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Storia ed evoluzione dell’abbigliamento militare italiano: dalle origini a oggi
L’abbigliamento dell’esercito italiano vanta una storia lunga e gloriosa, valorizzata dalla commistione tra la ricerca della massima funzionalità e la passione per il design che da sempre caratterizza il nostro paese.
Vale la pena, dunque, fare un excursus sull’abbigliamento militare dell’esercito italiano dall’antichità fino ai giorni nostri. Lo faremo nei paragrafi seguenti, che ci concluderanno con una piccola ma interessante riflessione sull’impatto del “vestire militare” nell’abbigliamento civile.
Le origini dell’abbigliamento militare italiano: dall’antica Roma al Risorgimento
Un excursus degno di questo di nome non può che parte dalle origini, ovvero dall’abbigliamento militare degli eserciti dell’epoca classica, per poi proseguire con quello del Medioevo e pre-unitario.
L’abbigliamento militare dell’antica Roma, almeno in epoca alto-imperiale, era caratterizzato dalla lorica segmentata, un’armatura di piastre di ferro che copriva il torso, e dal gladio, una corta spada. Il soldato romano indossava la galea, un elmo di metallo, e lo scutum, un grande scudo rettangolare. La tunica di lana, indossata sotto l’armatura, era comune, così come le caligae, sandali robusti con suola chiodata.
Durante il Medioevo, l’abbigliamento militare italiano ha subito diverse trasformazioni. I cavalieri indossavano armature di maglia di ferro, chiamate cotte di maglia, che garantivano protezione e flessibilità. Con il tempo, queste furono integrate da piastre di ferro per una maggiore protezione. Gli elmi si evolvettero in bacinetti con visiere mobili, e gli scudi divennero più piccoli e maneggevoli. Gli uomini d’arme portavano anche gambeson imbottiti sotto l’armatura per attutire i colpi.
Nel Rinascimento, le armature a piastre raggiunsero il loro apice in termini di design e decorazione. Gli ufficiali indossavano corazze ornate e elmi elaborati, riflettendo il prestigio e l’importanza della figura militare. I soldati di fanteria, come i picchieri, indossavano pettorali più semplici e elmetti aperti come i morioni. Le armi da fuoco hanno cominciato a influenzare l’abbigliamento, con l’introduzione di giubbe imbottite per proteggere dai proiettili, che hanno piano piano sostituito gli elementi in metallo.
Durante il Risorgimento, l’abbigliamento militare italiano si adattò alle nuove esigenze dei conflitti moderni. I soldati indossavano uniformi più pratiche, con giacche e pantaloni di lana per la mobilità e il comfort. Gli ufficiali portavano cappotti più elaborati e copricapi decorativi. L’uso di armi da fuoco ha portato all’introduzione di equipaggiamenti come bandoliere e borse per munizioni, rendendo l’abbigliamento militare più funzionale e meno decorativo.
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