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Anche il Friuli-Venezia Giulia (a guida centrodestra) apre al suicidio assistito

Nel Friuli-Venezia Giulia, come nel Veneto, si apre il dibattito sul suicidio assistito. Commissione medica approva per paziente con patologia irreversibile. Questo solleva domande etiche e politiche, riflettendo una possibile svolta dell’identità del centrodestra italiano.

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Eutanasia e suicidio assistito
Eutanasia e suicidio assistito (© Depositphotos)

TRIESTE – Nel solco tracciato dal Veneto, anche la regione del Friuli-Venezia Giulia si è aperta al dibattito sull’eutanasia e il suicidio assistito. Con simili modalità a quelle adottate nella vicina regione guidata dal presidente Luca Zaia, il Governatore Massimiliano Fedriga si trova ad affrontare le questioni etiche e mediche riguardanti il diritto alla morte assistita.

L’apertura a questa pratica è scaturita in seguito a una diagnosi di sclerosi multipla secondariamente progressiva alla signora Anna, nome di fantasia, nel 2010. La malattia è stata definita come irreversibile, portando ad un dibattito spinoso sull’opportunità di concedere la possibilità di un suicidio assistito.

Commissione medica multidisciplinare e requisiti giuridici

In risposta alle richieste del Tribunale di Trieste, la ASL del Friuli Venezia Giulia ha formato una Commissione Medica Multidisciplinare per esaminare il caso di Anna. La Commissione ha valutato la conformità ai requisiti delineati dalla sentenza n. 242/2019 della Corte Costituzionale, la quale stabilisce che il suicidio assistito è possibile se il paziente è affetto da una patologia irreversibile che provoca sofferenze insopportabili, ma è pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli. Dopo aver riscontrato la sussistenza di questi requisiti, la Commissione ha emesso un parere positivo sulla richiesta di Anna.

Il ruolo del Comitato Etico Unico Regionale

La decisione finale spetta ora al Comitato Etico Unico Regionale, che valuterà il caso di Anna. Se il Comitato darà il suo assenso, l’ASL fornirà ulteriori indicazioni a Anna riguardo al percorso che dovrà seguire per accedere al suicidio assistito. La decisione del Comitato avrà implicazioni significative per il dibattito sull’eutanasia e il suicidio assistito, non solo nel Friuli, ma anche a livello nazionale.

Le dichiarazioni di Filomena Gallo (Associazione Luca Coscioni)

Filomena Gallo, segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e avvocato che ha supportato il caso di Anna, ha espresso la sua approvazione per il parere positivo della Commissione Medica Multidisciplinare. Ha sottolineato l’importanza di considerare l’assistenza continua fornita da terzi come parte integrante del sostegno vitale necessario per la sopravvivenza di pazienti come Anna. Questo mette in luce la sfida di valutare le complesse condizioni dei pazienti con diverse patologie e livelli di assistenza.

Un dibattito che si allarga alle categorie di pazienti

Le condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale per l’accesso al suicidio assistito sollevano interrogativi importanti. L’ampia formulazione dei requisiti, in particolare l’irreversibilità della patologia e il concetto di sofferenza intollerabile, potrebbe allargare il campo di coloro che possono richiedere il suicidio assistito. Si apre così un dibattito sulla definizione di “trattamento di sostegno vitale” e sulla sua applicabilità a diverse situazioni mediche, che va oltre i semplici trattamenti di supporto fisico.

L’approccio alla questione del suicidio assistito sembra riflettere le dinamiche politiche locali. Tanto nel Veneto quanto nel Friuli-Venezia Giulia, la legge di iniziativa popolare Liberi Subito ha raccolto firme per promuovere l’adozione della legislazione in linea con la sentenza della Corte Costituzionale. I governi guidati da leghisti, Zaia e Fedriga, stanno sostenendo questa apertura, segnalando una convergenza nel dibattito etico.

Dibattito, identità e relativismo

L’apertura al suicidio assistito solleva domande cruciali sulla relazione tra politica, etica e medicina. Questa decisione non solo riflette l’evoluzione del dibattito sull’eutanasia, ma sembra anche sottolineare una possibile trasformazione dell’identità politica della destra italiana. In un contesto in cui il relativismo sembra aver permeato molte sfere della società, il dibattito sull’eutanasia non solo mette in discussione la scelta individuale, ma solleva interrogativi profondi sulla natura stessa dell’identità culturale e politica.

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1 Commento

1 Commento

  1. Avatar

    marino rore

    15 Agosto 2023 at 18:24

    un piccolo emendamento alla costituzione e si potrà applicare come TSO anche alle persone che stanno sulle scatole: vecchi, malati, disabili, antipatici …

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