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Esteri

Ucraina, riflessione su due anni di conflitto inconcludente

La guerra in Ucraina, al 2° anno, vede un stallo: supporto occidentale e sanzioni non piegano la Russia, mancano iniziative di pace. Occidente e Ucraina rifiutano compromessi, cercando una soluzione.

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Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni a Kiev
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni a Kiev (© Palazzo Chigi)

La guerra in Ucraina, al suo secondo anniversario, sembra immergersi sempre più in un vicolo cieco, un ciclo apparentemente infinito di violenza e distruzione che mette in luce le complesse dinamiche di un conflitto moderno. Questo scontro ha evidenziato la difficoltà di trovare soluzioni in un mondo polarizzato, dove gli interessi geopolitici si scontrano con i principi dell’umanità e del diritto internazionale.

Bilancio di un conflitto inconcludente

Il supporto militare occidentale all’Ucraina e le sanzioni imposte alla Russia non sono riusciti a ribaltare le sorti del conflitto. L’Ucraina, nonostante gli sforzi, si trova in una posizione di svantaggio sia in termini militari sia demografici, facendo fronte a una Russia fortemente armata e numericamente superiore. La situazione attuale pone l’Ucraina in una posizione di costante rischio, con poche speranze di riconquistare i territori perduti senza una soluzione diplomatica.

Assenza di iniziative per la pace

Nonostante l’apparente stallo, le iniziative per una trattativa di pace o un cessate il fuoco temporaneo rimangono elusive. Da un lato, la Russia esprime la disponibilità a colloqui, ma senza proposte concrete. Dall’altro, l’Occidente e il governo ucraino rifiutano qualsiasi forma di compromesso, insistendo sulla resistenza e sull’obiettivo di far “pagare” alla Russia le sue azioni. Questa situazione riflette un’incapacità collettiva di superare una retorica bellicista e trovare vie alternative al conflitto.

Confronto ideologico e politica estera

L’approccio occidentale al conflitto russo-ucraino segna un netto distacco dalle politiche di gestione delle crisi internazionali del passato, dove l’impegno militare era bilanciato dalla ricerca di soluzioni pacifiche. La demonizzazione di Putin e la narrativa di una lotta tra bene e male complicano ulteriormente la possibilità di negoziati, ignorando la complessità delle relazioni internazionali e il rischio di un’escalation del conflitto.

Riflessione necessaria

Il dibattito dovrebbe concentrarsi sui vantaggi reali di una guerra prolungata per l’Occidente e sull’esplorazione di alternative pragmatiche. È fondamentale interrogarsi sulle ragioni della mancata prevenzione del conflitto e sulla possibilità di aver cercato un compromesso che evitasse l’escalation. La ricerca di una soluzione meno dannosa per tutti gli attori coinvolti deve prendere in considerazione la stabilizzazione delle relazioni con la Russia, evitando di spingerla verso un’alleanza più stretta con la Cina.

Meloni fa il G7 a Kiev, passerella con Zelensky

La visita di Giorgia Meloni a Kiev, in occasione del secondo anniversario della guerra in Ucraina, segna un momento di forte simbolismo politico e di solidarietà internazionale. La scelta della capitale ucraina come sede per il suo primo G7 sotto la presidenza italiana riflette l’impegno dell’Italia e dei suoi alleati nel sostenere l’Ucraina di fronte all’aggressione russa. Arrivata all’alba insieme a figure di spicco dell’Unione Europea, come la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, e leader internazionali, Meloni ha dimostrato l’unità europea e transatlantica nel sostegno a Kiev.

La giornata è stata scandita da eventi significativi, culminati nella riunione in videoconferenza dei Capi di Stato e di Governo del G7, presieduta da Meloni, con la partecipazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Questo incontro ha sottolineato l’importanza del dialogo e della cooperazione internazionale nella ricerca di soluzioni al conflitto. La firma dell’accordo di sicurezza Italia-Ucraina, sebbene simbolica, rappresenta un passo avanti nell’impegno dei Paesi del G7 verso la stabilizzazione dell’area e la difesa dei principi democratici e dell’integrità territoriale ucraina.

L’assenza di Macron

Nonostante l’assenza del presidente francese Emmanuel Macron, sostituito dal ministro degli Esteri Stéphane Séjourné, la volontà di supportare l’Ucraina rimane inequivocabile. Macron, impegnato in un evento nazionale, ha comunque programmato un incontro a sostegno dell’Ucraina a Parigi, evidenziando la complessità delle dinamiche europee e la necessità di un fronte unito.

Nel suo intervento a Hostomel, Meloni ha ribadito la solidarietà dell’Italia all’Ucraina, enfatizzando il legame tra la libertà ucraina e la sicurezza europea. La sua affermazione, “Questa terra è un pezzo della nostra casa e noi faremo la nostra parte per difenderla”, sottolinea l’importanza della resistenza ucraina non solo per l’Ucraina stessa ma per l’intera comunità internazionale.

Meloni ha inoltre sottolineato l’importanza dell’assistenza militare a Kiev come mezzo per raggiungere una soluzione pacifica, riconoscendo l’equilibrio attuale del conflitto come fondamentale per avviare processi diplomatici. Questa visione contrasta con la narrativa di una soluzione immediata al conflitto, evidenziando la complessità della situazione e la necessità di un approccio equilibrato che non sacrifichi la sovranità ucraina per una pace illusoria.

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