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Politica

Grillo, Conte e il partito a corto di stelle

Beppe Grillo lascia i 5 Stelle: Giuseppe Conte guida un partitino senza anima, lontano dalla rivoluzione promessa. Una crisi di leadership che rischia di relegare il Movimento all’irrilevanza politica.

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Beppe Grillo, Davide Casaleggio e Luigi Di Maio durante una manifestazione del MoVimento 5 Stelle
Beppe Grillo, Davide Casaleggio e Luigi Di Maio durante una manifestazione del MoVimento 5 Stelle (© Agenzia Fotogramma)

Beppe Grillo, il padre fondatore del Movimento 5 Stelle, si allontana dalla sua creatura politica. Un addio che lascia un vuoto denso di significati. Giuseppe Conte, avvocato prestato alla politica, resta a gestire un partito che sembra ormai aver perso la sua anima rivoluzionaria. È la fine di un’epoca? Oppure solo l’inizio di un’altra fase meno gloriosa?

La rivoluzione disinnescata

Il Movimento 5 Stelle nacque come un grido di protesta, un’onda capace di travolgere le vecchie logiche partitiche. Grillo, con la sua ironia tagliente e la capacità di parlare al cuore degli elettori, incarnava l’indignazione collettiva contro una classe politica percepita come distante e corrotta. Ma ora? Ora resta un partitino, come lo definisce la stampa, che fatica a trovare un’identità sotto la guida di Giuseppe Conte. L’avvocato del popolo si ritrova con un gruppo parlamentare sempre più frammentato, privo di una visione chiara.

Se il Movimento voleva essere la rivoluzione, il rischio è che finisca relegato nel ruolo di una delle tante comparse sulla scena politica italiana.

Conte, il solista senza orchestra

Giuseppe Conte non è un uomo da barricate. Il suo stile moderato e la retorica spesso ambigua lo rendono più un mediatore che un leader carismatico. Eppure, si trova a dover gestire un partito nato sulla contestazione. Il risultato? Una leadership incerta, che cerca di accontentare tutti senza però convincere nessuno.

L’assenza di Grillo pesa, e non poco. Il comico genovese era l’anima ribelle, l’uomo che sapeva trascinare le folle con slogan e battute al vetriolo. Conte, al contrario, rischia di ridurre il Movimento a una mera macchina parlamentare, priva di slancio e, soprattutto, priva di consenso.

La politica del vuoto

In un momento storico segnato da crisi economiche, guerre e transizioni energetiche, il Movimento avrebbe potuto rappresentare un’alternativa concreta. Invece, si è perso tra dissidi interni, compromessi e un elettorato che non riconosce più il fuoco degli inizi. Il distacco di Grillo è forse il colpo di grazia per una forza politica che, senza una guida forte, sembra destinata al declino.

Beppe Grillo lascia una barca in balia delle onde. Giuseppe Conte, dal canto suo, appare più preoccupato di non sbagliare che di osare. Ma la politica, quella vera, non ammette indecisioni. O si guida o si subisce. E il Movimento 5 Stelle, ormai, sembra più vittima degli eventi che protagonista.

Il peso di una scelta

L’addio di Grillo e la debolezza di Conte aprono interrogativi sul futuro del Movimento. Riusciranno i 5 Stelle a risollevarsi o finiranno nell’oblio come tanti partiti che hanno tradito le loro origini? L’unica certezza è che il vento di cambiamento che promettevano sembra ormai essersi placato. E senza vento, la barca non va lontano.

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1 Commento

1 Commento

  1. Avatar

    Nicola Pinto

    11 Dicembre 2024 at 16:58

    Lasciare il Movimento in mano a Conte è come suicidarsi! Del resto i commenti su di lui non sono certo favorevoli!

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