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Paolo Becchi: «Soffia il vento di destra: Meloni confermata, debacle M5s»

Le urne consegnano Fratelli d’Italia sopra il 28%, davanti al Partito democratico. Il DiariodelWeb.it commenta l’esito delle elezioni europee di questo weekend con il professor Paolo Becchi

Fabrizio Corgnati

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Lo spoglio delle elezioni europee (© Fotogramma)

L’esito delle elezioni europee di questo weekend ci consegna l’atteso trionfo di Fratelli d’Italia (oltre il 28%), quattro punti abbondanti davanti al Pd che consolida la sua posizione di secondo partito. Intorno al 9%, invece, ben tre forze: Movimento 5 stelle, Forza Italia e Lega. Supera le aspettative l’Alleanza Verdi e Sinistra con il 6%, fuori dal parlamento europeo tutti gli altri partiti. Il DiariodelWeb.it ha commentato il giorno dopo il voto con Paolo Becchi, professore di Filosofia del diritto.

Professor Paolo Becchi, si aspettava un risultato del genere?
Sì, me lo aspettavo. Soffia forte il vento di destra, per usare questa categoria, anche se è un po’ superata. Queste forze sono state premiate nei Paesi in cui sono all’opposizione, ma anche in Italia, dove la Meloni in realtà è al governo. Questo è interessante.

Dunque dobbiamo leggere questo voto come una promozione dei primi anni di governo?
Sicuramente è una conferma per la Meloni, questo è l’aspetto principale. Anche se va detto che il primo partito non è Fratelli d’Italia, ma l’astensione. Questo è un fatto rilevante che non va sottovalutato.

L’affluenza definitiva è stata del 49,69%, meno della metà degli aventi diritto.
Non era mai successo. Spingevano gli elettori al voto perché altrimenti sarebbero passati i centristi: tutto falso, perché in realtà Azione e Stati Uniti d’Europa non sono passate. Invece non si sono resi conto che l’astensione ha comportato la definitiva debacle del Movimento 5 stelle.

Il M5s è andato al di sotto delle aspettative.
Oggi ho scritto un tweet, affermando che il garante Beppe Grillo dovrebbe trarne le conseguenze e staccare la spina. Questo ormai non è più il M5s, è il partito di Conte: ha portato avanti una campagna elettorale personalistica, ha scelto lui le persone che sarebbero dovute andare in Europa, cioè ha fatto tutto quello che nel vecchio Movimento non si sarebbe dovuto fare.

Staccare la spina significherebbe sciogliere il partito?
Quantomeno dire: tu vai pure avanti con il tuo partito, ma senza il mio simbolo, perché questo non è il Movimento 5 stelle. E in effetti l’ex prima forza politica nazionale oggi non raggiunge nemmeno il 10%: gli stessi voti di Forza Italia e Lega.

A proposito di Lega: Salvini esulta dichiarando che li davano per morti e invece sono ancora vivi.
Francamente non so se ci sia molto da esultare. Nei rapporti di potere all’interno della coalizione di centrodestra ormai Forza Italia l’ha scavalcata, anche se di meno di un punto. Questo avrà conseguenze nelle decisioni politiche e nelle prossime nomine.

Si puntava molto sull’effetto Vannacci.
Per il generale, Salvini ha sacrificato tutto. Addirittura Bossi, il presidente del partito, ha dichiarato che non avrebbe votato Lega. Si può dire che sia andato tutto bene? Hanno preso il 9% in un’Europa in cui i partiti di destra hanno ottenuto un successo pazzesco.

Salvini rischia di subire il malcontento della base?
Magari non succederà niente, ma se ci fosse un congresso non so come si potrebbe presentare da vincitore. Secondo me un problema reale c’è. Può restare presidente della Lega uno che vota Forza Italia? O può cacciarlo fuori?

Il Pd invece è cresciuto. La cura Schlein funziona?
Il risultato premia il Pd, che è rimasto l’unico rappresentante dell’opposizione. Un buon risultato l’ha ottenuto l’Alleanza Verdi e Sinistra, ma in un’elezione proporzionale un po’ di sinistra ci vuole. C’è da dire che, con questo panorama, la Meloni camperà cent’anni.

Uscendo dall’Italia, che cosa cambierà in chiave europea, invece?
Lo spostamento degli equilibri a destra è fuori discussione. In Germania Afd ha fatto un exploit, anche se è stata messa fuori dall’arco costituzionale. Addirittura Macron ha deciso di sciogliere il parlamento in Francia: è un segnale. Ma se, dopo tutto questo sommovimento, in Europa non cambiasse proprio niente?

In che senso?
Spero di no, ma se riconfermassero la Von der Leyen, sarebbe paradossale: il segno che queste elezioni non contavano nulla, come avevo detto.

Che l’Europa non è molto democratica.
Esatto. Che possiamo votare chi ci pare, tanto fanno come vogliono loro. E se non fosse la Von der Leyen, l’unica alternativa in campo era Mario Draghi: dalla padella nella brace.

Un risultato del genere sposterà almeno la posizione sulle guerre?
Bisognerà valutare. Anche se non raccontiamoci storie: mi sembra che la guerra la vogliano tutti i grandi partiti, anche se solo difensiva. Salvini ha lasciato intendere che si opporrà all’invio di nuove armi in Ucraina: vedremo se terrà fede alle sue parole.

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1 Commento

1 Commento

  1. Avatar

    Sebastiana Carboni

    11 Giugno 2024 at 9:10

    Come fate a non vedere l’elefante nella stanza? Più della metà degli italiani ha delegittimato l’Ue. Parlate di percentuali non corrispondenti alla realtà. Dovete dimezzarle per analizzare la situazione.La guerra non si può fare senza il consenso.

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