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Opinioni

Lorenzo Castellani: «Non sopravvalutiamo le regionali in Sardegna»

Al DiariodelWeb.it l’analisi del politologo e professore alla Luiss Lorenzo Castellani, autore del libro «Eminenze grigie» edito da Liberilibri

Fabrizio Corgnati

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La presidente eletta della Sardegna Alessandra Todde al centro tra Elly Schlein e Giuseppe Conte, segretari rispettivamente del Pd e del M5s (© Fotogramma)
La presidente eletta della Sardegna Alessandra Todde al centro tra Elly Schlein e Giuseppe Conte, segretari rispettivamente del Pd e del M5s (© Fotogramma)

Porta l’evocativo titolo di «Eminenze grigie. Uomini all’ombra del potere» l’ultimo libro del professor Lorenzo Castellani, politologo e docente di Storia delle istituzioni politiche all’università Luiss, che raccoglie i ritratti di numerose figure tanto sconosciute quanto influenti: quei consiglieri che sussurrano ai potenti e che spesso tengono in mano le vere leve del governo, pur senza mai apparire sotto i riflettori. Con lui il DiariodelWeb.it ha discusso anche gli esiti delle ultime elezioni regionali in Sardegna, che hanno visto prevalere la coalizione di Partito democratico e Movimento 5 stelle, e i possibili effetti che questo successo avrà in vista delle prossime europee di giugno.

Professor Lorenzo Castellani, chi sono le eminenze grigie?
Consiglieri del potere, che non sono leader politici ma li affiancano, con incarichi a volte formali e a volte informali, e hanno la capacità di influenzarne le decisioni, contribuendo in ruolo sostanziale al disegno politico, pur senza mai essere troppo appariscenti.

Insomma, spesso il palcoscenico della politica, quello a cui assistiamo nei talk show o nelle campagne elettorali, non è il luogo dove viene esercitato il vero potere.
Esatto. Nel libro traccio i ritratti di personalità di governo, che però trovano una loro funzione nella ragion di Stato o nelle relazioni internazionali, più che facendosi eleggere in prima persona. Sono fuori dalla politica politicante dei media, figure che stanno nel retroscena.

Questo non pone un problema di trasparenza e controllo democratico?
La mia teoria è che sia impossibile eliminare i suggeritori. Sono apparsi fin dal ‘600, alla creazione dello Stato moderno, quando la politica moderna si è fatta più complessa. Non se ne può fare a meno perché il potere ha sempre un lato oscuro, dietro ai meccanismi visibili. Del resto il più grande teorico della politica degli ultimi 500 anni, Niccolò Machiavelli, scrisse «Il Principe» proprio perché ambiva a essere un’eminenza grigia.

Anche Giorgia Meloni ha le sue eminenze grigie?
Contrariamente ad altri leader come la Thatcher, Bush o Blair, non ne ha una riconosciuta. Sono soprattutto i suoi sottosegretari, come Mantovano o Fazzolari, uomini in ombra che partecipano poco ai talk show o alla lotta politica, a esercitare l’azione di governo nel ruolo di consiglieri o di garanzie nei confronti di altri poteri.

Chi sicuramente ha avuto un’importante eminenza grigia, che tu racconti nel libro, è Vladimir Putin. L’influente ideologo Vladislav Surkov fu suo consigliere personale nei territori del Donbass e teorizzò l’invasione dell’Ucraina.
Lui è un’eminenza grigia che ha ricoperto ruoli formali sia nel partito Russia Unita che al Cremlino, fino alla fine del 2018 quando fu rimosso. Un politico che ha usato anche le armi dell’intelligenza e della cultura: fu il teorico della cosiddetta «democrazia gestita», cioè dell’idea di finanziare un’opposizione molto debole per mantenere in piedi una parvenza democratica. Inoltre fu l’unico a dichiarare pubblicamente, anche sui giornali occidentali, il ruolo della Russia come «spazio mezzosangue» tra Oriente e Occidente.

L’Ucraina si inserisce dunque in questo disegno?
Fin dal 2014 Surkov teorizzò lo smembramento dell’Ucraina, sostenendo che la parte sudorientale deve far parte della Russia e a tal fine bisogna stringere nuovi accordi con l’Occidente. Inoltre fu l’inventore della cosiddetta guerra ibrida, combattuta con le armi ma anche con le informazioni, con il cyber.

Oggi non si capisce bene che fine abbia fatto, però.
A volte questi uomini entrano in conflitto con il leader ed escono dalla politica. Sembra che Surkov per un periodo, un paio di mesi dopo l’invasione dell’Ucraina, sia stato messo agli arresti domiciliari. Oggi pare che sia tornato libero, a scrivere sui giornali che lo pubblicano, sia in russo che in inglese, ma non si sa che cosa stia realmente facendo. Non sappiamo se ci sia stata o meno una rottura totale con Putin o con gli apparati. Sicuramente non viene percepito come un oppositore, altrimenti sarebbe finito in Siberia o, peggio, ammazzato. È una persona che sa molte cose, quindi imprigionarlo o eliminarlo forse sarebbe peggio.

Cambiamo argomento e parliamo dell’attualità politica italiana: la vittoria del campo largo in Sardegna quanto può dirci in vista delle prossime elezioni europee?
Si è visto che se Pd e M5s si uniscono le chance di competere con la destra aumentano. Allo stesso tempo resta un’elezione locale, con dinamiche regionali, che non va sovrastimata. Anche perché il centrodestra ha giocato molto male la partita, sbagliando candidato, metodo, campagna elettorale. Bisognerà capire se resterà un caso isolato o se la tensione tra gli alleati della maggioranza genererà una stanchezza nell’elettorato.

Cosa si aspetta dalle europee, dunque?
Non mi aspetto terremoti, bensì un risultato non troppo dissimile dal 2022, magari con piccole variazioni percentuali. Magari il Pd prenderà il 20-21% invece del 18, con un M5s sempre intorno al 15-16%. Ciò significa che la distanza tra le due coalizioni si potrà leggermente accorciare. Ciò non toglie che anche in Sardegna, se guardiamo le liste, comunque il centrodestra ha raccolto il 48% dei consensi.

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2 Commenti

1 Commento

  1. Avatar

    Massimo Biga

    4 Marzo 2024 at 22:01

    si dimentica sempre di citare x quanto riguarda le elezioni sarde che in realtà hanno votato soltanto la metà dei sardi e quindi chiunque abbia vinto è stato comunque sconfitto….questo certifica che buona parte dei cittadini ha capito che centrodestra è centrosinistra fanno parte della stessa cricca.

  2. Avatar

    Ardmando

    8 Marzo 2024 at 12:45

    La cosa ridicola è che questi falliti della sinistra festeggiano perchè hanno vinto per una manciata di voti. Metà della Sardegna è di centro destra e per questo spero che vi rendano il governo della regione un inferno. Già solo vedere alleati quelli della setta-partito col PD è una cosa che fa rabbrividire. Ma ve lo ricordate quanto disprezzavano e quante ne dicevano contro il PD quelli della setta di Grillo? E da quando sono passati dall’essere una setta come tante allo status di setta-partito, per amore del denaro e del potere (poco per la verità) ora sono compagni di merende inseparabili. Tanto cambia la casacca, ma sempre di comunisti si tratta.

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