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Simone Romano porta il suo gelato naturale e tradizionale anche a Casal Bertone

Ha aperto da un mese la seconda filiale, in piazza Santa Maria Consolatrice, di Gelato Romano, che ospita i prodotti di eccellenza, fatti solo con materie prime fresche e di stagione, del maestro gelatiere della Capitale

Fabrizio Corgnati

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Simone Romano, che da poco più di un mese ha inaugurato la seconda filiale del suo Gelato Romano
Simone Romano, che da poco più di un mese ha inaugurato la seconda filiale del suo Gelato Romano

La qualità del grande gelato italiano di eccellenza non deve essere solo un privilegio riservato ai quartieri più prestigiosi o turistici. È la scommessa di Simone Romano, che da poco più di un mese ha inaugurato la seconda filiale del suo Gelato Romano (dopo quella, ormai conosciuta in tutta Roma, di piazza Bologna) in piazza Santa Maria Consolatrice, centro nevralgico di una zona popolare e residenziale come quella di Casal Bertone.

Il gelato, Simone ce l’ha davvero nel dna: racconta che la mamma ne è sempre stata una grande mangiatrice, tanto che, quando era incinta di lui, ne consumava fino a cinque al giorno. Finché non ha deciso di farne un lavoro: un’estate, da ragazzino, quasi per gioco si è presentato a un laboratorio di Trastevere proponendosi per fare l’apprendista, e loro lo hanno messo a glassare con il cioccolato e la granella di nocciole la bellezza di 1500 coni. «Fu amore a prima vista», ammette, mostrando ancora tutta la sua visibile emozione.

Negli anni (ne vanta ben 35 di esperienza) si è formato con la necessaria gavetta, dalle insegne storiche della Capitale fino all’estero, negli Stati Uniti, potendosi fregiare a pieno titolo dell’appellativo di maestro gelatiere. Ma il suo segreto non sta solo nella sapienza con cui prepara i suoi prodotti: sta prima di tutto nella scelta, accurata e maniacale, delle materie prime, da fornitori di sua fiducia che si porta dietro come una ricchezza ormai da decenni di carriera.

Latte biologico d’alpeggio, zucchero di canna grezzo, frutta fresca e di stagione, nocciola di Viterbo, caffè arabica guatemalteco, cioccolato Amedei. «Quando gli ingredienti sono buoni, naturali, basta rispettarli e valorizzarli», è il suo mantra. E il risultato si sente semplicemente in bocca: pesca tabacchiera che sa di pesca, zabaione che ricorda quello della nonna, lime e menta che ricorda la freschezza di un mojito analcolico, cioccolato al 100% con la croccantezza delle fave di cacao, fino alla granita che prepara nel modo più semplice e antico possibile: sminuzzando e frullando a mano la frutta ghiacciata.

È un gelato tradizionale, che fa gioire le papille gustative, con la sua consistenza leggera e cremosa, ma che è adatto anche a tutte le diverse necessità alimentari: agli intolleranti (sono tutti senza glutine e molti senza lattosio), ai vegani, a chi ha problemi di glicemia (ce ne sono anche senza zuccheri aggiunti) e pure a chi vuole mantenere la linea. Un gelato gustoso ma sano, completamente privo di quegli additivi chimici come coloranti, gelificanti, aromi, grassi vegetali idrogenati che riempiono i prodotti industriali che troviamo nei banchi frigo dei supermercati e, purtroppo, anche quelli di molte gelaterie poco attente alla qualità, che infarciscono le proprie vetrine di discutibili gusti puffo e bubble gum.

Se siete appassionati del grande gelato artigianale italiano, venite a fargli visita per ritrovare quello vero, autentico. Se non lo siete ancora (ma è possibile?), sono convinto che assaggiare il suo vi farà ricredere. E se invece amate le colazioni, da settembre Gelato Romano di Casal Bertone aprirà una seconda sala dedicata alla caffetteria, che proporrà infusi, tisane, cioccolate calde e una ricca offerta di lievitati.

Potrei parlarvi ancora a lungo, invece, come consiglia un proverbio inglese, vi invito a fare «the proof of the pudding», la prova del budino: cioè assaggiarlo. «Perché il palato ce l’abbiamo tutti, e se il gusto è soggettivo, la qualità non lo è», sottolinea giustamente Simone. Così come non lo sono la passione viscerale, l’amore per ciò che si fa, la cura del dettaglio: quegli ingredienti segreti, squisitamente umani, che fanno davvero la differenza quando si tratta di dar vita a una delle grandi eccellenze della nostra gastronomia.

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