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Esteri

G7 di Kiev: pressioni USA e resistenze europee sui fondi russi

Al G7 di Kiev, gli USA spingono per usare i miliardi russi congelati in UE a sostegno dell’Ucraina. Francia e Germania mostrano resistenze, temendo ripercussioni economiche e legali. Meloni sottolinea l’impegno italiano nonostante le sfide finanziarie.

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Giorgia Meloni a Kiev nel secondo anniversario della guerra
Giorgia Meloni a Kiev nel secondo anniversario della guerra (© Palazzo Chigi)

In un contesto internazionale sempre più complesso, il vertice del G7 a Kiev segna un momento cruciale per le dinamiche geopolitiche e finanziarie globali. La riunione, coordinata per la prima volta da Giorgia Meloni, vede al centro del dibattito la questione dell’utilizzo dei miliardi di euro russi congelati nelle banche dell’Unione Europea.

Le pressioni degli Stati Uniti affinché tali fondi siano destinati a sostegni finanziari per Kiev incontrano però la resistenza di Francia e Germania, delineando uno scenario di tensioni e alleanze in evoluzione.

Il “debutto” di Giorgia Meloni

La prima riunione del G7 sotto la guida di Giorgia Meloni si apre con aspettative elevate. La scelta di Kiev come sede nel giorno dell’anniversario dell’attacco della Russia non è casuale e mira a inviare un messaggio forte di solidarietà e supporto all’Ucraina. Nonostante le assenze notevoli, come quella del presidente francese Macron, rappresentato dal ministro degli Esteri, Meloni gestisce il vertice con una sicurezza forgiata da esperienze precedenti in arene internazionali.

Il nodo dei fondi russi

Al centro del dibattito vi è la proposta degli Stati Uniti, guidati da Joe Biden, di utilizzare i miliardi russi congelati nelle banche europee, in particolare in Belgio, come risorse finanziarie da destinare a Kiev. Tale proposta riceve il supporto del primo ministro britannico, evidenziando una linea di frattura tra gli alleati occidentali sulla gestione dei fondi russi. La questione solleva non solo implicazioni economiche ma anche giuridiche, con la preoccupazione di creare un precedente pericoloso per l’attrattività dell’area euro.

Resistenze di Germania e Francia

Nonostante la pressione americana, Francia e Germania esprimono forti perplessità. La posizione italiana, pur in linea con l’approccio statunitense, deve confrontarsi con le dinamiche dell’Unione Europea, dove Berlino e Parigi, insieme alla Commissione europea e alla Banca Centrale Europea, mantengono una cautela legata ai risvolti giuridici e alle potenziali ripercussioni economiche.

Compromesso in bilico

Il vertice si conclude con la promessa di un’ulteriore analisi tecnica sull’eventuale confisca e devoluzione dei fondi russi a Kiev. Si tratta di un compromesso che riflette la complessità delle questioni in gioco e la difficoltà di conciliare le diverse visioni. L’Italia, attraverso le parole di Meloni, ribadisce il suo impegno nel sostegno all’Ucraina, sottolineando gli sforzi nazionali già compiuti e la volontà di fare di più, nonostante i vincoli di bilancio.

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1 Commento

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    Ardmando

    25 Febbraio 2024 at 8:57

    Germani a e Francia dovrebbero mettere da parte le loro note connivenze con la Russia. I miliardi sequestrati vanno usati per aiutare Kiev e combattere l’aggressione illecita ordita dal putin il macellaio, uno dei peggiori dittatori viventi (si spera ancora per poco)

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