Esteri
Globalizzazione in bilico: strategie USA e le aspirazioni di Xi Jinping ed Erdogan
Biden, Xi Jinping ed Erdogan, gli indizi di un mondo che frana. Le corporation Usa non vogliono perdere i vantaggi acquisiti con la globalizzazione. Intanto le civiltà si scontrano e si combattono
In un mondo segnato da conflitti e tensioni geopolitiche, l’attuale panorama internazionale si configura come un teatro di asimmetrie e di lotte per il potere. L’ultimo editoriale di Sapelli in esame mette in luce come le dinamiche di potere, influenzate da interessi economici e politici, plasmino le relazioni internazionali, con particolare riferimento ai recenti sviluppi tra Stati Uniti, Cina e altri attori globali.
La doppia guerra e l’ascesa delle superpotenze
Nell’articolo si fa riferimento a due conflitti: la guerra in Ucraina, vista come un’aggressione da parte della Russia contro l’Ucraina, e il conflitto in Medio Oriente, con particolare enfasi sul ruolo di Hamas contro Israele. In questo contesto, l’incontro tra Biden e Xi Jinping durante il vertice dell’Apec assume un significato simbolico, rappresentando un tentativo di navigare e gestire queste asimmetrie in un mondo globalizzato.
La centralizzazione capitalistica e le sue contraddizioni
L’articolo pone l’accento sulla dialettica tra concorrenza e centralizzazione nel capitalismo moderno. Questa dinamica è vista come una forza motrice che influisce non solo sulle economie, ma anche sulle politiche dei vari Stati-nazione. La centralizzazione capitalistica è associata alla globalizzazione e viene presentata come una forza che modella le relazioni internazionali in modo complesso e spesso conflittuale.
Asimmetria politica e culturale
Sapelli esplora anche le asimmetrie politiche e culturali, evidenziando come le immigrazioni non europee in Europa e negli USA abbiano creato nuove dinamiche sociali e politiche. La citazione di Huntington suggerisce come queste asimmetrie possano portare a scontri tra civiltà. Un esempio citato è il cambiamento di percezione di una giovane palestinese accolta in Germania, la quale si è spostata a sostenere posizioni controverse.
Il ruolo di Erdogan e la NATO
L’articolo tocca anche il ruolo controverso del presidente turco Erdogan, il quale viene descritto come un attore che esaspera le asimmetrie politiche e culturali, in particolare per quanto riguarda la sua posizione sugli immigrati musulmani in Germania e il suo atteggiamento nei confronti di Israele e Hamas. La sua appartenenza alla NATO aggiunge un ulteriore livello di complessità a queste dinamiche.
Un mondo in bilico
L’editoriale si chiude con una riflessione sulla natura “franosa e frattalica” di un mondo in continuo mutamento. Questo concetto allude alla natura imprevedibile e spesso instabile delle relazioni internazionali in un’era di asimmetrie crescenti. In questo contesto, le superpotenze e altri attori globali sono costantemente impegnati in un equilibrio precario, cercando di navigare e gestire queste asimmetrie in modi che servano i loro interessi nazionali e globali.
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