25 ottobre dello stesso anno, a lanciare titolare il sedicenne Gigio Donnarumma nella partita casalinga vinta 2-1 contro il Sassuolo. Nel maggio 2016 Mihajlovic viene annunciato come nuovo allenatore del Torino. La sua prima stagione in granata è piuttosto positiva e si conclude con un buon nono posto in campionato. Passerà allo Sporting Lisbona nel giugno del 2018 ma viene sollevato dall’incarico dopo appena nove giorni dalla firma Nel gennaio del 2019, così come era avvenuto al Milan, Mihajlovic sostituisce Pippo Inzaghi, questa volta sulla panchina del Bologna. Per il serbo si tratta di un ritorno visto che proprio in Emilia aveva iniziato la sua carriera di allenatore. Mihajlovic porta i rossoblù alla salvezza con una giornata d’anticipo arrivando addirittura decimo con la vittoria all’ultima partita sul Napoli.
L’annuncio della malattia
Il 13 luglio 2019, a poche settimane dal rinnovo contrattuale con il Bologna, è lo stesso Sinisa Mihajlovic a comunicare in conferenza stampa di avere una forma acuta di leucemia e di volersi sottoporre alle cure per sconfiggere la malattia. Per lui arriva immediato il sostegno da parte della società che fa sapere, attraverso il ds Sabatini, di voler proseguire l’impegno con Mihajlovic sino alla scadenza naturale del contratto da poco sottoscritto Dopo il ricovero all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, passano appena 44 giorni prima del ritorno sorpresa in panchina per gara d’esordio di campionato in casa dell’Hellas Verona. In questa sua seconda stagione alla guida della squadra di Bologna arriva dodicesimo con 47 punti. Posizione confermata nella stagione successiva, quella del 2020-2021 Il 26 marzo 2022, con un’altra conferenza stampa, Mihajlovic annuncia di doversi sottoporre a un nuovo ciclo di cure per contrastare la ricomparsa della leucemia. L’allenatore serbo riesce comunque a portare il suo Bologna alla salvezza con un tredicesimo posto Sinisa Mihajlovic aveva continuato ad allenare il Bologna terminando la stagione 2021/22 e iniziando quella attualmente in corso. A settembre era stato sostituito da Thiago Motta per questioni meramente legate ai risultati della squadra.
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