Tennis
Il caso Sinner, retroscena di un tennis tormentato
Jannik Sinner al centro di polemiche: accuse di doping, attacchi mediatici e nuove regole WADA scuotono il tennis. Tra successi e critiche, il talento italiano affronta un momento cruciale.
C’è un filo sottile che lega le vecchie racchette di legno di Nicola Pietrangeli al martellare chirurgico di Jannik Sinner, un filo che attraversa decenni, stili e polemiche. Il tennis, quello che una volta era lo sport dei gentiluomini, sembra sempre più immerso in un mondo dove la tecnica e il talento si mescolano a veleni, accuse e insinuazioni, come se l’odore dell’erba di Wimbledon fosse stato sostituito dal tanfo delle polemiche a tavolino.
Jannik Sinner, la nuova stella del firmamento mondiale, non smette di far parlare di sé. Prima il successo, poi le accuse. C’è chi come Yevgeny Kafelnikov, ex campione russo ormai trasformato in commentatore spigoloso, lo attacca con una violenza degna di un match tra McEnroe e Connors. Lo accusa di frodi, squalifiche immeritate e doping sotto traccia. Il tutto con il sostegno di Nick Kyrgios, maestro del caos più che della rete, che approva a suon di tweet al vetriolo.
Ma non è solo l’ombra del doping a pesare sul giovane altoatesino. Anche il patriarca del tennis italiano, Nicola Pietrangeli, non si tira indietro nel dispensare la sua versione, alzando un sopracciglio verso il passaporto del ragazzo: “Forse è più austriaco che italiano”, ha detto, con quell’ironia tagliente che è il suo marchio di fabbrica. Un commento che non è solo una frecciata, ma un segno dei tempi: anche le bandiere, nello sport, sembrano ormai sfumate, mescolate come i colori delle maglie nelle competizioni internazionali.
A tutto questo si aggiunge la controversia sulle nuove regole della WADA, l’organismo antidoping mondiale. Olivier Niggli, il suo direttore, ha cercato di mettere ordine in un mondo in cui le certezze sono poche e le accuse tante. “Stiamo cambiando le regole per proteggere lo sport, ma servono responsabilità e trasparenza”, ha detto, forse rivolgendosi più ai media che agli atleti stessi. E in questa babele di accuse e giustificazioni, c’è anche Iga Świątek, campionessa polacca, coinvolta in una vicenda simile.
Nel mezzo di questo caos, c’è Novak Djokovic, il serbo che incarna l’ultimo baluardo del tennis di classe e dedizione. Djokovic, con la sua calma olimpica, ha dichiarato che il suo tennis può ancora competere con quello di Sinner e Alcaraz. Una frase che suona come un ammonimento: non dimenticatevi di me, sembra dire, io sono ancora qui.
E così, il tennis, tra schiacciate e polemiche, si trova a un bivio. È uno sport che cerca di restare al di sopra delle miserie umane, ma che finisce spesso invischiato in esse. E forse, il giovane Jannik Sinner, con il suo talento cristallino e il carattere schivo, è la migliore metafora di questo sport: combattuto tra il cielo della gloria e il fango delle polemiche.
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