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Economia & Lavoro

Mercato automotive: ritardi nelle consegne e corsa alle materie prime per il nuovo bene “di lusso”

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Fabbrica d'auto
Fabbrica d'auto (© unsplash.com)

Sono passati 18 mesi dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e più di 3 anni dal primo ordine di lockdown emanato per favorire il contenimento della pandemia da Covid-19, eppure le conseguenze di questi avvenimenti non smettono di bussare con prepotenza alle porte degli italiani e dell’Europa tutta.

Ad essere coinvolti sono tutti i settori, con un impatto importante sull’intera economia globale. L’aumento dei prezzi al consumo per le famiglie, la diminuzione del potere d’acquisto, l’impennata del costo degli investimenti per le imprese non fanno che impattare sulla ripresa mondiale che tarda ad arrivare. Allo stesso modo, la fornitura di molte materie prime strategiche scarseggia, soprattutto nel mondo dell’automotive, sempre più sotto i riflettori a causa della spinta, da parte dell’Unione Europea, alla transizione ecologica del settore. Se l’obiettivo è quello di eliminare la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, la decarbonizzazione è la risposta, ma l’accesso alle materie prime deve essere sicuro, sostenibile, diversificato.

Mentre sale sempre di più la domanda di auto elettriche e ibride, in linea con le nuove direttive anti-smog delle grandi città italiane come Roma, a diminuire sono invece sistemi e pezzi di ricambio per favorire lo sviluppo dell’era green.

Ad aumentare, dall’altro lato, sono invece i prezzi delle auto, ormai considerate a tutti gli effetti beni di lusso.

Il mercato delle auto in Italia

L’acquisto di un’automobile nuova in Italia sta diventando sempre più difficile, non solo a causa dei lunghi tempi di attesa, ma anche a causa dell’aumento dei listini delle vetture. Attualmente, il prezzo medio di un’auto in Italia supera i 26.000 euro, come evidenziato da uno studio dell’associazione dei consumatori Assoutenti, che ha confrontato i listini praticati dalle case automobilistiche. L’assenza delle materie prime ha avuto un impatto enorme sul settore automobilistico, e a pagarne le conseguenze sono, oggi, i consumatori finali, costretti a pagare il conto di una crisi globale e a tutelare con sempre maggiore attenzione un bene ormai rientrante, a tutti gli effetti, nella categoria dei prodotti di lusso. È il settore assicurativo, con l’ultimo report ANIA, a sottolineare il cambiamento già in atto e l’importanza che, oggi, viene attribuita alla propria automobile: se prima in molti si limitavano ad acquistare unicamente la RC auto, obbligatoria per legge, oggi, per una vettura su tre già coperta per la RC con l’assicurazione auto, vengono acquistate anche coperture aggiuntive, necessarie a proteggere a 360° un bene ritenuto ancora più prezioso.

Se nel 2013, l’acquisto di un’auto nuova in Italia aveva un costo medio di 18.000 euro, oggi questa cifra è salita al punto da registrare un aumento spropositato del 44,4% in soli 10 anni, il 6,1% del quale solo nello scorso marzo. Il boom di richieste delle auto elettriche, poi, ha fatto il resto: costi elevati e componenti sempre più sofisticati, rari e costosi, hanno contribuito ad alzare non solo la media dei prezzi ma anche ad alimentare la crisi delle materie prime, impattando in modo significativo nel settore.

I tempi di consegna delle auto

L’aumento dei prezzi e la mancanza delle materie prime, tuttavia, non sono gli unici problemi che affliggono il settore dell’automotive. A preoccupare ormai da due anni sono i tempi di consegna biblici causati anche dalle conseguenze del conflitto Russia-Ucraina. Uno stop dal valore inestimabile che sta colpendo tanto i costruttori quanto gli acquirenti.

Al centro del dibattito c’è il reperimento dei microchip e dei semiconduttori di cui le vetture moderne si compongono, elementi fondamentali per la costruzione delle macchine e il funzionamento dei software. L’emergenza Covid con il blocco delle fabbriche prima, e le ripercussioni della guerra immediatamente dopo (molte case avevano dislocato la produzione di parte della componentistica sia in Russia che in Ucraina) hanno causato un serie di disagi a catena che, secondo gli esperti, si protrarrà ancora per tutto il 2023.

Ad aggiungere il carico da novanta, poi, è il nodo intorno agli autotrasportatori. L’associazione europea della logistica automotive (Ecg) ha lanciato l’allarme: i mezzi per spostare le auto scarseggiano, gli autisti di bisarche sembrano irreperibili e le auto, intanto, stazionano nei porti europei in attesa di una consegna senza data.

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1 Commento

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    giulio

    11 Settembre 2023 at 20:19

    Ma per piacere : le elettriche QUI in ITALIA non le vuole nessuno !

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