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Economia & Lavoro

Energia, debito e industria: il grande gioco geopolitico tra USA e UE

Gli Stati Uniti consolidano la loro leadership energetica mentre l’Europa rischia di finire in una trappola di debito e deindustrializzazione. Sapelli avverte: serve una risposta unitaria e coraggiosa.

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Donald Trump
Donald Trump (© Agenzia Fotogramma)

Nel complesso scacchiere dell’energia globale, l’Europa si trova ancora una volta a pagare il prezzo più alto. Non è una novità che dietro le dinamiche energetiche si celino strategie di lungo termine, ma ciò che emerge dalle analisi più recenti – come quella di Giulio Sapelli, economista di fama e lucido interprete degli scenari geopolitici – è un disegno preciso da parte degli Stati Uniti. Un disegno che rischia di lasciare l’Unione Europea sempre più indebitata e deindustrializzata.

Secondo Sapelli, l’intervento americano nella guerra in Ucraina e la conseguente rottura con la Russia sul fronte energetico hanno determinato uno scenario in cui l’UE ha perso il suo principale fornitore di gas a basso costo, mentre gli USA hanno guadagnato un mercato d’oro per il loro gas liquefatto. Una mossa che sembra più dettata da interessi economici che da ideali democratici.

Un’Europa più debole, un’America più forte

Gli effetti di questa strategia sono sotto gli occhi di tutti: costi energetici alle stelle per l’industria europea, che perde competitività, mentre gli Stati Uniti rafforzano la loro economia grazie all’esportazione di gas e alla crescita interna della produzione industriale. Sapelli non ha dubbi: «Questo disegno serve a consolidare la leadership americana sull’Occidente, lasciando all’Europa il ruolo di partner subalterno».

Ma c’è di più: l’aumento del costo del denaro, determinato dalle politiche della Federal Reserve, aggrava il quadro per i paesi europei fortemente indebitati. Paesi come Italia, Spagna e Francia vedono il loro debito pubblico diventare ancora più oneroso, mentre gli investimenti in nuovi settori industriali si riducono. Una situazione che rischia di lasciare il continente in una trappola economica senza uscita.

Dov’è la strategia dell’UE?

Di fronte a questa crisi annunciata, la Commissione Europea sembra brancolare nel buio. La mancanza di una politica energetica comune e la dipendenza da decisioni esterne rendono il futuro dell’industria europea sempre più incerto. «Serve una risposta unitaria e coraggiosa», afferma Sapelli, sottolineando come Germania e Francia abbiano finora seguito strategie divergenti e poco efficaci.

Gli errori del passato, come la chiusura delle centrali nucleari e il ritardo nello sviluppo delle energie rinnovabili, pesano come macigni sul presente. E mentre l’Europa cerca di trovare una strada, gli Stati Uniti continuano a consolidare il loro ruolo di potenza energetica globale, grazie a una politica chiara e orientata al futuro.

Un bivio per l’Europa

La partita che si gioca oggi sull’energia non è solo una questione economica, ma anche politica e strategica. Sapelli lancia un monito chiaro: «Se l’Europa non agirà in fretta, rischia di diventare un’area di consumo e indebitamento, priva di una propria autonomia industriale».

Il rischio è concreto, e il tempo stringe. La domanda che resta sul tavolo è: l’UE sarà capace di trovare una via d’uscita, o continuerà a essere un’appendice del potere economico americano?

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1 Commento

1 Commento

  1. Avatar

    requis

    5 Gennaio 2025 at 7:21

    Grazie dello scritto informativo. Ma ci sono incertezze ed eufemismi che ne limitano le finalità. I lettori dovrebbero essere spronati a fornire proposte e non commenti. Volete essere d’aiuto ? Bene, cominciate ad interpellare, oltre al prof.Sapelli, altri individui che abbiano qualcosa di serio e fattibile da dire e proponete loro di costituire una specie di comitato per la ripresa economica del Paese, del tipo che si creò nell’ultimo dopoguerra. Sappiamo che esistono varie proposte sortite in occasione di incontri di economisti e politici. Il vostro maggiore impegno consisterà nel convincerli a non scannarsi tra di loro ed avere pietà degli innocenti. Se il tentativo dovesse fallire non demordete; propongo,in seconda battuta di rivolgervi ai fratelli di Crozza o Vasco Rossi, i soli capaci di riunire folle, anche oceaniche, disposte ad ascoltare e ad applaudire.Non lasciatevi fuorviare dal tono vagamente ironico, non sono mai stato così serio.

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