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Airbnb e affitti brevi (+147%), le città italiane stanno cambiando volto

Il boom della ricettività diffusa ha trasformato le città italiane: dal 2014, le imprese come case vacanze e B&B sono aumentate del 147%. La crescita degli affitti brevi e il calo dei negozi di vicinato stanno cambiando il tessuto urbano

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Airbnb e ricettività diffusa - Airbnb e affitti brevi (+147%), le città italiane stanno cambiando volto
Airbnb e ricettività diffusa (© Depositphotos)

Negli ultimi dieci anni, il settore della ricettività diffusa ha vissuto una crescita esponenziale in Italia. Secondo i dati di Confesercenti, dal 2014 al 2024, le imprese attive come case vacanze, affittacamere e B&B sono aumentate del 147%, raggiungendo le 34.975 unità. Questo boom è stato alimentato dalla diffusione di piattaforme come Airbnb, che hanno reso più facile per i proprietari di immobili entrare nel mercato degli affitti brevi.

L’impatto delle piattaforme di affitto breve e la trasformazione delle aree urbane

La popolarità di Airbnb ha giocato un ruolo cruciale in questa trasformazione. Ad agosto, la piattaforma offre oltre 700mila sistemazioni in Italia, l’85% delle quali sono appartamenti riconvertiti all’ospitalità turistica e gestiti direttamente dai proprietari. Questo fenomeno è particolarmente forte nelle grandi città, dove le imprese della ricettività diffusa sono cresciute del 204% negli ultimi dieci anni.

L’aumento delle imprese di ricettività diffusa non ha interessato solo le grandi città. Anche i comuni di medie e piccole dimensioni hanno visto un incremento significativo: +196% nei comuni tra 50 e 250mila residenti, +182% nei comuni tra 15 e 50mila abitanti, +136% nelle località con una popolazione compresa tra 5 e 15mila abitanti e +80% nei micro-comuni con meno di 5mila residenti.

Declino dei negozi di vicinato e conseguenze sul tessuto urbano

In parallelo a questa crescita, i negozi e i servizi essenziali stanno scomparendo. Dal 2014, è sparito il 12% dei bar, negozi alimentari, di abbigliamento e altre attività commerciali di base. Questo calo è accompagnato da un aumento inarrestabile degli acquisti online, che si prevede cresceranno del 13% nel corso del 2024, con oltre 734 milioni di spedizioni ai clienti.

Confesercenti sottolinea che questa tripla metamorfosi – trasformazione delle abitazioni in attività ricettive, sparizione dei negozi essenziali e crescita del commercio online – sta cambiando profondamente i centri urbani. La deregolamentazione del mercato degli affitti brevi ha portato a gravi squilibri, favorendo le non-imprese e svuotando molte località di residenti.

Un futuro incerto per le comunità locali

Il rischio è che le località turistiche e i centri storici delle città d’arte diventino “gusci vuoti”, privi di servizi per i residenti, e che anche le località minori vengano desertificate. Questa situazione sta rendendo meno sostenibili le imprese del commercio di vicinato, già in difficoltà per la concorrenza delle grandi catene e delle piattaforme di eCommerce.

Per evitare che questa trasformazione danneggi irreversibilmente le comunità locali, è necessario monitorare attentamente il fenomeno e considerare regolamentazioni che bilancino gli interessi dei turisti e dei residenti. Solo così sarà possibile preservare il tessuto urbano e garantire un futuro sostenibile per le città italiane.

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