Opinioni
Andrea Gaspardo: «Vi spiego perché la Russia vincerà la guerra entro la fine dell’anno»
Andrea Gaspardo, analista geopolitico di Difesa Online, spiega al DiariodelWeb.it la situazione attuale e i probabili sviluppi della guerra tra Russia e Ucraina
Vladimir Putin ha commesso dei gravi errori dal punto di vista strategico all’inizio della guerra contro l’Ucraina, e questo è un dato di fatto. Sperava in una vittoria rapida, invece è rimasto spiazzato dalla resistenza strenua di Kiev. Questo non significa, però, che la Russia sia destinata alla sconfitta o stia addirittura già perdendo, come si legge da parte di molti osservatori. Anzi, secondo l’analista geopolitico di Difesa Online, Andrea Gaspardo, gli ucraini sono destinati a soccombere in capo a pochi mesi. Ecco la sua analisi ai microfoni del DiariodelWeb.it.
Andrea Gaspardo, a che punto siamo della guerra in Ucraina e come è evoluta rispetto all’inizio?
A quest’ora abbiamo elementi sufficienti per affermare che, inizialmente, la leadership russa avesse inteso l’invasione come un’operazione di larga scala volta all’occupazione di tutta l’Ucraina in un arco temporale limitato.
Una guerra lampo.
Quanto più possibile. Io l’avevo anticipato già a gennaio di quest’anno, primo in Italia e credo anche in Europa, battezzandola «operazione Sciame di fuoco».
Ma non è andata come i russi si aspettavano.
L’Ucraina è riuscita a resistere superbamente, complice anche una serie di errori di natura tattico-strategica da parte della Russia, soprattutto per ingestibilità delle linee logistiche. Di conseguenza i russi si sono ritirati dalla zona nord, quella di Kiev, e da gran parte di quella occidentale, per riorientare lo sforzo bellico nel Donbass e nella parte meridionale.
Quindi hanno ragione quelli che sostengono che la Russia stia perdendo?
Attenzione: a mio modestissimo parere questo non significa affatto che la Russia abbia rinunciato al suo obiettivo iniziale. Il cambiamento della tattica non è indicativo del fatto che Putin voglia solo prendersi dei coriandoli di Ucraina e utilizzarli poi come merce di scambio nella trattativa. Secondo me, l’obiettivo di prendere tutta l’Ucraina, non più in una guerra lampo ma di lungo periodo, ancora c’è.
Detti gli obiettivi della Russia, quali sono quelli della Nato?
In parte le risposte le stiamo ancora cercando. Io penso che una chiara strategia non esista. Gli ucraini hanno l’obiettivo di espellere i russi dal loro territorio, anche se non è chiaro quanto questo sia fattibile. In tutto il resto dell’Occidente, invece, esiste una pluralità di posizioni: nel nostro Paese, nell’Unione europea e nelle varie anime dell’amministrazione americana. Il dipartimento di Stato dice una cosa, il Pentagono un’altra e Biden cerca di fare da paciere senza compromettersi troppo.
Ma una guerra contro una potenza atomica come la Russia si può davvero vincere, o piuttosto la si vuole prolungare all’infinito per logorare il nemico?
Questa è un’idea. Ma esattamente a cosa si vuole arrivare? Ad una ritirata dei russi dai territori occupati? A una ritirata anche dalla Crimea e dal Donbass? Ad un cambio di regime a Mosca?
Me lo dica lei.
Le opinioni che si leggono sono contraddittorie. Tendenzialmente direi che esiste una confusione ai vertici in merito all’obiettivo finale dell’Occidente. Tuttavia è fattuale che gli ucraini stanno ricoprendo il ruolo di baionette viventi per un conflitto che è diventato a tutti gli effetti tra Stati Uniti e Russia.
Questo significa che, sperando che la guerra non si allarghi mai sul piano militare, comunque in termini geopolitici è già globale.
Assolutamente sì. I media e l’opinione pubblica russa si sono allineati nel convincimento che il loro Paese stia combattendo una guerra per la preservazione della propria civiltà. Per impedire che l’Occidente usi l’Ucraina come drone per andarsi a schiantare sulla Federazione russa e distruggerla fisicamente. Questo lo pensano non solo le élite ma anche il popolo. Non è la guerra di Putin, ma della Russia.
Quindi dobbiamo aspettarci una guerra molto lunga?
Sì, ma non lunga anni. Ormai è molto probabile che finirà tra qualche mese, comunque entro la fine di quest’anno.
Da cosa deriva questa sua previsione?
Le capacità di resistenza dell’Ucraina e di attacco della Russia dipendono in buona parte dai loro arsenali. Nonostante esistano opinioni discordanti, io ritengo che la Russia, tra ciò che ha in servizio, le ampie riserve e la sua capacità produttiva abbia tutte le risorse necessarie per portare avanti il conflitto finché sarà necessario. Anche perché la guerra economica contro di loro sta fallendo: questo non lo dico solo io ma anche l’Economist.
E l’Ucraina?
L’Ucraina ha iniziato la guerra con armamenti che al 90% erano ereditati dall’Unione sovietica, per il 9% autoprodotti o comprati dopo il 2014 e per l’1% forniti in emergenza dai Paesi occidentali. Dopo l’inizio del conflitto queste forniture sono aumentate, ma comunque per gran parte gli ucraini hanno combattuto con mezzi propri. Nel frattempo stiamo assistendo al progressivo consumo degli arsenali e alla metodica demolizione dell’apparato industriale, specialmente del comparto della difesa, da parte dell’aviazione e dei missili da crociera russi. Perciò Kiev non ha la possibilità a livello endogeno di sostituire le sue armi. Più passa il tempo e più sarà dipendente dagli arsenali forniti dall’Occidente. Che però anch’essi non sono illimitati, come le nostre capacità produttive.
Dunque?
L’Ucraina finora ha resistito egregiamente, ma con il passare dei mesi le sue capacità diventeranno residuali. Non sono assolutamente ottimista per le loro sorti. Stanno combattendo con grande coraggio e spirito di sacrificio, ma con basso realismo politico e scarsa lungimiranza.
Come stanno raccontando questo conflitto i mezzi d’informazione italiani?
Penso che non stiano svolgendo un buon servizio per il pubblico, dall’una e dall’altra parte. Ovviamente, dato che l’Italia milita nel campo atlantista, c’è la tendenza a descriverlo dal punto di vista ucraino. Non c’è niente di male, se questo si basa su una scelta precisa e coerente di politica estera. D’altra parte, per ostilità rispetto a questa impostazione, un numero crescente di persone tende a dare corda ai filorussi, addirittura ai filoputiniani. E diventano il contraltare.
Si assiste ad una reciproca radicalizzazione dei punti di vista, in altre parole.
È sempre più difficile per le persone come me cercare di descrivere la meccanica degli eventi, perché purtroppo si viene sempre trascinati da un lato o dall’altro. Una fazione mi accusa di essere simpatizzante di Putin, l’altra di parteggiare per la Nato.
Questa è una testimonianza che lei è equilibrato.
Questo è vero. Però questo ti sottopone ad una pressione psicologica e professionale. Io sono anche un imprenditore, perché gestisco una società di consulenze, e molti miei clienti leggono quello che viene scritto di me. Quindi si pongono il problema se io pensi veramente quello che mi viene attribuito.
Per essere liberi c’è sempre un prezzo da pagare.
Esatto.
Continua a leggere le notizie di DiariodelWeb.it e segui la nostra pagina Facebook