Opinioni
Matteo Milanesi: «Sul lutto nazionale per Berlusconi polemiche ridicole»
Al DiariodelWeb.it il saggista Matteo Milanesi commenta la figura di Silvio Berlusconi e le voci dissonanti nei giorni del lutto nazionale e dei funerali di Stato
Neppure nei giorni del lutto per la recente scomparsa di Silvio Berlusconi si placa lo tsunami travolgente delle polemiche politiche. Anche di fronte alla decisione di tributare i funerali di Stato, il lutto nazionale e la sospensione dei lavori parlamentari per ricordare il Cavaliere non sono mancate le voci dissonanti, che hanno fatto sentire con gran forza la loro contrarietà. Di questo tema, ma anche, più in generale, della figura del fondatore di Mediaset e Forza Italia nel suo complesso, il DiariodelWeb.it ha parlato con il saggista e commentatore politico Matteo Milanesi.
Matteo Milanesi, come sarà ricordato Silvio Berlusconi nei libri di storia tra qualche decennio?
Come un quattro volte presidente del Consiglio, l’uomo che ha ricoperto questa carica più a lungo di tutti. Questo è un dato oggettivo, al di là di qualunque colore politico. Dopo Mani pulite, con l’assenza della Dc e del Psi è riuscito a ricreare un nuovo assetto, ridando una casa a quegli elettori di centro che si erano smarriti dopo la prima Repubblica. Ma il suo ruolo non si è limitato alla politica.
Cos’altro?
È stato anche l’uomo che ha stravolto i media e la televisione in Italia. A livello sportivo, il presidente di un club tra i più prestigiosi al mondo e quello che ha vinto di più nella storia del calcio. Un precursore del diritto imprenditoriale e aziendale, una novità per un Paese che fino a quel punto era stato a trazione socialista. Insomma, un rivoluzionario, sotto tutti i punti di vista.
Quali doti gli hanno permesso di essere un tale innovatore?
Pochi giorni fa leggevo un’intervista al telecronista sportivo Sandro Piccinini, che diceva chiaramente come negli anni ’90 Berlusconi fosse già due decenni avanti a livello di comunicazione. Lui parlava di predisposizione naturale: riusciva a individuare quali programmi lanciare, a che ora mandarli in onda, come i conduttori dovevano vestirsi ed esprimersi. In Italia, prima di lui, non avevamo mai visto né conosciuto nulla del genere.
E nei libri di storia che posto avrà la pagina dei lunghi e numerosi processi di Berlusconi?
In questo caso trovo difficile non darne una lettura di parte. Da quando scese in politica, nel 1994, abbiamo assistito a un’azione della magistratura senza eguali: oltre 4 mila udienze per un complesso di 36 processi. Se contiamo tutti i gradi di giudizio, arriviamo quasi a 90: praticamente uno per ogni suo anno di vita.
I numeri, in effetti, fanno impressione.
Anche perché sono finiti tutti con prescrizioni, assoluzioni o proscioglimenti. L’ultimo il Ruby Ter, a febbraio. C’è stata una sola condanna, ma ricordiamo che uno dei giudici che emisero quella sentenza, Amedeo Franco, nelle intercettazioni uscite dopo la sua morte, la definì come politicamente orientata, una porcheria.
Ci fu accanimento, come sostengono alcuni?
Non è una presa di posizione ideologica, conservatrice, di destra. Quando esplose lo scandalo della magistratura, fu lo stesso Luca Palamara a rivelare quanto il Csm era politicizzato. Ricordiamo che il governo Berlusconi I cadde per un avviso di garanzia pubblicato dal Corriere della Sera, che Paolo Mieli, all’epoca direttore, ha ammesso chiaro e tondo fosse uscito dalla procura di Milano. Insomma, una riedizione di quella stessa alleanza distruttiva tra media e giudici che, prima del Cavaliere, aveva già fatto fuori Bettino Craxi. Indubbiamente la magistratura ha giocato un ruolo politico: oggi lo riconoscono persino i suoi ex avversari come Renzi o D’Alema.
Eppure le polemiche per il lutto nazionale e i funerali di Stato non sono mancate. Che effetto le hanno fatto.
Mi sorprendono un po’, anzi, direi che sono al limite del ridicolo. Per chiunque abbia ricoperto un’alta carica sono previsti i funerali di Stato. Ma io dico di più: sarei stato favorevole a nominarlo senatore a vita. Magari insieme a Romano Prodi.
Anche in questo caso non ne fa una questione di parte.
Sono due figure che hanno segnato una stagione politica, alternatisi al governo tra il 1994 e il 2011. Mi dispiace che l’opposizione e parte della stampa, penso al Fatto quotidiano, non riescano mai a unirsi e a rispettare un protagonista della storia, a prescindere dalle simpatie o dalle antipatie. Nemmeno di fronte a una morte.
Che cosa succederà al centrodestra e a Forza Italia in particolare, ora che è venuto meno il loro fondatore?
Al centrodestra penso ben poco. Pur essendone un tassello fondamentale, Berlusconi non era più il leader della coalizione, che viene trainata da Giorgia Meloni. Su Forza Italia, la prosecuzione non pare in discussione: Tajani ha chiarito che sarà lui a ereditare il testimone, insieme alla Fascina. Ieri è uscito un sondaggio secondo cui il partito ha addirittura superato la Lega e raggiunto il 13%, il dato più alto dal 2018. Prendiamo questi numeri con le pinze, perché l’emotività per la morte del Cavaliere influisce molto. Ma bisognerà capire se un partito fondato e da sempre guidato da Berlusconi potrà durare.
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Elisabetta
15 Giugno 2023 at 8:28
Io lo proporrei inizialmente per la beatificazione, in seguito se avverranno anche dei miracoli, per la santità.
Meno male che per lui è stato dichiarato il lutto nazionale, visto che se lo erano scordati per Falcone e Borsellino.
Già, ma loro erano ometti di stato e combattevano la mafia (una delle nostre maggiori componenti della ns. economia).
Lui era un Grande Imprenditore per di più “rivoluzionario”. Altro che quella formica di Mattei!
Ce ne fossero di uomini così!
L’Italia ne ha tratto un gran vantaggio.
Piero
15 Giugno 2023 at 11:31
questo signore che inneggia a Berlusconi defunto ha tralasciato il peggio del peggio che quell’uomo ha fatto ai danni dell’Italia e dei suoi cittadini e di bene per sé e per le sue aziende. per cui anche voi diario del web si è capito da che parte state.