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Economia & Lavoro

Dopo il Primo Maggio: il lavoro tra risultati, criticità e attese

Cosa resta del Primo Maggio? Tra dati positivi sull’occupazione e criticità su salari e sicurezza, è il momento di passare dalle parole ai fatti.

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Maurizio Landini e Giorgia Meloni
Maurizio Landini e Giorgia Meloni (© DDW)

Il Primo Maggio è trascorso, tra cortei, discorsi istituzionali, manifestazioni sindacali e messaggi social. La celebrazione del lavoro ha richiamato l’attenzione pubblica su un tema centrale nella vita del Paese. Ma oggi, a distanza di qualche giorno, è il momento di fare un passo indietro e chiedersi: cosa resta di quel giorno? E cosa succede ora nella quotidianità di chi lavora, cerca lavoro o lo crea?

I numeri del governo

Il governo ha colto l’occasione per tracciare un bilancio positivo. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricordato che:

  • Sono stati creati oltre un milione di posti di lavoro in due anni e mezzo;
  • L’occupazione ha raggiunto i massimi storici, con 24,3 milioni di occupati;
  • L’occupazione femminile è ai livelli più alti mai registrati;
  • La disoccupazione è ai minimi da 18 anni.

Dati confermati da Istat, che fotografano una fase espansiva del mercato del lavoro italiano.

Le voci critiche: salari e sicurezza

Accanto a questi risultati, sindacati e opposizioni hanno messo in luce alcuni punti di fragilità. Il segretario della CGIL, Maurizio Landini, ha denunciato l’aumento delle morti sul lavoro e degli infortuni, chiedendo misure più severe per la prevenzione.

Elly Schlein, segretaria del PD, ha invece puntato l’attenzione sul tema salariale: secondo Istat, i salari reali sono diminuiti dell’8% rispetto al 2021. Da qui la proposta di introdurre un salario minimo legale.

Le prospettive del governo

Il governo preferisce puntare su un approccio graduale e strutturale. In particolare:

  • Valorizzazione della contrattazione collettiva;
  • Risorse per aumentare i controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro;
  • Utilizzo del PNRR per creare nuova occupazione;
  • Avvio di una riforma fiscale per aumentare il reddito netto disponibile.

Le proposte dei sindacati

Le sigle confederali hanno avanzato proposte comuni:

  • Rafforzare la formazione sulla sicurezza;
  • Eliminare forme di precarietà e subappalto;
  • Introdurre sistemi premianti e sanzionatori per le imprese;
  • Promuovere una cultura del lavoro dignitoso anche a scuola.

Il contesto economico

Il dibattito sul lavoro si inserisce in un contesto economico complesso:

  • Produzione industriale in leggera flessione;
  • Inflazione in calo, ma impatto sui redditi persistente;
  • Occupazione in crescita, ma con disparità territoriali;
  • Oltre 190.000 italiani emigrati nel 2024.

Oltre la retorica

Il lavoro rimane una delle grandi sfide del Paese. I dati raccontano una ripresa robusta, ma non ancora pienamente inclusiva né equamente distribuita.

Da oggi, 4 maggio, l’attenzione dovrebbe spostarsi dal simbolo all’azione. Serve continuità, serietà, e capacità di collaborazione per rendere il lavoro più giusto, più sicuro, più stabile.

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