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Armi nucleari in Polonia? La proposta di Duda, la risposta di Mosca

Il presidente polacco Andrzej Duda ha proposto di ospitare armi nucleari in Polonia come deterrente contro la Russia, suscitando reazioni contrastanti. La NATO, tramite Jens Stoltenberg, ha negato piani di espansione nucleare, mentre la Russia ha minacciato ritorsioni.

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Cartina dell'Europa con truppe NATO e russe
Cartina dell'Europa con truppe NATO e russe (© Depositphotos)

Il Presidente polacco Andrzej Duda ha recentemente riacceso un dibattito cruciale riguardante la sicurezza europea e le dinamiche della NATO con le sue dichiarazioni sul possibile ospitare armi nucleari sul territorio polacco, come parte della “condivisione nucleare” per rafforzare la difesa del fianco orientale dell’Alleanza. Queste dichiarazioni arrivano in un periodo di crescente tensione con la Russia, che ha intensificato la militarizzazione di Kaliningrad e spostato armi nucleari in Bielorussia.

La disposizione espressa da Duda non è una novità assoluta nella politica di sicurezza polacca. Già nel 2014, sotto il governo del partito Diritto e Giustizia, la Polonia esprimeva il desiderio di ospitare armi nucleari statunitensi, una volontà che si è rafforzata dopo l’aggressione russa all’Ucraina nel febbraio 2022. Il presidente ha sottolineato che la condivisione nucleare è stata oggetto di colloqui con gli Stati Uniti, rivelando una continua negoziazione nonostante le implicazioni di sicurezza che comporta.

Le “riserve” del Premier Tusk

La Polonia si propone come un baluardo militare dell’NATO contro le minacce orientali, spostando il fulcro della difesa dall’Germania a Varsavia. Tuttavia, non tutti all’interno del governo polacco condividono questa visione. Il Premier Donald Tusk, ha espresso riserve, sottolineando la necessità di una preparazione accurata prima di qualsiasi iniziativa militare di tale portata.

L’ambizione della Polonia di rafforzare il proprio arsenale è evidenziata dagli investimenti nella difesa, che prevedono di raggiungere il 4% del PIL. Tra le capacità operative, i velivoli F-35 e F-16, già in dotazione, possono essere equipaggiati con le bombe nucleari tattiche B-61, dimostrando la capacità operativa polacca di supportare tale strategia.

Jens Stoltenberg (© UE)

Jens Stoltenberg, Segretario Generale della NATO (© UE)

A livello internazionale, la reazione è stata immediata. Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha chiarito che attualmente non ci sono piani di espansione della condivisione nucleare tra gli Stati membri. Parallelamente, il Cremlino, per voce del portavoce Dmitry Peskov, ha minacciato misure di ritorsione, delineando un quadro di crescente antagonismo. Anche la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha etichettato le dichiarazioni di Duda come una “provocazione”.

La reazione russa

Le tensioni si riflettono anche nei commenti di Sergey Lavrov e Sergey Ryabkov, che hanno messo in guardia sugli effetti destabilizzanti di una tale mossa. Ryabkov ha specificamente avvertito che qualsiasi assetto nucleare NATO in Polonia sarebbe un obiettivo militare prioritario per la Russia.

In questo contesto, la dichiarazione di Duda non solo rafforza la posizione polacca all’interno dell’NATO, ma solleva anche questioni urgenti riguardanti la gestione della sicurezza europea e la stabilità geopolitica. La reazione del ministro degli Esteri polacco Radek Sikorski sottolinea la convinzione che un attacco russo si concluderebbe con una sconfitta per Mosca, ma riafferma la necessità di una difesa NATO robusta.

La scelta di ospitare armi nucleari in Polonia è, quindi, un nodo cruciale per il futuro della sicurezza europea, inserendosi in una dinamica internazionale complessa e carica di potenziali rischi, che necessita di un approccio ponderato e unitario da parte degli alleati. La prossima riunione tra Duda e Tusk sarà determinante per definire la posizione ufficiale della Polonia, mentre la comunità internazionale attende con trepidazione le evoluzioni di questa delicata questione.

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