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Scholz cambia rotta sull’Ucraina: diplomazia o crisi politica?

Olaf Scholz chiede una conferenza di pace con la Russia per risolvere la guerra in Ucraina, ma il suo cambio di rotta riflette pressioni politiche interne e crescenti critiche in Europa.

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Olaf Scholz
Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz (© UE)

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha recentemente fatto un’importante dichiarazione che segna un cambio di approccio rispetto alle posizioni precedenti dell’Occidente sulla guerra in Ucraina. Scholz ha espresso chiaramente l’urgenza di avviare discussioni su come concludere il conflitto e raggiungere una pace più rapida, includendo anche la Russia nei negoziati. Questa posizione, espressa in un’intervista alla rete ZDF, ha sorpreso molti osservatori, poiché fino a poco tempo fa la Germania era allineata con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna nel sostenere con forza Kiev senza considerare aperture diplomatiche immediate.

Le ragioni dietro il cambiamento di Scholz

Dietro questo nuovo atteggiamento di Scholz si nascondono diverse dinamiche, non solo internazionali ma soprattutto interne. Le recenti sconfitte elettorali della SPD in Turingia e Sassonia hanno messo a rischio la tenuta della coalizione semaforo (SPD, Verdi e FDP), già indebolita dall’ascesa dell’estrema destra e dall’opposizione della sinistra pacifista. Il malcontento sociale, alimentato dall’arrivo di migliaia di profughi ucraini e dall’aumento del costo della vita, ha dato forza alla propaganda populista dell’AfD, il partito di estrema destra, e della nuova alleanza politica fondata da Sahra Wagenknecht, che si oppone fermamente alla fornitura di armi a Kiev.

La pressione economica e il riarmo tedesco

Un altro fattore cruciale è la congiuntura economica. L’ambizioso programma di riarmo e modernizzazione militare, annunciato da Scholz nel febbraio 2022 con la promessa di un fondo speciale di 100 miliardi di euro, non ha portato ai risultati attesi. Secondo un rapporto dell’Ifw Kiel, gli investimenti effettivi sono stati inferiori alle aspettative, e la capacità militare della Germania continua a diminuire rispetto a quella della Russia, con tempi di recupero stimati nell’ordine di decenni. A questo si aggiungono i tagli agli aiuti militari e finanziari destinati all’Ucraina, con il governo tedesco che ha ridotto gli stanziamenti previsti a soli 4 miliardi di euro, molto meno di quanto richiesto dai sostenitori di un maggiore impegno militare.

Rischio di isolamento

La decisione di Scholz di aprire al dialogo con la Russia non è stata accolta positivamente da tutti. Roderich Kiesewetter, esponente della CDU, ha accusato Scholz di voler presentarsi come il “cancelliere della pace” a discapito della sicurezza dell’Europa e della Germania. Anche all’interno della sua coalizione, i Verdi e il Partito Liberale si sono mostrati scettici. Tuttavia, Scholz sembra essere sempre più orientato a rispondere alle pressioni interne e al crescente scetticismo dell’opinione pubblica tedesca, che in molte regioni si oppone al prolungamento del conflitto e all’invio di armi.

Situazione internazionale

Mentre la Germania cerca una strada per uscire dal conflitto, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna mantengono una posizione ambigua. Pur annunciando nuovi aiuti finanziari per l’Ucraina, i leader occidentali evitano di pronunciarsi chiaramente sulla possibilità di fornire missili a lungo raggio come gli ATACMS o gli Storm Shadow, richiesti da Zelensky per colpire obiettivi in territorio russo. La campagna elettorale negli Stati Uniti complica ulteriormente la situazione, con l’ex presidente Donald Trump e i suoi sostenitori che spingono per un piano di pace favorevole alla Russia, che potrebbe includere la cessione del Donbass e la neutralità dell’Ucraina.

Via d’uscita o crisi imminente?

La mossa di Scholz potrebbe segnare un punto di svolta nel conflitto in Ucraina, ma anche esporre la Germania a nuove tensioni interne e internazionali. La sua richiesta di pace riflette la stanchezza di una parte significativa dell’elettorato tedesco, ma rischia di indebolire la posizione dell’Occidente di fronte alla Russia. Le prossime settimane saranno cruciali per capire se la Germania riuscirà a influenzare il dibattito internazionale o se, invece, rischierà di isolarsi sia sul fronte interno che su quello esterno.

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