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Politica

La debacle della Sinistra (e di Elly Schlein)

La sinistra italiana affronta un periodo di crisi e divisione interna, evidenziato dalla sconfitta in Basilicata e dalla controversa candidatura di Elly Schlein alle Europee. Con scandali e dissidi interni, il PD appare indebolito mentre le elezioni si avvicinano.

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Elly Schlein, segretaria PD (Agenzia Fotogramma)
Elly Schlein, segretaria PD (© Agenzia Fotogramma)

La sinistra italiana sembra navigare in un mare di turbolenze, uno scenario che potrebbe far sorridere se non fosse per il chiaro disagio che attraversa. In quest’epoca di elezioni europee e amministrative, il teatro politico offre spettacoli giornalieri di una commedia che oscilla tra il drammatico e il farsesco. Dopo la vittoria schiacciante del centrodestra in Basilicata, guidato dal governatore Vito Bardi, riconfermato con una facilità che sembra deridere ogni tentativo di opposizione, il centrosinistra sembra non solo aver perso una regione, ma anche la bussola.

Ma andiamo con ordine: la scelta di Elly Schlein di candidarsi come capolista alle elezioni europee nelle circoscrizioni Centro e Isole ha suscitato più di un sopracciglio alzato all’interno del suo stesso partito, il Partito Democratico (PD). Tale decisione ha innescato un vivace dibattito che sembra aver più il sapore di uno scontro fra titani in declino che di una salutare discussione politica. L’atteggiamento di Schlein, una sorta di eroica resistenza alla disfatta annunciata, solleva questioni importanti su cosa significhi oggi essere leader.

Le sue scelte vengono messe in discussione da figure di spicco come Romano Prodi, il quale critica apertamente la pratica di candidarsi per poi ritirarsi. “Onestamente quello che sta succedendo nelle candidature alle europee vuol dire che non mi dà retta nessuno,” lamenta l’ex presidente del Consiglio, in una frase che potrebbe facilmente diventare virale per il suo sapore tragicomico. Questa pratica, nota e diffusa, non solo nel PD ma anche in altri partiti come dimostra il caso di Giorgia Meloni e Antonio Tajani, sembra minare i fondamenti stessi della fiducia e della partecipazione democratica.

Non contento di questo già complesso scenario, il PD si trova anche a dover gestire le ripercussioni delle indagini in Puglia e Torino, che sembrano aggiungere solo altro pepe a una zuppa già troppo speziata. La sinistra si presenta così frammentata e indebolita, come dimostrato dall’uscita sconfitta dalle elezioni in Basilicata, dove ha pagato non solo la scelta tardiva del candidato ma anche la mancanza di un rinnovamento autentico.

Nel frattempo, il nome della Schlein non comparirà nel simbolo della lista del PD alle europee, segno che la segretaria viene parzialmente ridimensionata da un confronto interno che lascia poco spazio all’immaginazione. E per aggiungere ironia alla farsa, Giuseppe Conte, leader dei 5 Stelle, decide di non candidarsi alle europee, scegliendo piuttosto di continuare a pungolare la Schlein nel tentativo di sorpassarla nelle urne.

Se il panorama non fosse già abbastanza chiaro, ecco che si aggiunge l’inchiesta pugliese con un clamoroso colpo di scena politico-giudiziario che vede coinvolti il presidente del PD della regione e un’ex commissario straordinario dell’Arti. Secondo le cronache, queste rivelazioni non fanno altro che aggiungere dubbi e scandali a un partito che già sembra barcollare sotto il peso delle proprie contraddizioni.

In conclusione, a meno di 50 giorni dalle urne, il scenario politico italiano si dipinge con i toni dell’incertezza e della prudenza. Ciò che rimane è un amaro sorriso sulle labbra di chi osserva, forse un poco divertito, questa triste commedia dell’arte, dove i protagonisti sembrano più impegnati a recitare parti scritte malamente da altri che a rappresentare con dignità il popolo italiano. Con questi presupposti, il futuro delle urne rimane avvolto nel mistero, ma una cosa sembra certa: la sinistra, nella sua attuale forma, sembra aver perso non solo una battaglia, ma forse anche la guerra.

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