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Economia & Lavoro

L’Europa nella morsa della seconda guerra del gas

L’Europa affronta la seconda guerra del gas: fine dell’accordo Russia-Ucraina e sfida con l’Asia per il GNL. Italia tra opportunità e crisi energetica, l’UE resta divisa sul futuro dell’energia.

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Logo Gazprom, azienda russa leader nel gas
Logo Gazprom, azienda russa leader nel gas

L’Europa entra nel 2025 con una nuova sfida energetica, segnata dal deteriorarsi dei rapporti tra Russia e Ucraina. La scadenza del contratto per il trasporto di gas russo attraverso il territorio ucraino, avvenuta il 1° gennaio, riaccende le tensioni di quella che molti definiscono la “seconda guerra del gas”. Un conflitto che non è solo economico, ma profondamente geopolitico, e che rischia di avere conseguenze pesanti per il continente e per l’Italia.

La fine dell’accordo russo-ucraino sul gas: un terremoto annunciato

Con la scadenza dell’accordo tra Gazprom e l’Ucraina, l’Europa si trova a fare i conti con una riduzione drastica delle forniture di gas russo. “Non ci sono più le condizioni per rinnovare il contratto,” ha dichiarato il CEO di Gazprom, Alexey Miller, sottolineando come il conflitto con Kiev abbia reso impossibile mantenere aperto il corridoio tradizionale di approvvigionamento.

La fine di questo contratto significa non solo minori flussi di gas per l’Europa, ma anche un aumento della dipendenza da rotte alternative, come i gasdotti del Baltico e le forniture di GNL provenienti da altri continenti. Ma a quale costo?

L’Europa si trova ad affrontare un mercato sempre più competitivo, con l’Asia, in particolare la Cina, pronta ad accaparrarsi la maggior parte del gas naturale liquefatto disponibile. Fatih Birol, direttore dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, ha avvertito: “Senza una strategia comune, l’Europa rischia di perdere la partita energetica globale.”

L’Italia tra resilienza e vulnerabilità

Per l’Italia, la situazione è complessa. Nonostante i progressi fatti negli ultimi anni, come gli accordi con l’Algeria e il potenziamento dei rigassificatori, il nostro paese rimane esposto alle oscillazioni dei prezzi internazionali.

Secondo Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, il vero punto debole dell’Italia è la mancanza di una visione di lungo periodo. “Abbiamo bisogno di accelerare la transizione energetica e aumentare le riserve strategiche,” ha dichiarato, sottolineando la necessità di puntare su fonti rinnovabili e di diversificare ulteriormente i fornitori.

Il governo italiano si trova così di fronte a un bivio: rafforzare la propria autonomia energetica o subire le conseguenze di decisioni prese altrove.

Europa divisa: un pericolo per tutti

La scadenza dell’accordo tra Russia e Ucraina ha messo in luce un altro problema cruciale: la mancanza di coesione all’interno dell’Unione Europea. Mentre paesi come la Germania continuano a puntare sul gas naturale come soluzione a breve termine, altri, come la Francia, accelerano sull’energia nucleare. Questo disallineamento rende l’Europa vulnerabile di fronte a crisi come quella in corso.

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha dichiarato: “Solo con una strategia comune possiamo affrontare le sfide del futuro.” Tuttavia, i tentativi di introdurre un tetto al prezzo del gas, il cosiddetto price cap, non hanno portato a risultati concreti, lasciando i paesi membri in balia di dinamiche di mercato sempre più complesse.

Il futuro dell’energia europea

L’Europa è di fronte a una scelta cruciale: continuare a navigare a vista o adottare una strategia condivisa che metta al sicuro il suo approvvigionamento energetico. Per l’Italia, questa crisi rappresenta non solo una sfida, ma anche un’opportunità per ripensare il proprio ruolo nel panorama energetico globale.

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1 Commento

1 Commento

  1. Avatar

    Paolo

    1 Gennaio 2025 at 12:31

    Adesso che i geni della Commissione Europea ha aperto il vaso di Pandora chiedono unità di coesione, ma pensare prima alle azioni nefaste a cui saremmo arrivati era così difficile considerando che la Russia è comunque parte dell’Europa.

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